Il testo che segue fu scritto da Cristanziano Serricchio (1922-2012) in occasione della tragica morte di Padre Lorenzo De Martinis avvenuta il 5 aprile 1945. Lo scrittore aveva 23 anni. Il suo scritto fu pubblicato il 14 aprile 1945 su Granum sinapis, periodico dei Chierici dello Studentato francescano di S. Matteo a S. Marco in Lamis. Cristanziano era, nel 1945, professore di filosofia nel Real Liceo di San Marco in Lamis. Lo scritto originale si trova nella Biblioteca A. Fania del Convento di San Matteo a S. Marco in Lamis. Questo scritto viene pubblicato per la prima volta.
Cristanziano SerricchioTaciti vanno sotto il greve cielo Tinto di sangue a l’ora mattutina, Lungo la strada silenziosa vanno Lenti e scuri nel saio i fraticelli.
Cupi s’espandono e lenti i rintocchi Dal monastero eretto sulla valle, Sembrano piangere le cose umane Piangono e il pianto lontano s'effonde
Di là dai monti nell’immensa piana. Piange la morte del figlio la Madre, Del figlio ch'aveva stretto di recente Al petto e mesta, prima del distacco,
E con tremule dita carezzato Avea nei dolci capelli fanciullo Ancor sognandolo fra le sue braccia. E fu quello l’estremo tuo saluto,
O madre. Or vedi, accorri, implora, piangi E’ là il tuo figlio al fianco della strada Insanguinato il viso e pien di polve, Quel viso che per te era sì dolce.
Una delle pagine del manoscritto della composizione di Cristanziano SerricchioGiace ora sulla terra nel suo saio Umile ancora e buono e con le braccia Crociate là sul petto in pia preghiera Gli posa accanto tra l'erba novella
Aperto ancora il piccolo breviario. E’ morto frate Lorenzo. Nò nò, Dorme dorme e nel sonno muto prega. Non lo destate, nessuno lo desti:
Cessate il lungo e triste salmodiare, O fratelli, e tu freccia il pianto, o madre: Non vedi ch’egli è là nella sua Chiesa Presso all’altare per il sacro rito?
Egli or si volge: “Pregate o Fratelli” E tu lo guardi, o madre, quel tuo figlio Trasfigurato, ed hai negli occhi il pianto. Accolta, ascolta, è il gran momento, esulta:
Grida egli osanna a Cristo già risorto E canta. Odi lo scampanio festoso Correre allegramente su pel borgo, Mira riesplodere nel cielo il sole,
Quanta festa di voci e canti intorno E come lieta sorride la terra. E’ ritornato al cielo il Redentore! Cristo è risorto e anche’esso il tuo figliuolo.
Non vedi quanta pace è nel suo volto E come in ciel protende il suo sguardo? Ecco egli sale a passo lento il monte Là verso il monastero in atto pio.
La copertina di 'Granum Sinapis'Quanto silenzio è là nella tua cella E quanto sol dall’ampio van filtrando, Da cui miravi i lieti prati e il cielo, Ride sul tavolo del grave studio,
Dove ogni cosa palpita di vita Dove sol piange il verso di Mimnermo. E tu prosegui là, frate Lorenzo, Dove protende in ciel l’alte sue braccia
La gran croce che il sol dai monti occidui Sull'aerea cima illuminando indora. E’ già il tramonto: quanto buio intorno E quanta luce cinge l'alta vetta!
Ecco rimira, chi è quegli lassù Che all’orizzonte gemmato di stelle E’ ai piè della gran croce umile e casto Scarne le braccia e larghe a te distende?
Accorri, accorri, va, frate Lorenzo: E’ il poverel serafico di Assisi; A Lui t’affida, al Santo. Te beato E in pace di dolcezza ormai riposa.
Eccoti al fine dell'umile vita, Fratello, Un sogno a te parve la vita E via qual semplice fiore passasti Al solo vero l’anima protesa,
Il santino in ricordo della morte di p. Lorenzo De MartinisSenza sperar nell’umane delizie, Senza soffrir né tanto lagrimare. Salve, fratello, l’estremo tributo E’ questo dell’uman nostro cordoglio,
Salve, l’ultima prece nostra è questa. E noi fra breve torneremo al vortice Dell’affannosa vita e spemi ed ansie Torneranno ancora i brevi dì.
Ma tu dall'alto al nostro affanno mira E i nostri passi languidi rivolgi Là verso il vero, verso l’alto bene Dov’è il fine del nostro lungo errar.
Cristanziano Serricchio Prof. di Filosofia S. Marco in Lamis 14 aprile 1945
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