Il Circolo nella cronaca elettorale di San Marco dal 1973 al 1997
Lo scudo crociato ottiene 12 seggi, 10 seggi vanno ai comunisti, 3 ai socialdemocratici prima rappresentati dal solo Michele La Porta, al quale si aggiungono ex democristiani, come Costantino Grana e Nicola Ciavarella. Due seggi ai socialisti, Domenico Galante, anche questo di famiglia DC, e Antonio Potenza. 1 seggio al Rinnovamento Socialista e 2 al Movimento Sociale.
Non si raggiunge nessun accordo in quanto gli schieramenti, comunque coalizzati, non superano i 15 seggi, quindi ago della bilancia è Antonio La Porta con Rinnovamento Socialista che brucia l’amministrazione di sinistra, rimanda alle urne i cittadini di San Marco e si ritorna a votare nel ’78.
Malgrado la tenuta della DC che riconferma i suoi 12 seggi in una lista completamente rinnovata ad eccezione della riconferma dei due Aclisti, Contessa e Delle Vergini, il PCI, con i suoi 10 seggi riconfermati, i 2 del PSDI che ne perdono 1 e i 2 Socialisti più 2 dissidenti DC eletti nella Lista Civica Alternativa Democratica, formano il governo della città ed eleggono Sindaco Giuseppe Soccio , conosciutissimo nel paese per le sue continue apparizioni nella TV locale, TV riportata in vita dal sottoscritto, dopo anni di silenzio e di abbandono, e installata sul circolo Acli e affiliata a TeleradioErre, un’emittente di Foggia, con il nome di TRErre Sammarco CH40. Ma, come era prevedibile, si torna a votare prima dei due anni. Nel 1980 ritornano alla DC i due dissidenti di Alternativa Democratica.
In questa elezione, il PCI conquista 12 seggi e sorpassa la DC che scende ad 11 malgrado il rientro dei due dissidenti.
Il Sindaco uscente Soccio, grazie anche alle apparizioni televisive, ottiene 2.947 preferenze su 3.552 voti attribuiti al partito, quasi un plebiscito e viene naturalmente rieletto Sindaco con l’appoggio dei tre socialisti e dei due socialdemocratici.
La crisi della DC spinge le Acli a critiche aperte verso il trasformismo dei democristiani, sensibili solo alla ricerca del potere, tanto che viene rieletto solo Delle Vergini, aiutato molto dall’Azione Cattolica in questa tornata elettorale, mentre il sottoscritto, malgrado capogruppo consiliare segna con la sua non rielezione ancora più bruciante la sconfitta della DC. Ma quattro anni dopo, nel 1984, la DC, con il 34,7% , rimanda di nuovo il PCI all’opposizione, che scende al 31,9 %, pur mantenendo entrambe le liste lo stesso numero di consiglieri.
Da parte di alcuni democristiani si espletano tentativi non riusciti di soluzioni milazziste con il consigliere del Movimento Sociale e i due socialisti, più per punire l’arroganza dell’ex democristiano Grana che è già stato segretario ed esponente DC nel vicino Comune di Sannicandro Garganico, che per convincimenti politici. Gli scrupoli, però, all’interno della sinistra DC, delle Acli e dei socialisti, più che le minacce di Grana e dei comunisti di far tanto rumore da farsi sentire in tutta Italia, portano, ancora una volta, ad
Questa esperienza è una novità anticipatrice di sdoganamento del PCI e del superamento della logica del sedicesimo, è un primo timido passo verso il bipolarismo che vedrà la luce negli anni novanta con il referendum di Mario Segni.
Una novità poco capita a San Marco ma dibattuta all’interno delle Acli già dalla caduta del muro di Berlino, celebrata nel circolo dall’emittente locale come la fine di un’epoca. In questa giunta, le Acli, con il sottoscritto esercitano un ruolo di primo piano.
Rimangono all’opposizione i 3 liberali con 856 voti, il Movimento Sociale con un seggio e 330 voti insieme al PCI che scende a 7 seggi con 2.404 voti, per il quale si sottolinea un forte calo di consenso ai dirigenti che dimezzano i voti, ad eccezione del consigliere Fino eletto con 994 preferenze.
Le Acli sono assenti in questa amministrazione con i suoi uomini perché boicottati o non candidati dalla stessa DC che li ritiene scomodi. Nonostante tutto la stessa amministrazione cambia continuamente Sindaco, prima con Giuseppe Centola (Si tratta di Giuseppe D'Alessandro , ndr), poi con Angelo Cera ed infine con La Sala (Antonio, ndr), fino alle nuove elezioni del 1993. Queste, con il nuovo sistema elettorale e le elezioni dirette del Sindaco, segnano anche la fine della prima Repubblica. Le Acli, assenti nelle vicende amministrative della precedente amministrazione, non lo sono nei problemi della città che vengono dibattuti quotidianamente attraverso l’emittente televisiva con forte consenso cittadino.
