Il Diavoletto, Anno XIII, n. 158, 8 luglio 1860
Ne volete una prova, volete proprio vedere com'è che già comincia la solfa? Ebbene vi daremo a leggere alcune linee del prefatto Osservatore. Esso, sotto il titolo che abbiamo messo in capo all'odierno scritto, stampa un lungo articolo che non è altro se non che l'apologia della rivoluzione, dello stiletto, delle uccisioni in massa, di Mazzini, e per conseguenza della repubblica una, con Roma per capitale.
Chi di noi sarà così scemo, seguita l'organo popolare dei milanesi, da ritenere che Napoleone III abbia servito d'istrumento nelle mani di Cavour, anzichè questi a quello?
E lo stesso giornale che accusa Cavour non la perdona né a Pellico né a Manzoni - e non vede altro uomo che possa salvare l'Italia che Mazzini, altra spada per difenderla che quella di Garibaldi.
Insomma a dirla corta, è la repubblica che si predica a Milano - come se la prepara in Sicilia. Tutto quel che si fece fu fatto da Mazzini e per la repubblica, e la stessa spedizione di Sicilia fu opera del sacerdote dell'idea.
Chi avesse scritto a Milano queste cose tre mesi fa, sarebbe andato a rischio di farsi lapidare - ma i tempi sono mutati; e Mazzini dà lo scacco a Cavour.
La capiranno adesso gli uomini di buona fede dove va a parare tutta la facenda? Al caso non fossero ancora compresi di questa verità, per fargliela capir meglio, ecco per ultima loro altre quattro righe dell'Osservatore Lombardo.
“La cieca ed interessata adorazione pell'oggidì potentissimo ministro Cavour, non ha migliore e più accetto modo di manifestazione, della contumelia e della calunnia per Giuseppe Mazzini, che noi, non esitiamo a proclamare il primo patriotta italiano.
E più sotto leggiamo Chi iniziò la rivoluzione in Sicilia?...
Fu Rosolino Pilo e Corrao, i quali partiti da Londra su d'una sdruscita nave e con quelle poche risorse che loro seppe procurare quell'impenitente finale di Giuseppe Mazzini, furono causa che i Siciliani avessero avuto ad insorgere e Garibaldi ad accorrere alla voce dell'insurrezione.
È bensì vero che l'insurrezione della Sicilia avendo sortito esito fortunato, si tentò e si tenta di attribuirne l'iniziativa a tutt'altri fuorchè a Giuseppe Mazzini, ma noi non seguiremo il sistema di piccole perfidie adottato in confronto dell'antico partito repubblicano.
Se l'Italia si farà la dovremo al partito d'azione, a quel partito repubblicano che primo mosse per la Sicilia, che accorse con Garibaldi in aiuto dell'insurrezione e che posto da banda ogni rispetto di diplomazia e di diplomatici cammina diritto alla propria meta, (la Repubblica). Vi basta signori? Eh bene per noi ne abbiamo anche di troppo.
Mazzini e Cavour
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