Corriere della Sera, 22.09.2000
"L’Oltrepò non mi interessa, ci sono pochi soldi"
di Paolo Biondani
Milano - Corruzione tra i "unzionari di vertice della Regione Lombardia. Gruppi di imprenditori che creano un’'associazione a delinquere per truccare appalti che mettono in pericolo l’incolumità pubblica, come i lavori d’emergenza contro le frane e le alluvioni che minacciano i cittadini di Milano, Bergamo, Pavia, Varese, Vercelli, Cremona, Brescia e Sondrio. Bustarelle da decine di milioni scoperte sui conti bancari di dirigenti del Pirellone. E altre tangenti pagate sotto forma di incarichi pubblici distribuiti tra i funzionari corrotti, grazie al fatto che il presunto motore degli illeciti, l’imprenditore edile Massimo Gianluca Guarischi, è anche un politico: prima commissario dell’Ipab, il più importante ente di assistenza milanese, e dalla primavera scorsa consigliere regionale di Forza Italia. In grado, quindi, di concordare scambi di favori con l’assessore Milena Bertani (Ccd), e perfino di vantare un pesantissimo intervento sul presidente Roberto Formigoni. Tutto questo, e molto altro, è scritto nelle 161 pagine dell’ordinanza di arresto che i militari del nucleo provinciale di polizia tributaria hanno consegnato ieri all’alba a un politico, appunto Guarischi, tre alti funzionari regionali e cinque imprenditori.
Tangentopoli - L’8 settembre ’98, 5 mesi prima di morire, il costruttore Giampiero Guarischi, padre di Massimo, aveva presagito i guai in arrivo. L’intercettazione riguarda l’ingegner Dario Castelli, ora in carcere con l’accusa di aver venduto, per almeno 270 milioni, l’appalto per la messa in sicurezza del torrente Ingagna a Mongrando (Vercelli). Ferrari - lamenta Guarischi padre - oggi ha visto l’ingegnere un po’ sportivo nel fare le cose... E ha detto: ma a questo qui Tangentopoli non ha insegnato niente! Bah. Si vede che non è stato toccato e per lui il mondo è come trent’anni fa....
Lo scambio - Un ingegnere della Regione, Emilio Galli, e un professore nominato vicecommissario per l’emergenza, Mario Catania, sono accusati di aver favorito sistematicamente le 4 imprese di Guarischi (Ilesi, Lac, Flumiter e Cogni) e le altre aziende da lui raccomandate. Dopo 100 pagine di analisi dei singoli appalti, i magistrati concludono che falsificazioni, pagamenti accelerati e favori in tutte le fasi sono provati da una documentazione inoppugnabile. E questo per almeno 22 opere: dai lavori da 2 miliardi e mezzo sulla frana di Valbondione alla sistemazione dell’Adda che minaccia i centri abitati. In cambio dei favori Guarischi, sfruttando i propri agganci politici in Regione, ha garantito a Galli la promozione a direttore degli appalti superiori a 100 milioni. Mentre Catania è stato ricompensato, sempre in coincidenza con gli appalti, con l’incarico di collaudare il palazzo della Regione, del valore di 100 milioni, e con un progetto da altri 100 milioni per ristrutturare l’istituto geriatrico Golgi: nomina, quest’ultima, firmata personalmente da Guarischi dirigente dell’Ipab.
Ebbene: le intercettazioni seguono passo per passo le telefonate e gli incontri di Guarischi con gli assessori regionali Bertani e Giordano, diretti appunto a favorire i due funzionari amici miei. Galli è presentato alla Bertani come persona certamente nostra e, quando arriva la nomina, Guarischi gli riferisce: La Bertani è stata bravissima. Altre intercettazioni, per i magistrati, spiegano perché l’assessore lo accontenta. Rivela Guarischi all’ingegner Galli: Moneta ha preso l’edilizia residenziale, e tutto il resto, come volevamo noi, è rimasto alla Bertani, tutti i lavori pubblici... Lei era tutta contenta, ieri mi ha ringraziato calorosamente. La stessa Bertani è intercettata mentre dice: Allora il vostro gruppo vuole la Casa.... Guarischi: No, a noi... a te, scusa... lasciano tutta l’idraulica, la protezione civile e l’Oltrepò pavese. Bertani: L’Oltrepò non mi interessa tanto, perché lì ci sono solo i soldi delle famose chiese. Guarischi: L’Oltrepò si può lasciare, ma la Valtellina andrebbe recuperata (...) l’importante è che sei contenta tu. Bertani: Sì, io moltissimo.
Appalti truccati - Intercettazioni e prove documentali dimostrano poi, secondo i pm, gli accordi tra imprese per spartirsi un numero impressionante di lavori della Regione e del Genio Civile. Ecco un esempio. Imprenditore Piero Capra: Io miro al Ticino, il Bevera interessa ad Antonio, poi c’è Matarotto... Vediamo di aggiustarla, poi bilanceremo. Guarischi: Prenditi il Ticino, finito il problema. Capra: Dammi una mano lì, Luca, così dopo te la ritorno abbondantemente.
Il club dei 100 - In casa di Capra la Finanza ha sequestrato due documenti di cui parlava Guarischi. Il primo, intitolato versione ufficiale, prevede di associare circa 100 imprese per gestire le informazioni sugli appalti. Il secondo, battezzato premessa reale, assegna allo stesso gruppo di 90-100 imprese una finalità illecita: poter condizionare i ribassi d’asta, perché con 100 offerte si può acquisire il 90% degli appalti. Il documento prevede anche una clausola di solidarietà per l’impresa rimasta esclusa dall’appalto, in quanto è ingiusto che, avendo sempre collaborato alla causa del gruppo, non venga considerata nella suddivisione del lavoro. Regola base: All’aggiudicatario spetta il 30% dell’appalto, il resto va suddiviso tra le altre imprese che hanno collaborato alla causa comune. Per i magistrati, è lo statuto di un’associazione a delinquere.
Pochi soldi!
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