Verso levante, si distendono a' suoi piedi umili casette; a ponente, dove la roccia scende ripida su la strada che conduce a Valle delle Rose, fra le sue fondamenta si aprono alcune grotte abitate da pastori e da carbonai.
Una lapide che si trova nella chiesa dei frati francescani attesta come la regina Giovanna II morisse strangolata nell'oscura fortezza. Il superbo edificio, che ha leggende tristi e pagine tragiche, riposa sventrato e scomposto; nelle corti spaziose si ammucchiano ruderi e rovi; pure non perde della sua solennità. Si eleva alto sui precipizi e pare veramente opera di giganti; molte volte le nubi lo attorniano e lo velano; quando il sereno impera, può dirsi signore dello spazio. Su le sue torri maestre crescono a migliaia piccoli cespi di fiori azzurri che i monelli mi portano e mi offrono con una frase gentile: - Fiori culor 'i cielo! - La rudezza della pietra si ammorza in queste lievi macchie di colore.
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Rientriamo in città, nella città dalle strane case del più bizzarro stile. Sono quasi tutte ad un sol piano, con scale esterne, le quali per un uscio ad arco conducono ad una terrazza. La facciata è quasi sempre in forma di quadrilatero; molte volte la porta d'ingresso fa anche l'ufficio di finestra.
Quasi tutte le case recano, a sommo della porta, una piccola nicchia con la figura dell'Arcangelo. Anche a Monte Sant'Angelo i vecchi vestono quasi tutti il loro costume, che è formato da una corta giacchetta di velluto scuro, da una sottoveste di panno con bottoni dorati e da calzoni corti di velluto nero. Le calze di lana sono ferme al ginocchio per mezzo di un nastro. Portano alla cintola una fascia ed hanno la camicia bianca col colletto rovesciato. Compiono tale abbigliamento con un piccolo berretto frigio, celeste.
Molte donne quassù hanno gli occhi color del mare, sono gentili e belle. Ne ho visto partire un gruppo che scendeva nei piani a spigolare; avevano quasi tutte il capo ricoperto da un grande fazzoletto bianco e vestivano tutte di bianco. Le più giovani recavano enormi pani rotondi e neri della dimensione di una buona ruota di calesse; parevano piuttosto spugne: in principio non sapevo capacitarmi a che potesse servire quell'enorme arnese. Dicono che è un pane squisito e così sia per la loro salute.