Il 6 giugno 1993 le Acli si presentano alle elezioni con una lista civica “Movimento popolare” organizzata da Gioventù Aclista e con un proprio candidato Sindaco, il giovane Marcello Paragone, che sarà poi l’unico consigliere eletto di questa lista con 720 voti di preferenza. Nelle altre liste, M. Galante , candidato Sindaco per il PDS, con 2.528 voti, verrà eletto Sindaco poi al ballottaggio con i 1.254 voti della lista civica “Città ai cittadini” di ispirazione cattolica e con i 676 voti di Rifondazione Comunista. Il candidato Sindaco DC, Spagnoli, (Pasquale, ndr) con 2.231 voti rimane all’opposizione con il nostro consigliere Paragone e i tre consiglieri del Movimento Sociale Italiano.
L’amministrazione dell’onorevole Galante riesce per la prima volta, a San Marco, grazie al nuovo sistema elettorale, a governare fino alla fine, malgrado le fibrillazioni interne alla sinistra e grazie anche all’appoggio in extremis del consigliere aclista, appoggio dato per evitare la caduta anticipata dell’amministrazione e l’avvento di un Commissario che le Acli reputano deleterio.
Così la dispersione del suo elettorato al secondo turno non permetterà al candidato Sindaco di destra di vincere le elezioni. Infatti, la candidata Rosa Pia Centola che ha ottenuto, con la coalizione di centro destra 3.646 voti contro i 2.715 della coalizione di centrosinistra Galante - Palumbo al primo turno, malgrado l’adesione al ballottaggio del Centro Democratico Riformista di Grana raggiunge solo il 43.27% con 3.843 voti contro il 56.73% e 5.039 voti del Centrosinistra che vince per la seconda volta le elezioni grazie al suo acerrimo avversario Angelo Cera , isolatosi al primo turno, per avere mani libere da condizionamenti.
Ma, nelle elezioni comunali del 13 maggio 2001, Angelo Cera, consigliere regionale non più di centrosinistra ma di centrodestra, ricandida Matteo Tenace e stravince al primo turno. Il suo nuovo Partito Popolare per la Libertà prende 2.066 voti che, sommati ai 1.304 della CDL, ai 920 di FI, ai 353 del CDU, ai 396 della DC, ai 388 della CCD, ai 503 voti di Alleanza Nazionale e ai 442 voti di Forza Rinnovamento e Occupazione, coalizzati come polo, eleggono Sindaco Tenace al primo turno con 5.753 voti ed il 58.05%. L’Ulivo, coalizione tra DS e PPI, con il suo candidato, il dirigente di banca Antonio Bonfitto, con 2.638 voti ed il 26.62% va all’opposizione con altri 3 consiglieri. Rifondazione Comunista con Giacinto Soccio, 329 voti ed il 3.9% non prende nessun seggio, né viene eletto Giuseppe Soccio della Lista Democrazia con 540 voti e il 5.45%, mentre riesce a prendere con i resti un seggio Matteo Nardella, eletto nella lista “Insieme per San Marco” con 650 voti e il 6.56%. La rivincita di Angelo Cera sulla sinistra è strepitosa ma effimera, in quanto i dissidi interni fra alcune forze della coalizione ed il Sindaco Tenace porteranno alla caduta dell’amministrazione ed alla venuta di un Commissario prefettizio, che spadroneggerà per più di un anno, privilegiando nei concorsi a posti di responsabilità e negli appalti di servizi, forestieri sponsorizzati forse da qualche partito, nel silenzio tombale della sinistra. L’unica voce di dissenso è ancora una volta quella delle Acli attraverso l’emittente.
Alle elezioni amministrative del 29 maggio 2006, la divisione del Centrodestra con 3 candidati sindaci e l’operato del Commissario portano alla vittoria il Sindaco Michelangelo Lombardi con il 60.21% dei voti al primo turno, sostenuto da una vasta coalizione, poco omogenea, di Centrosinistra, spinta alla conquista di potere, come la Margherita, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, UDEUR, DS e Laici socialisti Liberali Radicali. Questa è un’amministrazione nata sulla scia del vento di sinistra in Italia e nella regione Puglia con la vittoria del riformista Niki Vendola.
Le Acli, assenti dal 1997 nell’aula consiliare, in quanto la nuova, emergente dirigenza del circolo ha scelto di impegnarsi più nei servizi o in altro che nella politica, sono comunque presenti nel paese con l’emittente a dibattere i problemi e a favorire il confronto civile tra le forze presenti in amministrazione. Si cerca di spingere l’amministrazione fuori dall’immobilismo, si propone anche un’amministrazione di larghe intese. Infatti, il conduttore televisivo dei problemi locali, batte e ribatte questa proposta come un chiodo fisso in ogni incontro settimanale con i vari responsabili della politica amministrativa locale. Quotidianamente si chiede il confronto, il dibattito per la soluzione dei problemi degli ultimi, per la difesa di ogni cittadino e per far sì che tutti i partiti insieme trovino il modo più efficace, per risanare i debiti accumulati nel tempo dalla pigrizia, dalla superficialità e dal clientelismo delle varie maggioranze di turno. Continuerà così per tutto il 2009, anno con cui concludiamo queste pagine, nella speranza che nel prossimo futuro, con la prossima amministrazione, si possano finalmente risolvere gli annosi problemi di questo paese e che le Acli possano ritrovare la voglia antica di fare politica e di essere protagoniste.