Orchidaceae
Orchis pauciflora In evidenza
Caratteristiche
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Immagine
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Nomenclatura e sistematica
Orchis pauciflora Ten = Orchis calabra N. Terr.= Orchis provincialis Balbis ex Lam. et DC. subsp. pauciflora (Ten) E. G. Camus et Al. Orchidea calabrese. Classe: Monocotiledoni, Famiglia: Orchidaceae.
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Origine del nome
Orchis: dal greco che significa testicolo per la forma dei tuberi; pauciflora: con pochi fiori.
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Comportamento ed habitat
Specie calcifila. Vegeta nei pascoli rocciosi e nelle zone prive di vegetazione arborea.
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Diffusione
Le foto si riferiscono ad una stazione posta sui 900 metri nel Comune di S. Marco in Lamis. In Italia vive su tutta la penisola dal Sud sino alla Toscana e Marche. Manca in Sardegna. Al Nord è presente in provincia di Bergamo.
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Portamento e radici
Pianta eretta, perenne, alta 10-30 cm, fusto cilindrico. Le radici sono date da poche radichette e da 2 bulbo-tuberi.
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Foglie
Basali riunite in rosetta; caulinari guainanti il gambo sino ai 2/3. Lineari-oblunghe, +/- erette; verdi, prive di macchie. Brattee verdastre, ricoprenti l'ovario ed andando oltre quando questo si inarca verso il basso.
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Fiori
Infiorescenza densa, con pochi fiori (4-20), di colore giallo-biancastro ad eccezione del labello di colore giallo sulfureo. Sepali patenti, ovato-oblunghi; petali laterali conniventi. Labello largo, glabro, con margine crenulato (cioè a piccoli lobi), formato da tre lobuli, di cui il centrale accenna a dividersi a sua volta in due. Il Pignatti dice che il labello è privo di macchioline; altri (Schonfelder, Del Prete-Tosi) dicono che ce le hanno. Nelle foto riportate queste sono presenti e sono di colore bruno. Sprone cilindrico, più lungo dell'ovario e rivolto all'insù.
- Epoca di fioritura Marzo-maggio
- Impollinazione Entomofila
- Frutti Capsula deiscente contenente numerosi e piccoli semi.
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Confusione e riconoscimento
Specie simile alla Orchis Provincialis con la quale per molto tempo è stata considerata appartenente ad un'unica specie. Differenze: O. pauciflora ha foglie prive di macchie, infiorescenza densa e sperone più lungo dell'ovario; O. provincialis ha foglie macchiate, infiorescenza lassa e sperone lungo +/- uguale quanto l'ovario.
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Utilizzo
Pianta a rischio come tutte le Orchidee. Pertanto, è opportuno lasciarla dove si trova e accontentarsi di ammirarla in natura o limitarsi a fotografarla.
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Curiosità
Apparato riproduttore
L'apparato riproduttore è dato dal ginostemio o ginandrio o ginostegio, posto sopra il labello e costituito da gineceo (apparato riproduttore femminile) e androceo (apparato riproduttore maschile) saldati insieme. L'androceo è dato da 3 stami, di cui 2 ridotti a semplici abbozzi e 1 solo stame fertile con un'antera portante 2 logge o sacchi pollinici contenenti i granuli di polline riuniti in 2 masserelle dette pollinii o pollinodi attaccati, tramite un peduncolo detto caudicola, al rostello, un'appendice carnosa del ginostemio. La caudicola è attaccata al rostello per mezzo di una o più ghiandole dette retinacoli o viscidii. I retinacoli possono essere talora saldati insieme o chiusi in una borsetta. Il ginoceo è dato dall'ovario costituito da 3 carpelli saldati insieme e posto tra l'asse dell'infiorescenza e la base del fiore; l'ovario, attaccato con il peduncolo all'asse dell'infiorescenza, termina con lo stigma sotto lo stame, a breve distanza dai pollini.
Parametro di valutazione della precocità della primavera
Le orchidee possono benissimo essere assunte a parametro di valutazione della precocità della primavera. Per esempio, l'Orchis pauciflora di solito è presente, nella località delle Antenne, già verso il 25 di marzo. Nel 2004, invece, il 10 di aprile ancora non si vedeva una pianta in fiore. Questa osservazione ha coinciso con il ritardo della fioritura delle altre piante.
Orchis papilionacea In evidenza
Caratteristiche
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Nomenclatura e sistematica
Orchis papilionacea L. Orchidea a farfalla, Cipressini. Classe: monocotiledoni, Famiglia: orchidaceae.
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Origine del nome
Orchis: dal greco che significa testicolo per la forma dei tuberi; papilionacea: a forma di farfalla.
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Comportamento ed habitat
Luoghi erbosi. Dal mare sino ai 1000 metri e più nelle isole. Abbastanza precoce.
