Nel testo a stampa questo testo si trova alla fine.
Per le fonti, come si è certamente rilevato dalle indicazioni documentarie abbreviate nel testo (d. 1, d. 2, ecc.) in generale la intelaiatura delle prime due parti di questo lavoro, si appoggia, seguendone l'ordine cronologico, alla raccolta di 103 documenti (di cui oltre una ventina inediti), compiuta con l'autorevole guida di A. Petrucci, da Giovanni Manduzio: Documenti sul monastero di S. Giovanni in Lamis (sec. XI-XIV), tesi di laurea discussa nell'a. 1966-67 presso l'università di Roma, relatore Armando Petrucci, correlatore Giorgio Cencetti; di questa raccolta ancora si auspica una meritoria pubblicazione integrale; è stata comunque depositata una copia fotostatica nella biblioteca del convento di S. Matteo. Si potrà, come sempre avviene e come qualcuno ha già fatto (v. P. Corsi, in ‘Archivio Storico Pugliese’ cit., a. 47, pp. 140-41), sottoporre a revisione la trascrizione del testo di qualche documento operata da Manduzio, ma noi tutti dobbiamo essergli riconoscenti per questa sua benemerita raccolta che ci consente un discorso più organico, mentre precedentemente ogni studio soffriva di disarticolazione per la minore disponibilità di documenti e per la parziale loro conoscenza da attingere in lavori sparsi.
È da rivolgere un grato pensiero a Pasquale Corsi per i suoi quattro studi sulla badia di S. Giovanni in Lamis e per la maggior copia di indicazione di fonti da lui riesaminate con attenta verifica critica. Devo, inoltre, un vivo ringraziamento a Mons. Luigi Giuliani per la copia di un documento (Parere della Real Camera di Santa Chiara) e per alcuni nominativi di abati commendatari che mi hanno consentito di precisare qualche momento importante in un periodo ancora oscuro della nostra storia. Ringrazio sentitamente Giuseppe Cicerale, per la sua assidua collaborazione offertami nella difficoltosa interpretazione incontrata nell'ambiguo testo latino medioevale di alcuni documenti fondamentali riportati in questo lavoro.
Mi corre l'obbligo di un ringraziamento particolare a Ferdinando Manzi per la sua fervida partecipazione nella lettura di una gran mole di documenti, per il suo agevole orientamento tra una colluvie di carte e di appunti e per la paziente duplice trascrizione, manoscritta e dattiloscritta, del mio dettato: solo il suo insostituibile ausilio ha reso possibile, tra comuni angustie, la realizzazione del presente lavoro.
Avvolgo, infine, con sentimenti di riconoscenza la comunità francescana di S. Matteo, in primis il bibliotecario P. Mario Villani, e il Prof. Tommaso Nardella: questa fatica è anche frutto della loro affettuosa sollecitazione, delle loro premure e della fiducia in me riposta.