Questione sociale e Meridione
1909 - Pasquale Villari - Questione sociale e Meridione
Pasquale Villari, Scritti sulla Emigrazione e altri argomenti vari, Bologna, 1909
[...] Un fatto assai notevole e ben conosciuto è che quasi tutta l'emigrazione italiana è in grandissima maggioranza di coltivatori dei campi, di gente più o meno del contado. La popolazione cittadina, propriamente detta, assai di rado emigra. Si tratta di una questione principalmente, sostanzialmente agraria. E tale mi apparve sin dal primo momento in cui mi occupai della questione sociale in Italia, specialmente nel Mezzogiorno. Quando esaminai i processi del brigantaggio in quelle provincie, vidi che i briganti erano quasi tutti contadini, che s'erano dati alla campagna per vendicare qualche ingiuria patita.
I salari erano sempre salari della fame, le sofferenze, la miseria grandissime. Ebbi lettere di ufficiali dell'esercito, che facevano la campagna contro il brigantaggio, e spontaneamente mi scrivevano per darmi ragione, per dirmi che erano meco pienamente d' accordo.
Tutto questo nell' Italia meridionale si spiegava colla secolare oppressione, colle condizioni deplorevoli di civiltà in quelle provincie. Ma io dovetti osservare che in altre non poche parti d'Italia, in diverse proporzioni, con caratteri diversissimi, si riproduceva più o meno lo stesso fenomeno. C'era sempre un vero contrasto, un grande squihbrio fra la città e la campagna. Andando a Milano si vedeva un grande progresso industriale e sociale, una città tale da non avere invidia alle principali metropoli d'Europa. Ma se si andava pochi chilometri fuori della cerchia daziaria, era subito un altro mondo. Si trovavano ancora le condizioni tanto deplorate dall'on. Jacini: la malaria delle risaie, le case umide, i salari insufficienti, la pellagra che faceva strage. [...]
Data creazione | Martedì, 24 Settembre 2019 |
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Categoria | Pasquale Villari |
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