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Diffusione
Presente in tutto il territorio nazionale, con la subspecie grandiflora in Sicilia e Sardegna e la subspecie papilionacea nella penisola. Sul Gargano è diffusa ovunque. Le foto sono state scattate in località Mila (S. Giovanni Rotondo) e località Casarinelli (S. Marco in Lamis).
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Portamento e radici
Pianta eretta, perenne, alta 20-40 cm, fusto angoloso. Le radici sono date da 2 bulbo-tuberi ovoidali dai quali ha origine la pianta; essi sono ricoperti da radichette molto sottili. Tra la base di questa e i bulbo-tuberi partono poche radici piuttosto grosse. L'odore che emanano i bulbo-tuberi una volta sezionati, ricorda vagamente la patata.
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Foglie
Lanceolate, verdi-glauche, le caulinari guainanti il gambo, in alto spesso violacee e di dimensioni man mano decrescenti sino alla loro trasformazione in brattee. Brattee porporine, con 3-4 nervi evidenti, sorpassanti l'ovario.
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Fiori
Infiorescenza lassa, con pochi fiori (5-15). Sepali conniventi a cappuccio ma non saldati tra loro, +/- eretti, ovato-lanceolati di circa 1,5 cm e di colore rosso scuro con nervature nerastre, uguale alle brattee; petali laterali simili ai sepali ma più piccoli. Labello intero, allargato a ventaglio, con margine crenulato (cioè a piccoli lobi) con o senza macchie e striature violacee. Il suo colore va dal roseo al porporino; diffuso è anche il bianco. Sprone conico, rivolto in basso, 2/3 dell'ovario che è contorto.
- Epoca di fioritura Marzo-maggio
- Impollinazione Entomofila
- Frutti Capsula deiscente.
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Confusione e riconoscimento
La specie non dà adito a confusione. Ci sono due sottospecie:
- Orchis papilionacea L. subsp. papilionacea: portamento più gracile, fiori più piccoli, labello lungo quanto i tepali esterni, roseo o porporino uniforme. Presente in tutta la penisola.
- Orchis papilionacea L. subsp. grandiflora (Boiss.) Nelson: portamento più robusto, labello più lungo dei tepali esterni e di colore roseo o bianco con strie e punti rosa a ventaglio. Presente in Sicilia e Sardegna.
Ibridi
L'Orchis papilionacea si ibrida facilmente con l'Orchis morio e gli ibridi assumono carattere intermedio. Si ibrida anche con il genere Serapias (neglecta e vomeracea) -
Utilizzo
Pianta a rischio come tutte le Orchidee. Pertanto, è opportuno lasciarla dove si trova e accontentarsi di ammirarla in natura o limitarsi a fotografarla.
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Curiosità
Scarsa conoscenza delle orchidee
E' veramente un fatto singolare aver verificato che i pastori, almeno quelli da me interpellati, non danno un nome alle orchidee. Le identificano grossolanamente con il termine 'specie di giglio'.
Apocromia e ipercromia, Ibridazione, Introgressione. Vedi Orchis morio.
Fecondazione e Riproduzione delle orchidee per seme (via gamica). Vedi Ophrys tenthredinifera
Apparato riproduttore. Vedi Orchis pauciflora.
Orchis morio In evidenza
Caratteristiche
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Nomenclatura e sistematica
Orchis morio L. Orchidea minore, Giglio caprino, Salep, Pan di Cuculo. Classe: monocotiledonae, Famiglia: orchidaceae.
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Origine del nome
Orchis: dal greco 'orchis' che significa testicolo per la forma dei tuberi; morio: di etimologia incerta potendo derivare da 'morio' che in greco significa pazzo per la variabilità del colore, dal latino 'morion' = gioiello e dall'italiano 'morione' che significa elmo (Pignatti).
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Comportamento ed habitat
Vegeta nelle garighe, nei pascoli e negli incolti.
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Diffusione
Sul Gargano è diffusa dappertutto, dal mare alla montagna. Vegeta nei pascoli e negli incolti in quantità elevata. In Italia vive su tutto il territorio, isole comprese. Le foto sono state scattate in varie località di S. Marco in Lamis (Coppe Casarinelli, Bosco Difesa S. Matteo, Bosco Rosso, Cardinale) e S. Giovanni Rotondo (Contrada Milo).
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Portamento e radici
Pianta eretta, perenne, alta 10-30 cm, fusto cilindrico, violaceo in alto, nel terzo/metà superiore. Le radici sono date da poche radichette eda 2 bulbo-tuberi, talora 3 o più.
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Foglie
Le basali riunite in rosetta; le caulinari guainanti. Ovato-oblunghe o lanceolate, parallelinervie. Brattee violacee o rossastre con colorazione talora più intensa verso l'apice; lunghe più o meno quanto l'ovario.
