
Primamente, il vocabolo maggese tanto a noi familiare, è affatto ignoto ai cinesi, agl'inglesi, ed a tutti gli altri popoli culti, ed applicati all'agricoltura; ed è anche affatto ignoto ai contadini di tutta La Campagna Felice.
Secondamente, le vigne, i giardini, e gli orti non si lascian mai in riposo.
In quarto luogo.
In quinto luogo. La terra quanto più è coltivata, rivoltata, e disciolta in modo, che più profittar possa del moto della benefica luce del Sole, tanto più si rende felice, e feconda.
In sesto luogo. La natura non mai si riposa, né meno per un impercettibile spazio di tempo. Tanto più vive, per quanto più si agita, e da momento in momento cambia di forma. Sannicandresi, popoli tutti del Gargano, dunque coltivate sempre la terra, senza farla mai riposare, che essa vi restituirà il vostro con incredibile usura.
Dirassi: nella pianura Dauna le terre non si rinforzan elle col riposo?
Questa opposizione scherza col vento. Il vigore, che il grossolano colono Apuliese vede pigliarsi dalle terre riposate, altro non è che l'effetto dello stabio, che vi hanno sparso gli armenti, che nel tempo del riposo vi han pascolato, e del terriccio, che le naturali erbe disseccate e putrefatte vi han dato.
Dirassi ancora: la terra col riposo non riacquista ella i nitri, ed altrettali sorte di sali, che perduti avea col lavoro? Ma tali sali non esistono che nella fantasia degli amici del nocevolo riposo delle terre. Il gran sale salutifero è la luce solare, la quale, rivoltato e disciolto che sia il terreno, dappertutto entra e penetra, e porta fino alle radici la vita, ed il vigore. Potremmo riferir qua altre opposizioni.
Ma noi lasciando che dicano parole, diciamo: non è il riposo, che restituisce ai terreni la fertilità: sono i lavori ben praticati e i ben adattati ingrassi.
Errore Rurale
powered by social2s