"Rataplan! Rataplan! Attenzione! La Seduta a quest'ora sta alla tesa, Pecché ha pigghiate 'sta decisione: Che la cittadinanzia sammarchesa, Di qualunque partite e di colore, Ci armasse di curagge di valore:
Armatevi di 'ccette e di runcedde, Di zappe, di pistune e cacafoche, Di spiti di picune e di curtedde, E ben accupaggiate, a poche a poche, Jate a meze lu Chiane, e state ddà: Lu Sinneche ha decise de parlà.
Chi cu' nu 'ncine e chi cu’ na parrocca, E chi cu nu zirrone o cu na zappa, Arrangiate alla megghie, tocca tocca Fila la via lu Chiane e ddà fa tappa. Bon preste (ma da dova jenn'asciuta?) Jè recota na fodda futa futa.
Lu Sinneche da mez’all'Assessore, - Un'a mancina e n'atu alla diritta - Pe' fa' calmà li grida e lu rumore, Raccumanna alla fodda de sta' citta. Dà na sguardata atturne e po' ci alliscia Li baffe e lu cullette alla camiscia.
Po' ci sprova la voce. Punta. 'Ntosta, E va dicenne: "Cittadini tutti, Io qui vi ho fatti radunare apposta, Per dirvi che... siccome... dato i lutti... Che semina in cittade il gran Dragone, La Giunta ha preso questa decisione:
Per scongiurar l'orribile minaccia Che incombe su noi tutti s'è deciso D'affrontar la terribile bestiaccia Senza paura e con aperto viso A tu per tu, con foga e con valore Con tutte l'armi e col più saldo cuore.
Armiamoci e partite, cristiani, Noi non vi promettiamo pane e vino, Né onore né ricchezze e cinquegrani; Dura è la via, difficile il cammino... Punto e basta. Si parte a mezzogiorno. E qui finisce l'Ordine del Giorno".
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"Rataplan! Rataplan! Attenzione! La seduta a quest'ora sta in piedi, perché ha pigliato 'sta decisione: che la cittadinanza sammarchese di qualunque partito e colore si armi di coraggio e di valore:
armatevi di accette e di roncole, di zappe, pistoloni e sputafuochi, di spiedi di picconi e di coltelli, e bene equipaggiati, un po' alla volta, andate al Piano e state là: il sindaco ha deciso di parlare.
chi con un uncino e chi con un bastone, e chi con un coltellaccio o con una zappa, arrangiati alla meglio, un passo dopo l'altro, fila verso il piano e là fa tappa. Ben presto (ma da dove è sbucata?) s'è raccolta una folla folta folta.
Il sindaco di mezzo agli assessori - uno a mancina ed un altro a diritta - per far calmare le grida e il rumore, raccomanda alla folla di star zitta. Da una sguardata attorno e poi si liscia i baffi e il colletto della camicia.
Poi si spurga la voce. S'impunta. S'irrigidisce, e va dicendo: "Cittadini tutti, Io qui vi ho fatto radunare apposta, per dirvi che... siccome... dato i lutti... che semina in cittade il gran dragone, la giunta ha preso questa decisione:
per scongiurar l'orribile minaccia che incombe su noi tutti, s'è deciso d'affrontar la terribile bestiaccia senza paura e con aperto viso a tu per tu, con foga e con valore con tutte l'armi e col più saldo cuore.
Armiamoci e partite, cristiani, noi non vi promettiamo pane e vino, né onori né ricchezze e neppure grana; dura è la via, difficile il cammino... Punto e basta. Si parte a mezzogiorno. E qui finisce l'ordine del giorno".
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