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Fiori
Infiorescenza più o meno cilindrica, densa e con 5-25 fiori di solito violetti, ma anche rosa o bianchi. Sepali ovato-oblunghi, conniventi. Petali un po' più piccoli dei sepali, anch'essi con striature verdi. Labello più largo che lungo, glabro, formato da tre lobi con i margini sfrangiati e lobo mediano che non sorpassa i laterali; il lobo centrale è in genere più chiaro e presenta macchie e striature violacee; i due lobi laterali del labello possono essere patenti o riflessi cioè rivolti verso il basso. Lo sprone è cilindrico, un po' ingrossato all'estremità, orizzontale o appena rivolto all'insù, più corto dell'ovario e lungo quanto il labello o poco più.
- Epoca di fioritura Marzo-giugno
- Impollinazione Entomofila
- Frutti Capsula deiscente contenente numerosi e piccoli semi.
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Confusione e riconoscimento
Specie molto polimorfa soprattutto per la variabilità del colore. Potrebbe essere confusa con Orchis longicornu Poiret che però è limitata a Calabria, Sicilia e Sardegna, ha lo sprone lungo 2-3 volte il labello, i sepali laterali più lunghi del mediano e riflessi quasi a contatto tra loro; ha inoltre il lobo mediano del labello corto.
Ibridi
L'Orchis morio si ibrida facilmente con l'Orchis papilionacea e gli ibridi assumono carattere intermedio e sono chiamati Orchis xgennari Reichenb. (Orchis morio L. x Orchis papilionacea L.). Si ibrida anche con Orchis laxiflora Lam. e gli ibridi sono chiamati Orchis xalata Fleury. (Orchis morio L. x Orchis laxiflora Lam.). Orchis morio si ibrida inoltre con Orchis pauciflora Ten., con Orchis provincialis Balb., con Orchis quadripunctata Cirillo.
N. B. - Per chi volesse vedere le foto di subspecie e ibridi, consulti Nicola Di Novella, Atlante Iconografico delle Orchidee Selvatiche. -
Utilizzo
Pianta a rischio come tutte le Orchidee. Pertanto, è opportuno lasciarla dove si trova e accontentarsi di ammirarla in natura o limitarsi a fotografarla.
Erboristeria
I tuberi di Orchis morio, militaris, mascula, latifolia e di altre orchidee vengono raccolte dopo la fioritura. Immersi in acqua bollente e poi disseccati sono venduti con il nome di salep, utilizzati per le diarree dei bambini.
Potere afrodisiaco
Gli antichi greci gli attribuivano un potere afrodisiaco collegandolo alla forma dei loro tuberi, simili a testicoli.
Commestibilità dei tuberi
In Oriente si usano come sostanze commestibili. -
Curiosità
L'Orchis morio in genere si presenta in grandi quantità tanto da diventare talora addirittura infestante.
Fecondazione e Riproduzione delle orchidee per seme (via gamica). Vedi Ophrys tenthredinifera.
Barlia robertiana In evidenza
Caratteristiche
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Nomenclatura e sistematica
Barlia robertiana (Loisel.) Greuter = Orchis longibracteata Biv. = Barlia longibracteata Parl. Barlia. Classe: monocotiledoni, Famiglia: orchidaceae.
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Origine del nome
Barlia: da Barla G. B., micologo di Nizza (1817-1896); robertiana: da Robert, autore di una Flora di Tolone del 1838; Orchis: dal greco che significa testicolo per la forma dei tuberi; longibracteata: dal latino 'longus' = lungo e 'bractea' = brattea, per le brattee lunghe.
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Comportamento ed habitat
Vegeta nelle garighe, nei pascoli e negli incolti.
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Diffusione
Sul Gargano è diffusa dal mare sino agli 800 metri di altitudine. In Italia vive in Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, nelle isole e in Liguria. Molto diffusa al Calderoso, a Borgo Celano, ma anche presso la Lammia Nuova a 800 metri (S. Marco in Lamis), Località Milo, Matine (S. Giovanni Rotondo).
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Portamento e radici
Pianta perenne, eretta, robusta, alta 30-50 cm, fusto cilindrico e verde, violaceo verso l'alto. Le radici sono date da radichette e da 2 grossi bulbo-tuberi.
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Foglie
Basali: riunite in rosetta, grandi, oblunghe o lanceolate, carnose, verdi; caulinari: verdi, guainanti il gambo. Brattee verdastre o violaceo-rossastre, più lunghe dell'ovario.
