L’ultimo presidente del passato consegna il testimone
Nell’assemblea del 26 settembre1976, ricordo commosso l’amore esclusivo che i vecchi dirigenti avevano per le Acli tanto da renderli gelosi e paurosi verso possibili avventurieri che potessero impadronirsi dell’organizzazione non come servizio per gli altri ma come comitato di affari per propri interessi economici e politici. Nell’occasione racconto l’episodio della mia investitura in un significativo gesto simbolico quanto concreto. Il presidente Del Conte giaceva sul letto d’ospedale e presagendo la fine imminente, in una mia visita, mi chiama vicino, tira fuori il mazzetto di chiavi, nascoste sotto al cuscino, e me lo consegna. “Conservale bene – mi dice - non cederle a nessuno, e, se proprio devi farlo, scegli bene la persona, non fidarti facilmente”. In quel gesto ho visto un grande amore per il circolo Acli. Al suo funerale ho giurato a me stesso di non tradire mai questo amore fino al giorno in cui qualcun altro avrà preso il timone. Ho conservato le chiavi di quel vecchio primo tavolo del ’48 del presidente del circolo, che ho voluto solo superficialmente restaurare ma mai cambiare, per conservare ancora i verbali del circolo e i documenti più importanti del presidente, in attesa di consegnarli al più presto a chi mi avrebbe sostituito e a chi avrebbe provato lo stesso orgoglio nel sedersi dietro a quello storico cimelio del passato anziché ad una comoda scrivania.
Ho cercato di mediare, non senza difficoltà, una difficile convivenza, rendendo esecutivo un deliberato dell’assemblea del 18 marzo 1977 che regolamenta le ore interdette alla ricreazione per lo svolgimento dei corsi.
Il primo settembre convoco l’assemblea per il rinnovo del direttivo con una ampia relazione sul mio biennio di attività e il 25 settembre, presieduta dal presidente provinciale, Fernando Petrino, nella parrocchia di San Bernardino, si svolge l’assemblea per l’elezione di rinnovo del direttivo. È mia precisa volontà tenere i congressi di circolo nelle parrocchie, sia per coinvolgere, in un certo senso, la gente di un quartiere all’avvenimento, sia per sottolineare la nostra presenza nella Chiesa. Il 10 ottobre nel circolo si riunisce il primo consiglio di presidenza che distribuisce gli incarichi fra gli eletti: Sebastiano Contessa, Sebastiano Delle Vergini, Angelo Ferro, Rachele Mimmo, Antonio La Sala, Vincenzo Martino e Pasquale Gravina. Vengo rieletto presidente, chiamo come vice uno dei superstiti della vecchia guardia, Martino, e mi circondo di uno stuolo di giovani, quali Delle Vergini all’amministrazione, Ferro alla segreteria e tutti gli altri con incarichi specifici, aiutati da soci non eletti che lavorano con impegno nei vari settori, dalla scuola alla cooperazione, all’immigrazione, all’UNASP e alla US. Mi piace sottolineare la presenza assidua di Tonino Tenace, oggi sacerdote. Si fissano riunioni continue in novembre ed in dicembre per presentare progetti nei vari settori e per parlare del tesseramento e del Patronato in modo particolare.
Il tesseramento cresce nei vari settori della US Acli e dell’ENARS ma stenta a crescere nell’Acli dove occorre una scelta politica meditata, una scelta militante. Sarà questo un problema fino ai nostri giorni insieme a quello del Patronato.
Quest’ultimo come servizio gratuito al lavoratore è stato sempre guardato con paura e preoccupazione dal sottoscritto e mi ha tormentato fino agli anni recenti. Il Patronato è un lavoro molto serio che va svolto con competenza, onestà e gratuità. Ma trovare la persona adatta che riassumi questa triplice specificità non è stata mai una cosa semplice. Di volta in volta abbiamo trovato la competenza ma non il resto, oppure il resto senza la necessaria competenza. Per questo il Patronato fino alla seconda metà degli anni novanta non ha avuto grande successo nel nostro circolo come negli anni ’50 e ’60, quando l’aumento delle tessere riempiva anche le tasche di qualcuno. Per tutto questo, né a me né ad altri dirigenti è sembrato mai opportuno avere un Patronato gestito da una persona competente, come ufficio privato in cambio della tessera per ogni pratica. Molti circoli hanno agito così alla ricerca di tessere di profitto ad ogni costo ed alcuni dirigenti, presidenti di circolo in consiglio provinciale, mi hanno rimproverato per questa mia ostinazione ricordandomi che nessuno fa niente per niente e che la gratuità è solo un’utopia.
