Il marketing ha cominciato a muovere i primi passi nel turismo italiano solo nella seconda metà degli anni ’70; questo mostra la debolezza culturale dell’approccio al turismo in Italia.
Il turista non è un consumatore come gli altri, è attento e sensibile e perciò nel turismo non possono valere le stesse regole degli altri settori; l’applicazione di strategie di marketing nel turismo ha incontrato difficoltà di applicazione a causa di problematiche legate ad un’industria considerata frammentaria
Negli anni ‘70 e nei primi anni ‘80 i 'Piani promozionali' degli Enti Pubblici e di quelli turistici erano il frutto di una sommatoria di una serie di iniziative di tipo turistico: annunci sui giornali, partecipazione a fiere, stampa di opuscoli ecc.; sono strumenti generici e non mirati allo scopo strettamente promozionale.
Alla base di questi “piani promozionali” non c’erano ricerche di mercato ma un mix di intuito, conoscenze e esperienza diretta; non si pensava a valutare l’efficacia delle azioni e degli interventi, come ad esempio per la promozione dei privati nei mercati esteri dove tutto si riduceva alla stampa di materiali ed alla sua traduzione in lingua: alla base c’è sempre una scarsa conoscenza della domanda e delle esigenze dei consumatori.
Tale situazione veniva creata in quanto il marketing veniva concepito in modo limitato e non appropriato, riferendosi solamente alle attività di pubblicità e di promozione.
Nella seconda metà degli anni ’80 i piani promozionali cominciarono a cambiare, prestando maggiore attenzione all’immagine come elemento centrale del marketing, al marchio come elemento distintivo e alla comunicazione pubblicitaria.
Bisogna aspettare il 1988 per poter vedere un vero piano di marketing turistico basato sulla ricerca, segmentazione, individuazione degli obiettivi e delle priorità, individuazione delle diverse strategie per il raggiungimento degli obiettivi e verifica dei risultati.
Gli anni ’90 sono caratterizzati dalla diffusione del marketing turistico: i piani e le strategie diventano più sistematici e le campagne pubblicitarie diventano sempre più mirate.
Per quanto riguarda gli enti pubblici, negli anni ’90, sono stati esemplari i lavori per il Piano Triennale dell’Apt Emilia Romagna, caratterizzati da elementi nuovi con una missione chiara e una serie di progetti definiti in un’ottica più aperta rispetto a quelli tradizionali turistici: turismo ecocompatibile, qualità, sistema integrato di accoglienza, trasporti ecc.
Con questo Piano viene individuato una descrizione del prodotto esistente, definendone i canali presso i quali promuoverlo e i partner da coinvolgere.
Lo scenario del turismo vede i mercati caratterizzati da continui cambiamenti e ha fatto lentamente abbandonare le certezze delle soluzioni “precostituite” sulle quali per anni si è basato il marketing.
Da quando le ricerche di mercato mostrarono che il tema 'salute' si stava spostando verso quello di 'wellness', tutte le località a vocazione termale che attraversavano un periodo di crisi decisero di riposizionarsi sul tema benessere e una volta individuato il caso di successo, tutti hanno cercato di imitarlo e di riposizionare la propria immagine.
L’approccio tradizionale al marketing è dominato dalla standardizzazione dell’offerta e dalla ripetitività degli strumenti utilizzati. Questi restano, nonostante gli investimenti in ricerche e l’introduzione di novità nei piani promozionali, solo strumenti di comunicazione pubblicitaria.
Ci sono notevoli errori alla base dell’intervento tradizionale degli Enti:
• Il primo riguarda il modo di considerare i turisti, visti come soggetti passivi e manipolabili e non come persone da servire, con le quali dialogare utilizzando strumenti adeguati come le campagne unidirezionali;
• Il secondo è pensare che è possibile promuovere qualsiasi cosa, che ogni ambito geografico può essere considerato turistico senza il bisogno di effettuare scelte; questo è l’atteggiamento di chi ritiene che sia sufficiente disegnare un itinerario per avere turisti;
• il terzo ed ultimo errore è quello della speculazione, in questo caso si ritiene di avere offerte valide per tutti e il vero problema è quello di non avere il coraggio di effettuare scelte per costruire prodotti ad hoc.
La maggior parte degli operatori e delle località che prevedono il marketing tradizionale, si trovano a gestire un “gap” tra la propria proposta, la propria linea di offerta, le esigenze reali della domanda, gli strumenti di marketing adottati, gli obiettivi da raggiungere. Per questa ragione numerose località offrono prodotti turistici obsoleti ed inadeguati.
Una forma di marketing territoriale e promozione delle costituzione di una rete di agenzie sono i programma realizzati da Sviluppo Italia che promuove proposte e progetti sperimentali nel campo dell’innovazione e della net-economy connessi con strumenti di accompagnamento finanziario delle piccole imprese.
Sviluppo Italia promuove e facilita l’avvio di nuovi investimenti esteri in Italia: definisce, istruisce e aggiorna un sistema di valutazione della competitività dei territori nell’attrazione di investimenti, sviluppando, in collaborazione con le aree operative interessate, proposte di iniziative per definire e qualificare l’offerta territoriale.
Con un raggio di azione cosi vasto è ovvio che le politiche del territorio abbiano contatti strettissimi con il problema dello sviluppo turistico.
Sviluppo Italia ha assorbito anche INSUD, società costituita nel 1963 con il preciso scopo di promuovere l’offerta turistica nelle regioni del MezzogiornoIn trent’anni di impegno a favore del turismo meridionale, l’INSUD ha collaborato con le maggiori realtà del turismo internazionale come ad esempio il CLUB MED e TUI.
Il Progetto di Sviluppo Turistico del Mezzogiorno 2000-2005 è stato realizzato dalla Valtur con il supporto dell’INSUD Italia ed è un progetto ambizioso che parte dalla creazione di circa 12.000 nuovi posti letto in villaggi a 4/5 stelle cosi dislocati: in Campania con 1 villaggio con 600 posti letto, Puglia con 2 villaggi per un totale di 1200 posti letto, Calabria con 1 villaggio con 600 posti letto, Sicilia con 4 villaggi (ampliamento di 2 villaggi esistenti) con 6000 posti letto e infine la Sardegna con 1 villaggio, 1 hotel, 1 residence con 8000 posti letto.
Il progetto prevede anche la creazione di appositi circuiti e itinerari culturali, museali, enogastronomici, tesi a valorizzare le risorse artistiche e ambientali del meridione.
Tramite le organizzazioni di attività crocieristiche sarà possibile allargare i circuiti a paesi limitrofi come Spagna, Turchia, Cipro creando itinerari intramediterranei. E’ significativo che una quota del capitale sociale della Valtur è sempre stata detenuta da INSUD.