La domenica del Villaggio
I.
Vestito già del camice da Messa,
il fraticello del Convento aspetta
che dalla valle salga, all’ora stessa,
la gente ch’egli chiama benedetta
e all’ultimo momento arriva in fretta
e, posteggiata la macchina, cessa —
sì e no — d’imprecar contro la gran ressa
di pellegrini giunti da Barletta.
Ha già indossato la ricca pianeta
Padre Nicola, ed eccolo all’altare
che tutti sbircia e poi il Kyrie intona,
forse pensando alla bella moneta
che a San Matteo quest’oggi vorrà dare
la nuova gente generosa e buona.
II.
E San Matteo che fa? Non ride mai.
Da cinque secoli imbronciato e scuro,
è però lieto del bel gran viavai
che gli assicura un bel lungo futuro.
Non vede più gli ex-voto appesi al muro,
ricordi di miracoli e di guai,
ma sa del gran Presepe che — vi giuro —
simili in terra non avrà più mai.
E intanto pensa: “Dovrei imparare
a sorridere, vecchio come sono.
Ma come posso sorridere quando
vedo l’antica virtù messa al bando?
Vi dico che anche intorno al Santo Trono
c’è una tristezza lenta a dileguare.”
Joseph Tusiani
New York, 21 dicembre 2014