1873 - A. Mazzoleni - La scuola in Italia
Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano …, Milano 1873
La prosperità di un paese non consiste nella copia delle sue ricchezze, nella saldezza delle sue cittadelle, nella bellezza de’ suoi pubblici edifici, ma nel numero dei cittadini colti, negli uomini che hanno educazione, dottrina e carattere.
Su questi dati si fondano principalmente il suo vero interesse, la sua forza maggiore, e la sua reale efficacia.
Martino Lutero.
1870 - SdR - Il Concilio vaticano
S. d. R., Nuova Antologia, Volume XIII, Firenze Gennaio 187
Il Concilio Vaticano.
I.
Alle ore nove antimeridiane dell'8 dicembre del testè decorso anno le artiglierie del Monte Aventino e le campane di tutte le chiese di Roma annunziavano al mondo che si apriva il ventesimo Concilio ecumenico; quindici secoli dopo il primo tenuto nella Chiesa, se s'incomincia a contare da quello di Nicea; diciotto, se da quello di Gerusalemme; e tre secoli dopo 1'ultimo, quello di Trento.
Alla stessa ora dalla grande sala, che è sovrapposta al portico della Basilica Vaticana, e che serve d'ordinario alla cena degli Apostoli ed alla benedizione papale, addobbata a cappella per questo scopo, dove si erano radunati, cominciarono a muoversi in processione tutti quanti sono chiamati a sedere nel Concilio. [...]
Presentazione - Storia del Risorgimento - Appunti
Un file di appunti preso dal mio Archivio. Non so quando l'ho preparato.
2011 - Salvatore Lupo - L'unificazione italiana
Salvatore Lupo, L’unificazione italiana, Donzelli 2011
L’ingresso del Mezzogiorno nello Stato-nazione rappresenta il culmine del processo di unificazione. È proprio quell’evento, a ben vedere, il fulcro della celebrazione, e dell’anti-celebrazione revisionista, del centocinquantenario che si sta svolgendo sotto i nostri occhi.
Salvatore Lupo - storico tra i più acuti e autorevoli - ragiona di quegli avvenimenti, e del mito che già allora si costruì intorno ad essi, nonché della rielaborazione della memoria che ne seguì di lì a un ventennio. Lupo adopera il termine "Risorgimento", perché è quello che ci è stato consegnato dalla tradizione, consapevole tuttavia che esso ha il difetto di occultare i forti elementi conflittuali che connotarono, e non necessariamente in senso negativo, il percorso unitario. Per restituire appieno la dimensione dei conflitti, il libro fa ricorso al termine "rivoluzione" (parola nobile e impegnativa), e insieme al suo opposto, "controrivoluzione"; o all’altro termine più inquietante, per la nostra coscienza e a maggior ragione per quella del tempo, di "guerra civile". Si trattò infatti di uno scontro politico e sociale, ma non solo: nell’Italia divisa del tempo, e soprattutto nel Mezzogiorno, si sovrapponevano e si contrapponevano diversi patriottismi, quello siciliano, napoletano, italiano. [...]
2011 - S. Lupo - L'unificazione ... - I miei grassetti
Mie sottolineature a “L’unificazione italiana” di Salvatore Lupo, Donzelli 2011
... Siamo nello stesso paese che ha assistito inerte per anni agli appelli della Lega Nord per la separazione del Settentrione, o meglio per l’espulsione del Mezzogiorno, alle guerriglie del progetto padano di nazione contro il tricolore, l’inno di Mameli, l’icona di Garibaldi. Non va poi trascurato un neo-leghismo meridionale dalla forza politica certo minore, ma i cui argomenti suonano più convincenti - perché riprendono antiche polemiche sui danni che dall’unità avrebbe ricavato il Sud, piuttosto che il Nord. Sta di fatto che il numero delle bandiere tricolori esposto nelle città meridionali è stato inferiore rispetto a quelle settentrionali. ... [...]
Rina Di Giorgio Cavaliere - La Capitanata
Da http://www.reciproca.foggia.it/Contributi/Di_Giorgio/lacapitanata.htm [Non attivo il 24 novembre 2023, NdR]
Rina Di Giorgio Cavaliere, La Capitanata tra lo Statuto albertino e il Tricolore, Edizioni del Rosone s.d.
