Arti e Manifatture.
Deserte le provincie romane dalle invasioni dei popoli del Nord, questo funesto avvenimento fu fatale all'agricoltura, egualmente che alle scienze ed alle arti. Questi barbari conquistatori erano pastori, o cacciatori: essi si contentavano di godere senza pena e senza fatica i vasti deserti delle loro conquiste; e non coltivavano che una porzione del terreno, il quale era a portata delle loro abitazioni; ed anche superficialmente. Le arti nel loro rinascimento aumentarono il numero degli abitanti: i pascoli, il bestiame, la caccia non essendo più sufficienti a nutrire numerosi popoli, fu forza di
La comunità, la quale ha un gran territorio da coltivare, e la facilità di esercitare il commercio delle derrate; non deve estendere di troppo l'impiego del danaro e degli uomini nelle manifatture, gli è vero in pregiudizio dei travagli, e delle spese dell'Agricoltura: ma questa comunità non deve trascurare quelle manifatture, di cui ha i primi generi, e che si possono fabbricare presso di essa con minore dispendio.
Nella nostra città tutto si compra (grassetto del webmaster); nell'atto che si potrebbero introdurre le fabbriche dei panni-lana, e dei cotoni, onde potersi vestire la maggior parte del popolo. Si dia un'occhiata alle industrie armentizie, ed alla statistica degli animali del ruolo di fida, per persuadersi che tali fabbriche si potranno benissimo animare; ed ancora introdurre la conceria delle pelli che si vendono a buon mercato, per ricomprarle conciate a carissimo prezzo. Si potrebbe introdurre pure la fabbrica del sapone perché vi sono trappeti per olio, e morchia, nel tenimento, e nei luoghi vicini.
Per ottenersi tutto ciò, e per i tessuti precisamente dovrebbe l'amministrazione comunale mandare per un dato tempo nelle fabbriche in attività delle persone, a fin d'istruirsi in proporzione de' mezzi che la sua economia comportano (Nota 1).
Nota
(1) A rappresentanza di questo Decurionato la Reale Società Economica deliberava nel 1843 potersi qui mandare dall'ospizio Fornari di Cerignola una giovinetta per diffondere la maniera d'intessere la felpa: cosa che non potè aver luogo per mancanza di reclusorio.
Strade esterne.
Per istrade esterne si sta da noi malissimo. Tuttavolta è da compiacerci che la traversa rotabile per S. Giovanni Rotondo è prossima alla sua fine, essendoché ancora incompleta ci ha aperto il commercio col porto di Manfredonia. Ma ciò non basta; se non si va a rendere carregiabile la interessante strada di Stignano, nulla si sarà fatto. L'Amministrazione comunale fin dal 1829 vi aveva già pensato; ed un progetto di opera per mezzo letto rotabile con la spesa di D. 3000, si era già da S. E. il Ministro degli affari interni approvato; se non che con la decretazione di darsi mano dopo terminata la traversa per S. Giovanni Rotondo.
Ma siccome l'Amministrazione comunale trovasi disquilibrata nella sua economia, per cui il fondo di esito per le opere pubbliche comunali a disposizione del decurionato, non può essere aumentato; così quest'epoca verrà, e la strada di Stigliano fatta oramai più pericolosa pel continuo transito, rimarrà senza essere immegliata, comecché fosse la più interessante pel commercio col capoluogo del distretto, e con tutt'i luoghi della Puglia occidentale.
E però, se gl'industriosi, i proprietarii convicini, i viandanti, ed i commercianti non associeranno i loro mezzi a quelli dell'amministrazione affin di accomodare economicamente la strada sul progetto dell'architetto Signor Facciolla del 1829, rimarranno senza effetto le tante sollecitudini, come senza sfogo alcuno rimarranno le calde istanze dei cittadini, e forestieri, i quali tutti per scansar i molti pericoli cui vann'incontro, invocano ad una voce la riduzione della strada in parola.
Non si avrebbe dovuto metter termine alla presente memoria, senza fare un cenno di ciò che offre il suolo patrio in fatto di Botanica, e su tutto ciò che potrebbe interessare la Mineralogia, l'Orittografia, l'Orittologia, e la litografia. Questo discorso scientifico potrà essere elocubrato da altro concittadino d'idee più fecondi, cui ne riserbiamo la continuazione.
Conchiusione.
FINE DELLA MEMORIA
Appendice
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