Alcuni storici, fra i quali il Giuliani, sostengono essere il nome di Vieste una corruzione di Apeneste, antica città che sorgeva, secondo le loro congetture, nel luogo ove si eleva la città moderna; altri vogliono che Vieste derivi il suo nome da un antico tempio che sorgeva ne' suoi dintorni, sacro alla dea Vesta.
Vieste si fa viva particolarmente nella storia per le sue sciagure; fu perseguitata dagli uomini e dagli elementi.
In tempo di fiere lotte papali, Celestino V fu arrestato a Vieste per ordine di Bonifacio VIII.
Nel 1554 i corsari Turchi assaltarono e presero la città. Per la resistenza opposta loro dagli animosi abitanti, la bestiale crudeltà, precipua dote del popolo, che è rimasto tuttodì al livello intellettuale e civile di quel tempo, si esplicò in un memorando macello. Settemila persone (Immagine) vennero passate a fil di spada, non avuto riguardo né a sesso né a età; altre settemila vennero tratte prigioniere. Quando le galee vittoriose ripresero il mare, la città sperduta rimase pressoché deserta.
Quasi ciò non bastasse, non molti anni dopo e più precisamente il 21 maggio del 1646, un terremoto scosse la città dalle fondamenta e la fece minare in gran parte. Numerose furono le vittime. Non abbiamo particolari narrazioni di questi luttuosi disastri.
Nel secolo XVI fu data in feudo al capitano Consalvo di Cordova, che vendé poi i suoi diritti al Mendoza.
Carlo V l'aggregò al Demanio.
A Vieste termina una fra le pochissime strade carrozzabili che attraversano il Gargano; oltre la città sperduta, per percorrere il promontorio dal lato di levante, non rimangono che sentieri e vie mulattiere si ritorna allo stato selvaggio.
Per giungere, dalla stazione di Apricena, che è la più prossima, a l'ultima città del Gargano, occorrono dodici ore di diligenza e forse più, dodici ore di inaudite sofferenze anche per l'ultimo viaggiatore delle ferrovie, per chi preferisca alla quarta classe, istituita nell'Italia meridionale, il carro bestiame, che forse è migliore.
Vieste è fuori dal mondo, dorme sperduta fra i suoi bianchi scogli; non tanto però, che non si avveda di qualcuno che vigila assiduo nella non remota isola di Pelagosa.
Vieste
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