Introduzione
Le innovazioni correlate alla scoperta di tecnologie sempre più avanzate caratterizzano il processo di formazione del sapere nel XXI secolo, il rapido cambiamento dei paradigmi scientifici e quindi la cultura della complessità.
Bisogna soffermarsi sulla ricchezza di un passato e di una tradizione, che costituiscono le radici e gli orizzonti della nostra vita, e "ascoltare" la memoria di questo lungo cammino di civiltà. Proprio la memoria e l'intelligenza, mentre si limitano a fare i conti con ciò che accade ora e con ciò che è accaduto più di un secolo fa, identificando snodi, scogli, aspetti positivi e negativi di quest'analisi temporale di cui è protagonista l'uomo, finiscono col ricomporre in sintesi unitaria l'antico, per la fattualità del presente e l'immaginazione del futuro. [...]
1859-Carlo De Cesare, Delle condizioni economiche ...
Carlo De Cesare, Delle condizioni economiche e morali delle classi agricole nelle tre Provincie di Puglia, Napoli 1859
All'universale è sembrato sempre un vero paradosso il fenomeno della miseria in terreno fertilissimo
Non così all'Economico, il quale seguendo i principii della scienza che non inganna, ha veduto rispondere il fatto alle deduzioni scientifiche, ed ha potuto rifermare la massima che vi può esser miseria in terreno fecondissimo.
La fertilità della terra richiama naturalmente gli abitatori di essa alle occupazioni agrarie; ma la mancanza delle conoscenze atte a far fruttare il suolo, e la penuria de' capitali necessari non permettono che de' minimi prodotti rispetto alla forza intrinseca del terreno, i quali essendo appena bastevoli a soddisfare i primi bisogni della vita, condannano per questo gli abitatori ad essere esclusivamente e per sempre agricoli. [...]
1863-C.De Cesare-La legge sull'affrancamento del Tavoliere
Carlo De Cesare, La legge sull'affrancamento del Tavoliere di Puglia, 1863
Chiamasi Tavoliere di Puglia una vastissima estensione territoriale, la quale abbraccia una gran parte della Capitanata, della Terra di Bari e della Terra d’Otranto, e buon tratto del territorio della Basilicata.
Tutta cotesta estensione di terra della lunghezza di circa settanta miglia e della larghezza di trenta, presenta una superficie di 12.314 carri pugliesi, 9 versure ed 8 catene, pari a 300.000 ettari, dei quali la sola provincia di Foggia o Capitanata ne comprende al di là di 200.000. [...]
1864-Cletto Arrighi-I 450 deputati-Introduzione
Cletto Arrighi, I 450 deputati del presente e i deputati dell’avvenire, Milano 1864
Tre mesi or sono politicamente egli era vivo ancora. Oggi, Cesare Cantù non è più; egli è morto.
Requiem aeternam.
Codesta non può essere dunque che la sua necrologia; e il pensiero che parliamo d’un morto, ci manterrà meno sdegnosi e più calmi.
Cantù fece, sopra se stesso, ciò che l’onorevole Ferrari avrebbe voluto si facesse di Mazzini, quando disse:
“Voi dovevate trascinarlo in questo recinto e farlo morire qui su questi banchi”.
Cantù si suicidò per amore dei preti e dei Paolotti. E costoro che non l’amarono mai, ne vanno superbi. [...]
Alcune notizie su Cletto Arrighi prese da www.nnamon.it: Nasce da Giuseppe e Annamaria Cassina a Milano in un ambiente domestico già frequentato allora da intellettuali come Vincenzo Monti e Ugo Foscolo, e poi da Ermes Visconti e Tommaso Grossi.
Fin da giovanissimo adotta delle nuove generalità, che costituivano l’anagramma del suo nome ufficiale. Partecipa alle cinque giornate di Milano nel 1848 e alla prima guerra di indipendenza, per poi aiutare il Regno di Sardegna come volontario anche tra il 1859 e il 1861. Dopo gli studi da autodidatta, Carlo Righetti si laurea in legge a Pavia: negli anni Cinquanta esplora il suo talento letterario fondando nel 1856 una rivista periodica di satira, dal titolo L’uomo di pietra, dove pubblica numerosi articoli sui discutibili costumi della società milanese, sotto lo pseudonimo di Cletto Arrighi, anagramma che manterrà da ora in avanti per firmare tutte le sue opere.
