“Lettera aperta” alla magistratura sulla Federconsorzi
Nel suo intervento al primo Convegno del Movimento Gaetano Salvemini (tenuto a Roma il 30 e 31 marzo 1963 su “La Federconsorzi, problema dell'ora”) il prof. Manlio Rossi Doria - dopo avere spiegato perché la Federconsorzi era “il gruppo di pressione che più seriamente aveva danneggiato la nostra situazione politica, la nostra situazione economica, ed aveva impedito una evoluzione tempestiva e coerente della nostra politica agraria” - disse:
Sono cose gravi e bisogna ragionarne. Non si può più stare zitti. Non staremo più zitti. Il silenzio è finito, e non ci si illuda che basti un comunicato o una dichiarazione a interrompere la discussione su tali questioni. Su tali questioni si discuterà fino in fondo, come fanno tutti i paesi civili.
Mentre la prima parte del libro è dedicata al cosiddetto “scandalo dei mille miliardi” (cioè alla mancata presentazione dei rendiconti delle sopraddette “Gestioni speciali”), nella seconda parte l'autore racconta il suo lungo viaggio attraverso l'Ente Nazionale Risi (ENR), l'Associazione Nazionale Bieticultori (ANB), l'Ente di Assistenza Utenti Macchine Agricole (UMA), la federmutue, la Coldiretti e le altre provincie del feudo bonomiano.
Roma, 19 ottobre 1965
Sig. Procuratore Generale presso la Corte dei conti
Sig. Procuratore Geneaìe presso la Corte d'Appello di Roma
Da tali studi si trae l'impressione che le leggi siano state ripetutamente, o meglio costantemente violate, che si sia spesso contravvenuto all'ordine delle competenze, che vi sia stata una continua confusione tra il pubblico e il privato, che gravi danni ne siano derivati alla finanza dello Stato. Soltanto un'indagine più approfondita, compiuta dalle pubbliche autorità e con i mezzi di cui esse dispongono, può stabilire in modo sicuro la realtà dei fatti e accertare se in essi debbano essere configurati illeciti d'ordine penale o amministrativo.
Nel compimento di questo che appare ai firmatari come un civico dovere, si uniscono all'autore del libro alcune persone che, per ragioni di carica o per interessi coltivati nei loro studi, hanno avuto occasione di occuparsi di alcuni aspetti dei fatti nel libro stesso trattati, traendone elementi di informazione e di convinzione che li inducono a condividere le conclusioni alle quali, in proposito, è giunto l'autore. Il quale, insieme agli altri firmatari della presente lettera, ritiene sarebbe causa di grave pregiudizio per il retto funzionamento delle nostre istituzioni e di turbamento della pubblica opinione che su fatti di tanta gravità, quali quelli esposti nel libro, non intervenisse il giudizio delle autorità competenti, per stabilire se siano stati commessi illeciti, e di quale natura; per promuovere, ove occorresse, le opportune azioni contro i responsabili; per adottare, ove se ne verificasse il caso, le misure necessario alla restau razione del pubblico interesse leso.
Con osservanza,
f.to Luigi Anderlini (deputato), Vincenzo Apicella (giornalista), Giuseppe Avolio (deputato), Idomeneo Barbadoro (dell'Ufficio Studi della CGIL), Arturo Barone (giornalista), Wladimiro Dorigo (direttore di “Questitalia), Enzo Enriques Agnoletti (direttore del Ponte), Beniamino Finocchiaro (deputato), Antonio Giolitti (deputato), Diamante Limiti (giornalista), Riccardo Lombardi (deputato), Gennaro Miceli (deputato), Aldo Natoli (deputato), Enrico Nobis (giornalista), Ferruccio Parri (senatore), Leopoldo Piccardi (direttore della “Rivista amministrativa”), Vincenzo Piga (giornalista), Manlio Rossi Doria (ordinario nella Università di Napoli), Fernando Santi (deputato), Eugenio Scalfari (direttore dell'Espresso), Emilio Sereni (deputato), Italo Sinforiani (avvocato), Sergio Steve (ordinario nell'Università di Roma), Paolo Sylos Labini (ordinario nell'Università di Roma).
Lettera Federconsorzi, L'Astrolabio, Anno III, N. 20 (61), Pag. 2, 2 Dicembre 1965
L'ultimo numero dell'Astrolabio ha riportato la “lettera aperta” che Ferruccio Parri, Leopoldo Piccardi, Ernesto Rossi e Paolo Sylos Labini, hanno consegnato nel mese scorso al Procuratore Generale presso la Corte dei conti, insieme ai tre libri: Rapporto sulla Federconsorzi (Laterza, 1963) presentato da Manlio Rossi Doria alla Commissione parlamentare antitrust, La Federconsorzi (Feltrinelli, 1963), in cui sono raccolti gli atti del primo Convegno del Movimento Gaetano Salvemini, e Viaggio nel feudo di Bonomi, uscito in questi ultimi giorni per i tipi degli Editori Riuniti.
Per un errore tipografico, di cui molto ci doliamo, nell'elenco dei sottoscrittori sono state omesse le firme di Lelio Basso (deputato), di Ercole Bonacina (senatore), di Gianni Corbi (vice direttore dell'Espresso), che si leggono, insieme ai nomi degli altri ventiquattro firmatari, a pag, XII del libro di Rossi.
Dopo la pubblicazione della “lettera aperta” abbiamo ricevuto queste due righe dal giornalista Filippo Sacchi:
Se, per caso, riapriste la lista delle adesioni alla vostra azione contro la grande combutta, accettate, vi prego, anche la mia firma.
Mentre ringraziamo vivamente per questa manifestazione di solidarietà - che ancor più ci convince della bontà della nostra iniziativa - ci scusiamo con tutte le persone che avrebbero avuto piacere di aggiungere la loro firma alla “lettera aperta”, di non poter soddisfare il loro desiderio perche la sopraddetta documentazione è stata ormai presentata all'autorità giudiziaria.
Data l'urgenza, sono state richieste le firme soltanto di una trentina di persona scelte fra quelle che. durante l'ultimo decennio si erano più particolarmente interessate al problema e che ritenevamo di poter raggiungere più facilmente. Se ci fossimo proposti di fare un plebiscito contro le “pratiche di gestione”, con le quali la Federconsorzi e le società ed enti ad essa collegati hanno amministrato alcune migliaia di miliardi dei contribuenti, al di fuori di ogni pubblico controllo, quali strumenti di sottogoverno della democrazia cristiana, siamo convinti che un intero fascicolo dell'Astrolabio non sarebbe stato sufficiente a contenere tutte le firme che avremmo raccolte.