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G.Salvemini ed E.Rossi

1957 - Ernesto Rossi - Salvemini, il non conformista.

1957 - Ernesto Rossi - Salvemini, il non conformista.

Il Mondo, 17 settembre 1957, ripubblicato da Quaderni Radicali, n. 11/12, gennaio-giugno 1981
[...] La impopolarità che Salvemini raggiunse in certi momenti - specie negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale - credo che non sia mai stata raggiunta da nessun altro uomo politico italiano.
La prima volta che notai per la strada la sua strana figura (indossava allora un “pipistrello nero”, passato da parecchi anni di moda, che neppure i fiaccherai portavano più, e il cappellino a pan di zucchero dei contadini pugliesi) fu nel 1919, mentre mi trovavo in tranvai; un energumeno si sporse tutto dallo sportello della piattaforma per urlargli in faccia l'insulto: “Rinunciatario!”.
Con questo titolo Salvemini è stato conosciuto da tutta una generazione di “patrioti”; anche da quelli che non avevano mai letto il suo nome su Magnati e popolani in Firenze e sulla Storia della rivoluzione francese.
Nonostante la severità dei suoi principi morali, che non ammettevano compromessi di alcun genere a vantaggio del suo “particulare” e ben poco spazio lasciavano al riposo ed agli svaghi, Salvemini era un compagno socievole, allegro, sempre pronto alla battuta scherzosa. Rideva di tutto cuore, come un bambino, quando gli raccontavano una buona barzelletta.
Fra le poche lettere che ho salvate di lui, ne ho trovate due che mi scrisse nel 1923 dall'Inghilterra, dove si era ritrovato con Carlo Rosselli.
“Rosselli ed io - scriveva il 23 agosto - abbiamo passato a Hindhead tre settimane incantevoli. Rosselli fece furore nel mondo femminile; ma credo che non sia arrivato mai al di là delle spese minute. Io, da quel povero vecchierello che sono, non mi lamento. Eravamo in concorrenza per la più bella signora della comunità: una irlandese giunonica, vedova di guerra, fra i 35 e i 40 anni, veramente bella e deliziosa pianista e cantatrice, che... ci serviva a tavola: perché il servizio era fatto da studenti di Cambridge e di Oxford, da professori di scienze e lettere, artisti e altri simili ingredienti. Dunque Rosselli ammirava quella signora very much: e io anche. Rosselli si lancia all'attacco con baldanza giovanile. Io zoppicavo alla retroguardia. L'ultima sera ci invitò entrambi a fare una passeggiata al chiaro di luna. Rosselli era aggressivo: io taciturno. Alla fine la bella dichiarò che io le piacevo di più. Disastro irreparabile! Rosselli ci pianta e se ne va. Io rimango unico padrone delle acque. Quel che successe allora nella solitudine, in presenza della sola luna, non posso dirlo... perché non successe niente. Le donne inglesi sono come l'Italia: non succede mai niente, e non dura mai niente”. [...]

Data creazione Domenica, 22 Settembre 2019
Categoria Ernesto Rossi
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