L’anno successivo compare il suo primo romanzo, Gli ultimi coriandoli, dedicato ‘audacemente’ ad Alessandro Manzoni, che fu però censurato dalla critica: nell’opera viene citata per la prima volta il termine ‘scapigliatura’, intesa nella sua accezione più colta già menzionata tra il Cinquecento ed il Seicento da letterati storici come Girolamo Leopardi, Tassoni e Buonarroti.
La giornata di Tagliacozzo del 1858, successivamente pubblicato nel 1863 col titolo Il diavolo rosso, rappresenta la sua seconda opera narrativa, e racconta alla maniera del romanzo storico, lo scontro tra guelfi e ghibellini del 1268 avvenuto tra le truppe di Corradino ed il re di Sicilia Carlo d’Angiò.
Nel 1867 viene eletto deputato su posizioni radicali, simili a quelle della sinistra mazziniana e garibaldina. Si dedica anche, e con profitto, al giornalismo, alla letteratura e al teatro.
Nel 1860 fonda il giornale Cronaca grigia, che dura fino al 1872 e sarà uno dei periodici che più contribuiranno alla diffusione della Scapigliatura, arrivando ad ospitare il dibattito sul Verismo. Il romanzo più famoso del Righetti è La Scapigliatura e il 6 febbraio (1862) in cui, nelle forme del romanzo popolare, egli dà la definizione di un ceto di scontenti e ribelli, delineando il clima sociale e politico in cui nasce il movimento scapigliato (che proprio dal titolo del romanzo finì per trovare la sua denominazione).
Scrive in seguito numerosi romanzi storici, avventurosi, di intrigo misterioso. Negli anni Ottanta subisce l’influsso di Émile Zola (Nanà a Milano, 1880) e approda al romanzo sociale (La canaglia felice, 1885), creando e organizzando anche l’opera collettiva Il ventre di Milano. Fisiologia della capitale morale (1888, il titolo è un’eco dello zoliano Ventre di Parigi; ma la formula aveva avuto molto successo: anche Matilde Serao aveva scritto già Ventre di Napoli), collaborandovi con pezzi di analisi sociale.
È anche autore di operette comiche teatrali, quasi sempre in dialetto milanese. Scrive ben trentanove commedie in dialetto, di cui alcune ancora oggi in repertorio nelle compagnie dialettali (quella di Dario Fo ne è stato un esempio), ed è inoltre direttore gerente della compagnia del Teatro Milanese in cui recitano Edoardo Ferravilla, Gaetano Sbodio, Emma Ivon, Edoardo Giraud.
Gli sposi non promessi. Parafrasi a contrapposti dei Promessi Sposi, del 1895, è un’opera in cui Cletto ribalta completamente i personaggi manzoniani in una parodia piuttosto eversiva polemizzandone tutti gli aspetti, da quelli politici a quelli socio-culturali, a quelli religiosi. L’opera non viene mai pubblicata, ma determina la sua rinuncia al genere letterario.
Successivamente si ritrova ad accettare un posto come impiegato presso l’Archivio di Stato di Milano, al tempo sotto la direzione di Cesare Cantù, che pure aveva criticato nella sua opera I 450 deputati.
La sua passione per il milanese lo spinge a confezionare un piccolo ma sostanzioso Dizionario milanese-italiano pubblicato nel 1896 tra i Manuali Hoepli. Conduce una vita disordinata (“scapigliata” significa proprio questo), resa ancor più precaria dalla passione per il gioco d’azzardo, che gli fa perdere ingenti somme di denaro.
Nel 1902, al cospetto del cardinale Andrea Carlo Ferrari, Cletto Arrighi, rinnega tutto quanto c’era di anticristiano nelle sue opere.
