Quel Signore cinquecentesco Don Vincenzo Carafa (Nota 1) perpetuo Commendatario del monastero di S. Giovanni in Lamis, nonostante le rendite, sia pur ridotte, che percepiva dai beni del monastero, non poteva tirare avanti, e vedeva nell'annoso edificio il pericolo incombente di un completo disastro.
Gli balenò un'idea: perché non affidare il pericolante monastero ai Francescani? Don Vincenzo li conosceva, anche perché nel suo feudo vi era il convento di S. Maria di Stignano; aveva buoni rapporti con il Ministro Provinciale della Minoritica Provincia di S. Angelo, che era P. Luigi da Nola. Dalle reciproche buone intenzioni fu facile il passaggio a stabilire una convenzione circa il monastero.
Vincenzo Carafa ha il merito di aver posto le condizioni perché lo storico monastero non crollasse completamente e uscisse dallo stato di abbandono.
P. Luigi da Nola ha il merito di aver corrisposto coraggiosamente all'iniziativa impegnandosi a far risorgere il monastero.
Papa Gregorio XIII ha il merito di aver approvata e sanzionata la convenzione stipulata dai due contraenti.
Convento francescano
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