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Fiori
Profumati. Infiorescenza cilindrica, densa, con molti fiori; questi in genere di colore biancastro con macchie e punti più o meno estesi di colore viola che può sfumare sul marrone; spesso ci sono sfumature verdi; tali colori riguardano l'intero fiore e quindi sia i tepali esterni che gli interni. I tepali esterni formano un casco ai lati del quale, a completare il casco stesso, ci sono i tepali laterali interni, non conniventi con i tepali esterni; labello trilobo con i lobi laterali pendenti ed arcuati all'interno e il lobo centrale diviso in due lobi altrettanto pendenti e divaricati cosicché l'aspetto generale dell'intero labello è quello di omuncolo tozzo e robusto. Fauce biancastra, sprone corto e tozzo.
- Epoca di fioritura Febbraio-maggio. Di solito, il ritardo della fioritura è in funzione dell'altitudine: più quest'ultima è bassa, più precoce è la fioritura.
- Impollinazione Entomofila
- Frutti Capsula deiscente contenente numerosi semi.
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Confusione e riconoscimento
Il genere Barlia comprende due sole specie di cui una esclusiva delle Isole Canarie. Pertanto in Italia c'è una sola specie che non dà adito a confusioni.
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Utilizzo
Pianta a rischio come tutte le Orchidee. Pertanto, è opportuno lasciarla dove si trova e accontentarsi di ammirarla in natura o limitarsi a fotografarla.
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Curiosità
Apocromia e ipercromia
Ci sono, nell'ambito di tutte le Orchidee, individui o interi popolamenti che si presentano poco colorati o del tutto decolorati; la decolorazione può avvenire in parte o in tutta la pianta. E' questa l'apocromia, derivante da affezioni patologiche legate al patrimonio genetico. L'ipercromia è invece il fenomeno inverso: cioè colorazione più intensa del normale. Questi individui ipo o ipercolorati un tempo venivano descritti come varietà o sottospecie.
Aceras anthropophorum In evidenza
Caratteristiche
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Nomenclatura e sistematica
Aceras anthropophorum (L.) R. Br. Ballerina. Classe: monocotiledoni, Famiglia: orchidaceae.
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Origine del nome
Aceras: dal greco tuberi; anthropophorum: dal greco ànthropos = uomo e phoros da phérein = portare, cioè che porta gli uomini, per la forma del labello; ballerina: per la forma del labello.
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Comportamento ed habitat
Pascoli, dal mare ai 1500 metri.
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Diffusione
Pianta comune; presente in tutto il territorio nazionale ad eccezione del Trentino. Le foto sono state scattate in località Lammia Nuova (S. Marco in Lamis) e località Mila (S. Giovanni Rotondo).
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Portamento e radici
Pianta eretta, perenne, alta 20-40 cm, fusto cilindrico con poche foglie caulinari. Le radici sono date da robuste radichette e da 2 bulbo-tuberi.
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Foglie
Basali: riunite in rosetta, bislungo-lanceolate, ad apice acuto, verdi, ripiegate a doccia; caulinari: piccole, guainanti il gambo. Brattee verdastre, più corte dell'ovario.
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Fiori
Infiorescenza cilindrica, densa, con molti fiori; questi con i tepali esterni conniventi, a formare un casco sui tepali interni, di colore verdastro spesso soffuso di violaceo, con una linea violacea o rosso-brunastra sul margine e sul dorso; petali laterali lineari e racchiusi nel casco dei tepali esterni; labello trilobo con i lobi laterali lineari e pendenti e il lobo centrale diviso in due lobi altrettanto pendenti cosicché l'aspetto generale dell'intero labello è quello di omuncolo esile e snello; labello di colore giallastro-ocra o rossastro. I fiori iniziano a schiudere dal basso verso l'alto in maniera tale che verso l'apice dell'infiorescenza si trovano quasi sempre fiori ancora in boccio.
- Epoca di fioritura Aprile-maggio
- Impollinazione Entomofila
- Frutti Capsula deiscente contenente numerosi e piccoli semi.
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Confusione e riconoscimento
Il genere Aceras comprendee una sola specie. Pertanto, non dà adito a confusioni. esso si ibrida facilmente con: Orchis militaris L., Orchis purpurea Hudson, Orchis simia Lam., Orchis italica Poiret.
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Utilizzo
Pianta a rischio come tutte le Orchidee. Pertanto, è opportuno lasciarla dove si trova e accontentarsi di ammirarla in natura o limitarsi a fotografarla.
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Curiosità
Ibridazione
L'ibridazione tra specie dello stesso genere o tra specie di generi diversi tra le Orchidacee è un fenomeno frequente e gli individui che ne risultano, gli ibridi, sono molto diffusi in natura contribuendo non poco alle difficoltà di classificazione dei singoli individui.
Introgressione
Gli ibridi possono incrociarsi tra loro e riprodursi, ma possono reincrociarsi anche con le specie parentali dando il fenomeno della introgressione. Gli individui o popolamenti che ne derivano hanno caratteristiche intermedie tra le specie parentali. Spesso, in alcune zone, i popolamenti derivanti da introgressione soppiantano del tutto le specie parentali.