Muore in miseria, abbandonato da tutti, a Milano nel 1906
1868-G.Massari-Intervento parlamentare sui tabacchi-Discorso
Giuseppe Massari, Discorso pronunciato alla Camera nella seduta del 4 agosto 1868 sulla Convenzione per una regia cointeressata dei tabacchi, Firenze 1868
Signori,
La Camera comprenderà come io non possa né debba seguire l’onorevole preopinante nel campo delle idealità e degli individualismi nei quali assai largamente e si dottamente ha spaziato. Io mi atterrò strettamente alla questione sulla quale la Camera è chiamata a deliberare; mi ci atterrò trattandola sotto il solo aspetto sotto il quale è lecito a me di trattarla: sotto l'aspetto politico, perché i miei colleghi tutti sanno che la sola ragione di competenza speciale che avrei a parlare a proposito di tabacchi, sarebbe quella di appartenere da lunga pezza, in qualità di fumatore, alla classe dei più generosi contribuenti verso lo Stato. (Ilarità) [...]
1869-Giuseppe Massari-La tassa sul macinato
Giuseppe Massari, La tassa sul macinato ..., Firenze 1869
Signori,
Dopo tre giorni, e potrei dire tre giorni e mezzo di discussione, quando l'argomento mi pare pressoché esaurito, quando così giusta e così evidente è la impazienza della Camera di ripigliare i suoi pacifici ed utili lavori la condizione di un oratore, me lo concederete, non è molto favorevole, ed io ho bisogno più che mai di rivolgermi alla vostra benevolenza assicurandovi che sarò brevissimo (Bene!) e perché, torno a ripeterlo, l'argomento mi pare pressoché esaurito, e perché sento più che mai il dovere di usare riguardi agli oratori e di questa (la Destra) e dell'altra parte (la Sinistra) che si sono iscritti dopo di me, od il di cui diritto, come diceva testè molto opportunamente l'onorevole Paini, è stato manifestamente conculcato. [...]
1865-Carlo De Cesare-Agli elettori
Carlo De Cesare, Agli elettori, Firenze 1865
Ai miei elettori
Signori,
Voi mi faceste l’onore di affidarmi il più difficile e importante mandato, quello di rappresentarvi nel primo Parlamento italiano, io sento il dovere di mostrarvi qual uso ne feci durante quasi cinque anni di legislatura faticosa e lunga.
Nessuno ignora che il primo parlamento inaugurò i suoi lavori nel maggiore entusiasmo delle miracolose vittorie riportate dalla rivoluzione e dall’esercito nazionale, e quando tenevasi per fermo che nuove o prossime battaglie al più presto avrebbero ridonato all'Italia il possesso di Roma e Venezia. [...]
1853-Carlo De Cesare-Intorno alla ricchezza pugliese
Carlo De Cesare, Intorno alla ricchezza pugliese, Bari 1853
... Noi non vogliamo penetrare nel santuario delle famiglie.
Chi vi entra non può non profanarlo. Ciò nullameno vi sono tali fatti, che appalesandosi nel pubblico, obbligano imperiosamente l’economista ad esaminarli, studiarli, approfondirli per cavarne da essi regole opportune e salutari precetti di ben vivere civile, e di economia domestica.
A prima giunta sembra uno strano fenomeno, come tante famiglie della Puglia Piana, oggi costituite e ricche, possano dimani precipitare nelle più abbietta e squallida miseria!
Ieri vedeste dieci famiglie lussureggiare, passeggiare in superbi cocchi, e nello stato di procurarsi tutte le soddisfazioni. ...
1912-Giuseppe Abba-Nuova Antologia
Gualtiero Castellini, Giuseppe Cesare Abba, Nuova Antologia del 16 marzo 1912
Giuseppe Cesare Abba.
I.
Il 5 maggio 1860 un giovane, partito da Parma il dì innanzi con l'animo in tumulto, entrava a Genova nella camera di un amico studente, apriva la porta e tosto si sentiva accogliere con queste parole: - Tu vai in Sicilia! - Grazie! - rispondeva il giovane, lieto di vedere indovinato il suo intento onorevole. - Tu non mi hai mai detto parole più degne.
Esprimeva così, laconicamente, la sua soddisfazione, e confermava il suo proposito.
Partiva per la Sicilia oscuro, sarebbe ritornato da Napoli oscuro, ma con un piccolo taccuino annotato da una scrittura chiara e minuta, che - vent'anni dipoi - tutta Italia avrebbe letto: le Noterelle d'uno dei Mille. [...]