Ma il solo pensiero che il lavoratore potesse pagare un servizio dovuto che non fosse la sola tessera spontaneamente richiesta, e che il pensionato potesse togliere, anche spontaneamente, qualcosa dalla sua misera pensione come gratitudine per il servizio reso, mi ha sempre fatto rabbrividire. La gratitudine a cui ho sempre pensato e penso ancora è quella della riconoscenza del lavoratore, del pensionato, dell’artigiano al nostro lavoro, alla nostra disponibilità e sensibilità alle sue necessità. Questo, però, non significa che il Patronato sia stato trascurato, si è fatto come meglio si è potuto tenendo come interlocutori i responsabili provinciali, collegandoli direttamente per dare risposte a quelli che chiedevano l’aiuto del circolo perché avevano conosciuto le Acli all’estero o per aver sentito raccontare da altri sulla professionalità e serietà.
Intanto, si teneva questo sogno di un Patronato forte nella competenza, nell’onestà e nella gratuità, nel cassetto dello storico tavolo di presidenza nell’attesa di tempi migliori.
Per cinque anni, dal 1975 al 1980, sono il presidente del circolo ed in questa veste lavoro affinché il circolo rimanga punto di riferimento di tutto il contesto sociale della collettività.
Appena rieletto cerco di gestire il circolo anche con l’aiuto di persone estranee alle Acli. Sul piano politico, le Acli, oltre a candidare ed eleggere consiglieri comunali, come ho già scritto in precedenza e come scriverò ancora in seguito, partecipano attivamente all’elezione degli organismi scolastici, prevista dai decreti delegati, organizzando liste cattoliche nelle scuole di ogni ordine e grado, nel Consiglio Scolastico Distrettuale e nel Consiglio Scolastico Provinciale, secondo un programma elaborato a livello nazionale. Sono organizzate cooperative di lavoro per giovani disoccupati nel campo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura e nei servizi artigianali, purtroppo con scarso successo per motivi che sarebbe lungo approfondire, a partire dai labirinti burocratici per arrivare alla mancata assistenza di organismi superiori che portano infine alla sfiducia nei giovani, costringendo a restituire suoli pubblici avuti in gestione e a rinunciare a finanziamenti sul punto di essere erogati. I sogni di occupare giovani lavoratori in lavori autonomi, non dipendenti, che avrebbero portato anche ricchezza al paese, svaniscono con grande amarezza.
Il circolo trova la principale fonte di sostentamento nei corsi liberi di dattilografia autorizzati dalla Regione Puglia, i cui introiti permettono anche dibattiti culturali dentro e fuori la sede, anche nelle scuole e nell’aula consiliare. Ricordo le fredde e nevose serate invernali, al calore della stufa per riscaldare il locale con la legna che il Comune erogava a molti circoli, dove proiettavamo qualche filmino per poi discutere animatamente sul contenuto, sull’arte del film, straripando quasi sempre su tutto lo scibile umano. Era un modo per stare insieme, per socializzare tra giovani ed anziani.
