1995-1997 Anni di profonda trasformazione del Circolo
I corsi di formazione professionale, nel passato fonte di reddito vitale per la sopravvivenza del circolo, sono ormai gestiti dai centri ENAIP provinciali. Il Patronato, stretto dalla concorrenza delle organizzazioni sindacali, con personale più esperto e motivato dei nostri saltuari volontari, languisce insieme a tutte le altre attività sportive, ricreative e culturali.
Il circolo, per continuare la sua storia, deve cambiare. Può diventare un dopolavoro per impiegati, operai e pensionati ma non sarà più il circolo Acli. Può diventare Patronato con servizi efficienti e puntuali, con personale esperto e capace, ma si burocratizzerebbe e ridurrebbe la capacità di missione sociale e politica a cui il circolo è stato da sempre vocato.
Emittente quindi limitata al territorio, non in modo continuativo, più per gioco che per profitto, e priva di ogni certezza legale. Il circolo nell’ospitarla aveva avuto l’intuito, la speranza, che potesse portare un valore aggiunto. Ma il sottoscritto e qualche altro dirigente aveva già la certezza di una utilità politica immediata e la ferma volontà di farne una vera emittente, un formidabile strumento di crescita per tutte le Acli e non solo di quelle locali. Per questo, nel momento di definitiva chiusura, viene ripresa e portata nel circolo con i suoi pochi e fatiscenti strumenti ed un tecnico superstite di Tele Sammarco CH40. I primi anni della presidenza di Tonino Bonfitto sono rivolti a potenziare attività sportive e ricreative ma anche a dare una prima sistemazione logistica all’emittente che ha esigenze particolari di gestione di cui abbiamo già parlato alla fine degli anni ’80. A questo scopo si dividono i locali con lavori in muratura ricavandone un piccolo studio ed un piccolissimo spazio per la regia dopo una prima e breve collocazione in una stanza traballante ed inagibile poco adatta allo scopo. Intanto, per avere una certezza legale, affiliamo l’emittente a TeleradioErre di Foggia che ci consente di trasmettere per alcune ore serali i nostri programmi interrompendo le sue trasmissioni. Ma le difficoltà di convivenza con il circolo si acutizzano sempre di più.
La presidenza Bonfitto languisce anche perché l’emittente viene gestita come proprietà privata da quelli che la conducono in quanto proprietari dei mezzi, senza dar conto delle entrate pubbliche e private e senza contribuire alle spese del circolo che ne ha la responsabilità gestionale. Sembra che le mie speranze e i miei sogni siano destinati a svanire per sempre.
Sembra che il circolo sia definitivamente morto proprio a causa dell’emittente, progetto nel quale abbiamo invece riposto tanta fiducia. Dopo 5 anni di lotte e di sconforto il presidente Bonfitto, insieme a molti Aclisti, si arrendono e tentano di consegnare tutto al gestore dell’emittente a patto che salvi e conservi il circolo Acli. Per molti soci la speranza di nuove Acli sembra infrangersi contro quello che doveva essere l’approdo e la salvezza del circolo e che si è rivelato invece uno scoglio nemico. Ma nel mio cuore sento ancora una forte fiducia nel futuro delle Acli e dell’emittente nella caparbia consapevolezza che il momento più buio della notte sia anche la premessa dell’alba di un nuovo giorno. È arrivato il momento in cui bisogna giocarsi tutta la esaltante e tormentata storia del passato e quella di un futuro sognato a lungo per le Acli.
Il 16/12/95 si svolge l’assemblea che approva un bilancio fallimentare e rinnova il direttivo con la presenza di 19 iscritti su 27. Vengo eletto presidente con 10 voti e riunisco subito gli eletti, Matteo La Porta, Gino D’Amico, Antonio Paglia, Angelo Bonfitto, Pasquale Accadia e Nicola Stea, per distribuire gli incarichi. Vicepresidente è La Porta, uno dei pochi anziani superstiti in continuità con il passato. I collaboratori sono D’Amico e Stea, Paglia ha il compito di ripristinare i rapporti con le Istituzioni, Angelo Bonfitto è responsabile del sociale, il Patronato va a Accadia, che già opera come ospite nella nostra sede in prestito da un’altra organizzazione sindacale di destra e per questo rimproverato dalla sede del Patronato provinciale che non ha capito la mia mossa politica, quella di portare al Patronato una persona già esperta. Le mie scelte sono finalizzate ad una difficile, quasi impossibile rinascita del circolo che molti già hanno destinato ad una imminente chiusura. A questi uomini improvvisati e quasi tutti estranei al circolo il dimissionario presidente Tonino Bonfitto consegna un passivo di 1.696.000 £ accumulati negli anni fino al 1994. Debiti che assolvo di persona perché convinto che il circolo con l’emittente, con il Patronato e la formazione di una futura classe dirigente avrebbe raggiunto vette mai prima eguagliate. Si riparte da zero, armati dalla ferrea volontà non solo di salvare il circolo ma di lavorare alla sua crescita. A distanza di un mese, nel direttivo del 17/02/1996, comunico di aver preso in mano le redini della TV rivendicandone la titolarità non solo perché presidente delle Acli e responsabile incaricato di TeleradioErre ma anche per aver assolto alla situazione debitoria personalmente liquidando anche economicamente il vecchio gestore. Così già alcuni mesi più tardi, nelle casse entrano 3.000.000 di £ come contributo del Comune per i servizi televisivi alla collettività.