1933-G.C.Abba-Diario del maggio 1860
G. C. Abba, Maggio 1860, pagine di un taccuino inedite. Mondadori Milano 1933
Pubblicate e illustrate con la scorta di un carteggio inedito tra G. C. Abba e M. Pratesi da Gino Bandini
NB. Le note, presenti nel testo in questa prima sezione ed in quella successiva, sono state omesse. ndr
Sabbato 5 maggio 1860.
Dalla villetta Spinola partenza.
I Barconi. 10 ore. La voce di Garibaldi chiama La Masa. Sensazione universale. Si bordeggia la notte sino alle 3 del mattino, indi sulle fregate. In alto mare un caduto è salvato dai nostri il giorno 6.
7 Maggio.
Alle ore pom. si approda a Talamone tra Toscana e Romagna.
Grande entusiasmo nei giovani della spedizione. Il Comandante del forte, viene a complimentare i due vapori. Bello e caratteristico per grande allura e spalline. [...]
2009-Alberto Mario Banti-L’età contemporanea
Estratto (Capp. 8, 14 e 23) da Alberto Mario Banti, L’età contemporanea. Dalle rivoluzioni settecentesche all’imperialismo, Laterza 2009
Alberto Mario Banti è professore ordinario di Storia contemporanea all'Università di Pisa. Si è occupato di storia del Risorgimento italiano e di storia del nazionalismo europeo ottocentesco.
Tra le sue pubblicazioni più recenti La nazione del Risorgimento. Parentela, santità e onore alle origini dell'Italia unita (Torino 2000) e L'onore della nazione. Identità sessuali e violenza nel nazionalismo europeo dal XV!! l secolo alla Grande Guerra (Torino 2005).
Per i nostri tipi, tra l'altro, Il Risorgimento italiano (2096) e L'età contemporanea. Dalla Grande Guerra a oggi (2009). ...
1993-Roberto Balzani-Pagine di un diario
Roberto Balzani, Pagine di un diario nella terra della Repubblica, Santerno 1993
Contrariamente a quanto si crede di solito,
la periferia non é il luogo in cui finisce il mondo
- è proprio il luogo in cui il mondo si decanta.
Iosif Brodskij, 1983
Ho visto i suoi occhi azzurri coprirsi di un velo di nostalgia, mentre quelli del vicino, scuri, mobili e vivaci, da faina corpulenta, scomparire per un attimo sotto la tenebrosa coperta delle palpebre.
Convenevoli. Strette di mano. Cordialità sincera, ma un po' imbarazzata. Esco nella notte con in mano un libro antico, rilegato in tela grigia. Me l'ha regalato l’ospite sognatore dai capelli brizzolati. dicendomi: "Legga. Forse l’aiuterà a capirci". Tutto rapido, quasi frettoloso. Da Bergman a Charlot. [...]
Gaetano Natale-La crisi di fine secolo
Gaetano Natale, La questione sociale e la crisi del parlamento nel decennio 1890-1900.
… Con quella lettera [rivolta al parlamento, da parte di Rudinì, Cavallotti e Brin] si inizia la famosa questione morale, sollevata dal Cavallotti, della quale, per un quarto di secolo, i nazionalisti nostrani - sull'esempio del loro capo Enrico Corradini che ne prese l'iniziativa - si sono serviti per screditare la democrazia, e far risalire alla campagna del Cavallotti la causa del fallimento della politica crispina, senza tenere il minimo conto della realtà dei fatti consacrati in atti ufficiali, e, per quanto riguarda il Cavallotti, nella documentazione stampata. …
1935-Guido Pallotta-Contro G. Salvemini
Guido Pallotta, Pagine di un gregario, Torino 1935
Risposta al professor Salvemini intorno al problema dalmata
Poche settimane sono trascorse dal giorno memorando in cui l'urlo dell’erompente siluro di Rizzo, l’affondatore, ripercuoteva la sua eco di monte in monte, di balza in balza, quasi diana di riscossa, lungo tutta la Dalmazia. Esultò allora il nostro cuore, che parve cancellata l’onta di Lissa, ma la piena esplosione della nostra gioia fu contristata dal pensiero che non dal solo austriaco ci venga contrastata quella terra. Intorno a questa tanto grave questione tace il Governo: si è lasciata sfuggire una splendida occasione di riaffermare i nostri diritti, in quel Congresso di Roma che pur dovrebbe segnare l’inizio di una nuova politica italiana. A nessuno sfuggì la grande importanza di questo Congresso con cui Roma si faceva paladina di tutti gli oppressi dall’Absburgo; ma sarebbe stato bene che, oltre a tanti discorsi, bellissimi senza dubbio, vi si fossero gettate le basi di un concreto accordo tra le aspirazioni nazionali dei vari popoli prettamente anti-austriaci. In tal maniera si sarebbero eliminati dubbi e malintesi tra gli Alleati, anzi tra gli stessi italiani; giacché, purtroppo, fra gli stessi connazionali nostri non mancano gli aperti banditori dell’abbandono di ogni nostro diritto sulla Dalmazia. [...]