Anche quello del ciclostile era un momento socializzante tra giovani che tentavano di scrivere qualche volantino di protesta politica da distribuire poi nelle piazze. Il ciclostile ed il proiettore sono ancora presenti, insieme agli altoparlanti utilizzati quando si annunciavano avvenimenti importanti del circolo, assemblee, conferenze, partite di calcio o di ping pong o una recita teatrale. L’assemblea del 15 gennaio 1980 aumenta il costo delle tessere e vengo rieletto presidente. Il 25 aprile si commemora con enorme successo cittadino la lotta di Resistenza e la Liberazione italiana. Il 6 luglio, alla chiusura del tesseramento, il consigliere Ferro chiede di discutere finalmente le mie lettere di dimissione da presidente, da tempo giacenti nel direttivo, di prendere atto della mia incompatibilità sia per gli incarichi provinciali nelle Acli sia per la carica di consigliere comunale. Viene acclamato presidente V. Martino, l’unico superstite della vecchia guardia, sempre presente nel circolo e pronto a dedicarsi con impegno agli annosi problemi della sede ai quali si aggiunge una piccola emittente televisiva, anch’essa alla ricerca di spazi vitali. Il presidente non è mai stato lasciato solo, è stato appoggiato da tutti in questo difficile compito ed in modo particolare dal sottoscritto perché si gestisse il circolo in modo esemplare. L’assemblea del 6 febbraio 1981 presenta un bilancio politico positivo del circolo anche per la presenza dell’emittente e del nuovo consultorio familiare, istituto da poco funzionante, che affronta problematiche sulla casa e sulla salute molto sentite, coinvolgendo anche la presidenza provinciale.
L’11 marzo il presidente provinciale Petrino visita il circolo parlando agli iscritti e ai politici locali, non solo su questi problemi ma anche sulla necessità di coinvolgere su questi temi il sindacato, la Chiesa e la società civile. Si discute molto del referendum sull’aborto sottolineando che le Acli sono per la vita, la pace e la salute. In aprile si organizza un torneo di ping pong, una mostra etnografica, il teatro, alcune conferenze ed una mostra di pittura. Si organizza, inoltre, una manifestazione pubblica per il disarmo. In ottobre si rinnova il direttivo e si eleggono i delegati al Congresso Provinciale alla presenza dei dirigenti provinciali e di quasi tutti i partiti presenti a San Marco e invitati, come il PCI, la DC, il PLI, il PSI ed altre organizzazioni come, l’Azione Cattolica e l’Agesci.
Su 101 iscritti e 71 votanti il sottoscritto riporta 48 voti e viene eletto anche al Congresso Nazionale. Si elegge presidente Antonio La Sala. Il 28 dicembre, il sottoscritto relaziona, in assemblea del circolo, sul XV Congresso Nazionale di Bari “Autonomia dai partiti e valori morali della politica come servizio”.
Nel 1982 si realizza un dibattito cittadino sulla Enciclica “Laborem Exercens” con il vescovo Salvatore De Giorgi futuro cardinale di Palermo, al quale si scriverà poi una lettera di ringraziamento e si invieranno foto ricordo dell’avvenimento. Si organizzano anche corsi di ginnastica in collaborazione con l’Arci e la mostra dei disegni, sulla Resistenza, dei ragazzi delle scuole medie con premi in libri offerti dal Comune. Si discute della trattativa con i frati per l’apertura di un centro professionale e culturale a Stignano. Trattative, che negli anni futuri naufragheranno. In questo periodo si frequentano corsi di formazione per dirigenti in varie città italiane e per tutto il 1983 c’è un forte impegno da parte della gioventù aclista con una presenza costante sul territorio per raccogliere firme per l’appello al Parlamento sull’abolizione del segreto militare e sul commercio delle armi. I dibattiti continui nelle piazze e nei circoli porteranno ottimi risultati grazie all’impegno del futuro don Tonino Tenace e dei giovani.
Nel 1983 è fiorente L’unione Sportiva Acli con centinaia di tessere che porteranno molti delegati al Congresso regionale e nazionale di Acireale.
Poiché non arrivano più corsi di formazione regionali s’investono 2.300.000 £ in macchine da scrivere al fine di continuare le attività di formazione professionale con corsi di dattilografia liberi. Ma inizia anche la crisi economica ed umana.
I giovani si allontanano per l’università o il lavoro da San Marco e il 1983 si chiude con un bilancio di 1.538.000 £ di uscite, 702.500 £ di entrate, e con le dimissioni del presidente La Sala e la fuga di alcuni dirigenti di fronte alle difficoltà.
Una situazione questa, di cui riferisco nel consiglio provinciale, di qui la mia nomina a Commissario per il risanamento del deficit e il rilancio delle attività. Con la collaborazione di amici e tesserati continuo con il Patronato e l’ENAIP e con le attività sportive utilizzando anche una palestra delle scuole e organizzando una gita sociale. Per tutto il 1984 si plaude ai risultati delle elezioni scolastiche distrettuali e dei circoli didattici che vedono vincenti il movimento cattolico organizzato e guidato dalle Acli. Continuano i dibattiti sulla politica amministrativa locale nel circolo e fuori dando spazio a tutti i dirigenti e collaboratori che mostrano impegno.