L’intera somma viene utilizzata per pagare la pigione di casa, l’acqua, la luce e altre spese per tutto il 1996: e ancora una volta viene allontanato il rischio della chiusura del circolo.
Ma l’impegno personale non è sufficiente a gestire un’emittente anche perché le mie carenze tecniche e la inadeguata strumentazione rendono la conduzione difficile e pesante.
Sembra un’impresa impossibile. Ma la mia caparbia volontà nel perseguire la strada ormai intrapresa, quella che permettesse di salvare il circolo, e la fortuna di essere circondato da giovani studenti del liceo dove io insegno, giovani che sentono il fascino dell’emittente, fanno miracolosamente affollare il circolo di ragazzi e ragazze come ai vecchi tempi. Il circolo e l’emittente si trasformano in un laboratorio di idee e per anni gli alunni si alternano accompagnandomi nelle ore serali ed occupando il tempo libero per mettere in pratica le loro conoscenze e tecniche del computer e delle telecamere, ma anche per presentare programmi culturali e più frivoli spettacoli, per comunicare notizie e confrontarsi con la società locale.
Sul loro volto vedo spesso la felicità dell’impegno gratuito che coinvolge tutti, genitori ed amici e me in particolare, nel vedere i ragazzi che inventano la televisione, che sprigionano insospettate risorse, lontani dal mondo balordo della strada.
La trasparenza della gestione del circolo è assicurata anche da un comitato di garanti che il direttivo ha nominato per la gestione dell’emittente su nominativi forniti dall’amministrazione comunale, dalla scuola e da esponenti delle maggiori organizzazioni.
Per questo decido di affrontare e risolvere i problemi nella più completa solitudine. Nel direttivo di fine anno si commenta una lettera del Commissario Provinciale e sul tesseramento del circolo che comincia ad aumentare. Si parla ancora dei sempre più difficili rapporti con TeleradioErre e si pensa di organizzare un teatro club come ai vecchi tempi per salvare il dialetto, scoprire ed avvicinare giovani e lanciare con il teatro messaggi sociali e civili. Si parla anche della proprietà delle attrezzature TV che sono sempre più consistenti e costose e pagate con un fido bancario dal sottoscritto. Il 3/01/1997 l’Assemblea approva il bilancio del ’96 con una entrata di 12.256.100 £ e di 8.481.270 £ di uscita con un attivo di 4.044.830 £ che sottolinea l’azzeramento di tutti i debiti del circolo risalenti agli anni precedenti. La televisione ha quindi salvato dalla chiusura il circolo e rilanciato la sua presenza sociale e politica.
L’emittente ha spinto il circolo a camminare da solo. È necessario ora per gli enormi investimenti economici e per le implicanze giuridiche che l’emittente abbia una piena autonomia dalle Acli, fermo restando, che, anche con una proprietà diversa, rimanga il nome delle Acli e che diventi comunque uno strumento per la crescita non solo del circolo ma di tutte le Acli. Il neonato consiglio di amministrazione dell’emittente chiede il nullaosta ad usare il nome al neopresidente provinciale, Alcide Di Pumpo, e si definiscono i rapporti di convivenza con il circolo. Intanto per risolvere la vertenza con la vecchia gestione, che non ancora consegna tutte le chiavi, si decide di chiudere l’emittente per il periodo estivo, si inventariano i beni dal 1988 al 1995 e, con la mediazione di un legale, si cancella il passato. Di tutto questo esiste negli archivi della segreteria una dettagliata documentazione.
Il 30/12/97 si approva il bilancio preventivo e consuntivo con 8.691.830 £ in entrata e 9.792.750 £ in uscita con un deficit di 1.090.920 £, dovuto al venir meno di entrate a causa della chiusura estiva dell’emittente, alla citata vertenza e alla ristrutturazione delle apparecchiature. In questa assemblea, mi dimetto da presidente per dedicarmi completamente all’emittente in un momento difficile di transizione e di crescita, perché deve affrontare enormi spese per la ristrutturazione degli impianti vecchi e l’inserimento di impianti nuovi, per separare la gestione del circolo, ormai in grado, con i servizi del Patronato, e del CAF, di camminare da solo.
Inizia così il 1998, impegnati con quotidiana tenacia in un duro lavoro di rinnovamento dei locali, non solo strutturalmente, e per il raggiungimento di una migliore convivenza umana, di una dignitosa accoglienza della comunità locale ai suoi servizi, ma anche dal punto di vista culturale, per rendere più incisivi i valori delle Acli. L’emittente, sia per le enormi spese di ristrutturazione, sia per le spese gestionali che deve affrontare a causa delle scarse risorse ricavate, si organizza in associazione autonoma e si impegna in ricerche di finanziamenti presso le banche. E con il nome di TeleAcli Sammarco CH40 chiede l’autorizzazione al Ministero per tutta la provincia.