1909-G.Faldella-Il primo parlamento italiano
Giovanni Faldella], in Nuova Antologia, Volume CXLII, Fascicolo 901 del 1 Luglio 1909)
NOTA. - Si sta allestendo una edizione completa delle opere del nostro compianto ed eminente collaboratore Tullo Massarani, edizione ordinatasi dallo stesso autore nel suo testamento, con il quale provvide che anche la maggior parte del suo patrimonio intellettuale non andasse dispersa.
Due poemi, di cui uno inedito, Esmea, illustrati da suoi disegni, vennero affidati alla tipografìa del Senato. Le altre opere alla casa editrice dei successori Le Monnier. Noi diamo qui partedell'Introduzione ai Ricordi Parlamentari scritta dal senatore Giovanni Faldella, al quale Tullo Massarani lasciò amichevolmente la cura della relativa pubblicazione. È un quadro della Rappresentanza nazionle del 1860, opportuna a ricordarsi per le prossime celebrazioni cinquantenarie e sempre esemplare. (La R.)
Eugenio Scalfari-Il Risorgimento
Eugenio Scalfari
... L’anniversario si presta ad alcune riflessioni, rese ancor più attuali e necessarie dopo il discorso di Giorgio Napolitano a Reggio Emilia, luogo storico del Risorgimento, perché fu lì che la bandiera tricolore sventolò per la prima volta, portatavi dall’armata napoleonica che aveva fondato la repubblica Cisalpina su un territorio strappato all’Austria e ai Savoia, più o meno corrispondente a quello che la Lega usa chiamare Padania. [...]
2004-V. Strada-Storia della Russia-Introduzione
Storia della Russia, Corriere della sera, 2004
Presentazione
di Vittorio Strada
Chi abbia acceso il televisore la sera del 15 ottobre 2004 sarà rimasto preso da ciò che vedeva sullo schermo: un nutrito coro di militari russi si esibiva di fronte a Giovanni Paolo II e ad una platea di prelati. [...]
1912 - Leone XIII
Crispolto Crispolti - Guido Aureli, La politica di Leone XIII … , 1912
Luigi Dragonetti, Scritti polemici e varii, L’Aquila 1867
Il papa attuale, Leone XIV, non mi piace.
Il testo che segue parla di Pio IX e di Leone XIII.
Su questo “file” sono riportati i pareri di due cattolici integralisti (1912) e di un politico italiano-piemontese, che scrisse nel 1867.
[...]
1910-Collodi-D'Ancona-Bacci
Alessando D’Ancona, Orazio Bacci, Manuale della letteratura italiana, Volume VI, 1910
…
Carlo Lorenzini (Collodi).
Per affetto alla madre Angiola Orzali, Carlo Lorenzini prese il pseudonimo - col quale è largamente noto - dal paese materno di Collodi nel Pesciatino.
Nacque in Firenze di modesta famiglia il 24 novembre 1826. Frequentò le scuole degli Scolopj, ma più studiò e osservò da sé: conobbe e lesse molto di cose francesi. Nel '48 fu coi volontarj toscani in Lombardia.
Tornato a Firenze fu nominato segretario presso il Senato toscano, e nel '49 segretario di prima classe presso il Governo provvisorio. Si volse presto alla letteratura giornalistica. Nel '48 aveva fondato il Lampione "giornale per tutti", sospeso l’11 aprile 1849 per l’avvenuta restaurazione. Ne riprese la pubblicazione il 11 maggio 1860 con un suo articolo che cominciava: "Ripigliando il filo del nostro discorso interrotto ecc.", interrotto da 11 anni! [...]