Nel 1985, nonostante la crisi del circolo, si pianifica con la sede provinciale un’assemblea organizzativa che si terrà nel convento di San Matteo con il Segretario nazionale Aldo De Matteo. In ottobre, poi, si svolgono dibattiti sul tema “Il lavoro, la pace, la democrazia”, mentre si potenzia il corso di dattilografia pubblicizzato attraverso manifesti e la radio locale.
La situazione finanziaria torna positiva e, malgrado le spese di 600.000 £ sostenute per le modifiche del bagno, il bilancio riporta 4.179.195 £ in entrata e 2.926.640 £ in uscita. Quindi il 1985 si chiude con un attivo di 1.236.555 £. Positiva anche la situazione delle varie attività del circolo. Personalmente partecipo anche al convegno di Palermo “Autonomie locali per la diffusione del potere” con il professor Tavoliere.
Per tutto il 1986 si preparano preventivi per ristrutturare la sede e l’impianto elettrico, lavori che verranno realizzati in breve tempo, come l’arredamento con un televisore a colori, un biliardo e tante altre cose necessarie al circolo, compresa un’insegna luminosa che, durante il trasporto, mi costerà, insieme a Giovanni Vigilante allora segretario del circolo, un incidente stradale. La situazione economica, comunque, malgrado le spese sostenute, non desta alcuna preoccupazione grazie alle entrate derivanti dai corsi di dattilografia e dalle attività sportive e culturali.
In questo periodo ci si prodiga anche in attività folkloristiche con un gruppo di giovani, mentre si nomina un rappresentante delle Acli per la gestione della biblioteca comunale e nel dicembre del 1986 nell’aula consiliare del Comune si svolgono importanti conferenze con dibattito culturale con rappresentanti della Regione e della Provincia e con il compianto defunto, padre Roberto Calzone, assistente provinciale delle Acli. Nell’arco del 1987, il sottoscritto ritiene opportuno nominare un collegio di revisori dei conti composto anche da estranei al fine della trasparenza della gestione e ancora una volta il bilancio è positivo con un attivo di 2.257.230 £. Già dal mese di aprile le cose migliorano, non solo dal punto di vista economico ma anche delle attività visto che gli aclisti sono presenti in tutte le commissioni comunali.
In luglio ritengo opportuno chiudere il circolo per tutto il periodo estivo al fine di adeguare alle nuove esigenze il locale ed in ottobre indico l’assemblea dei soci per il rinnovo del consiglio di presidenza e per l’elezione dei delegati al Congresso Provinciale del 28-29 novembre sul tema “Solidarietà per una nuova speranza civile”. Vengo eletto nel direttivo e delegato al Congresso Provinciale e, come primo degli eletti, convoco il direttivo e rifiuto la nomina di presidenza perché ero già stato Commissario e presidente dal 1984, perché avevo portato a termine l’impegno di risanamento finanziario e potenziamento politico ed organizzativo del circolo. Infatti, dopo tutte le spese di ristrutturazione ed il fitto dei locali, lascio un attivo di 388.930 £.
Viene eletto presidente Tonino Bonfitto che si impegna sull’organizzazione dei locali per gestire la sala biliardi che produce entrate, la TV locale che da alcuni mesi è presente e funzionante nelle Acli gestita dal sottoscritto, il riscaldamento e la pulizia, sui corsi di formazione e le attività sportive e culturali. In tutte le riunioni del 1988 si discute delle varie attività culturali e ricreative svolte ed il sottoscritto, nell’assemblea del 17 dicembre 1988, in qualità di vicepresidente provinciale, relaziona sulla politica delle Acli nazionali e provinciali e, in qualità di assessore, sulla situazione amministrativa del Comune di San Marco.
Prima di avviarmi alla conclusione, brevemente riprenderò a scrivere sulla nostra presenza politica e amministrativa nel Comune di San Marco.