Vi presento il testo di una conferenza tenuta alla Fiera di Foggia il 27 novembre 2011 in occasione di Aurea 2009 - Borsa del Turismo Religioso e delle Aree Protette. Era una domenica e decidemmo, insieme a p. Mario Villani, direttore della Biblioteca di S. Matteo a S. Marco in Lamis, di curiosare in questa fiera. Avemmo il piacere di intrattenerci con un Padre Provinciale OFM, presente nel box della Regione Marche, che ci raccontò cose molto interessanti e condivisibili. Il box delle Marche era molto ricco di offerte turistico-religiose, delle quali offriva numerosi materiali illustrativi. Le diapositive della conferenza sono state da me fotografate ed il testo propostovi è stato ottenuto utilizzando un programma Ocr. Il testo proposto è arricchito da alcune foto scattate in occasione della Borsa.
NB. Dopo la pubblicazione di questo testo (del quale ignoro l'autore) ho scovato questo file (http://www.palazzoturati.it/ImagePub.aspx?id=99196) contenente brani assolutamente identici a quelli propostovi. E' lo stesso autore? Non lo so, ma è ragionevole pensare che ci sia qualche rapporto.
Il tema Turismo religioso è trattato anche in questo web. Apri questa finestra.
Il webmaster
Il Pellegrinaggio ed il Turismo Religioso: la valorizzazione dei Beni Ecclesiastici come esperienza di Fede e Cultura. Obiettivi e metodo della ricerca.
Secondo i dati del Wto, i viaggiatori religiosi nel mondo sono 300-330 milioni l'anno, una vera e propria "domanda di pellegrinaggio" con un fatturato annuo di 18 miliardi di dollari, dei quali 4,5 generati solo dall'Italia. Nel nostro Paese, oltretutto, i risultati dell'ultimo biennio hanno presentato tassi di incremento superiori anche a quelli del Giubileo del 2000, facendo registrare nel solo 2007 quaranta milioni di pellegrini in movimento per oltre 19 milioni di pernottamenti, con una crescita del 20% rispetto all'anno precedente.
Questa ricerca nasce da un interesse analitico per la materia, sollecitato dall'incontro con alcuni responsabili del settore museale ecclesiastico e con autorevoli dirigenti delle maggiori agenzie italiane di turismo religioso.
L'obiettivo dello studio è quello di declinare, in una sintesi articolata ed approfondita, la dimensione sacra e profana del fenomeno turistico-religioso, portando l'attenzione sia sulle sue finalità di evangelizzazione e di aggregazione ecclesiale, sia sulle componenti economiche e aziendalistiche del settore.
L'interazione tra evangelizzazione e marketing, per quanto possa sembrare inopportuna, trova giustificazione peraltro nella stessa visione di Giovanni Paolo II.
Più volte, infatti, il pontefice ha espresso la sua convinzione che l'azione di animazione pastorale debba utilizzare gli 'strumenti del suo tempo'.
Nella prima parte si è inteso approfondire la definizione di bene culturale ecclesiastico, passando in rassegna le diverse tipologie di beni che afferiscono alla Chiesa in Italia.
La gestione e la conservazione del patrimonio storico-artistico ecclesiastico vedono nel viaggio religioso un importante elemento di valorizzazione.
Il viaggio religioso costituisce, fin dai tempi più remoti, una componente fondamentale della manifestazione di fede.
Esso non è soltanto un'occasione speciale di incontro tra gli uomini e la divinità, ma anche un fenomeno di superamento di confini geografici e di distanze, un'occasione d'incontro tra razze e popoli: incontrare gli altri, provenienti da luoghi diversi, ma accomunati da fede e simboli condivisi, fa vivere intensamente l'aspetto comunitario ed ecclesiologico della religione.
Viceversa nell'antico Egitto, pur non potendosi parlare propriamente di pellegrinaggi, si hanno riscontri di centri religiosi (Menfi tra tutti) meta di manifestazioni di devozione individuale.
Più consistente e significativa si rivela l'esperienza del pellegrinaggio nel mondo islamico, esperienza che coinvolge il popolo adulto, il quale ha l'obbligo, almeno una volta nella vita, di compiere il grande pellegrinaggio alla Mecca.
Si è poi introdotto il tema del turismo religioso. Il termine 'turismo religioso' fa riferimento a tutte le esperienze di viaggio che declinano il movente religioso e lo spostamento dagli ordinari luoghi di residenza verso mete significative dal punto di vista della storia e della fede cristiana (o di altre religioni).
Il viaggio religioso, più precisamente, è il risultato di un concorso di diverse componenti molto differenziate come la religione, l'arte, la cultura, la storia, il folklore, l'ambiente.
Soprattutto a partire dagli anni '80, inoltre, è emersa una nuova prassi del 'Viaggiare sacro' che, privilegiando aspetti culturali e sociali, presenta aspetti comuni con il turismo culturale, dando vita ad esperienze di viaggio che declinano l'elemento religioso e quello culturale. Come ogni attività di impresa, anche il turismo religioso fa ricorso agli strumenti del marketing.
Si è anche dedicato spazio all'analisi della dimensione esperienziale del turismo religioso.
Partendo dall'analisi del consumo come esperienza si intende sottolineare come il rapporto tra esperienza e turismo religioso sia, nello stesso tempo, presupposto ed incentivato.
Il turismo religioso non ha necessità di relazionarsi all’esperienzialità, in quanto questa è un suo tratto caratteristico. Anzi, è proprio questa sua caratteristica a prestarsi a nuove proposte che, pur rimanendo all'interno dell'universo religioso, cercano di aprirsi anche al mondo laico.
La descrizione strategico-operativa dei vari operatori di turismo religioso in Italia, ha costituito il focus della parte finale della ricerca che ha naturalmente portato alla parte conclusiva del lavoro realizzata, grazie alla collaborazione di un importante tour operator religioso, e che analizza i risultati di una specifica ricerca condotta mediante questionari su 1416 soggetti dai 18 anni in su, partecipanti a viaggi di gruppo a carattere religioso o pellegrinaggi.
Le interviste sono state condotte al rientro dei viaggi da parte di 20 intervistatori, alternati per la durata del periodo, in aeroporto e all'arrivo dei pullman nella sede del tour operator religioso.
Oltre alle caratteristiche sociodemografiche dei turisti religiosi, il questionario ha inteso indagare le modalità di reperimento dell'informazione turistica, la frequenza dei viaggi di fede durante l'anno, la scelta dell'operatore e le modalità dì prenotazione, il coinvolgimento emotivo ed esperienziale durante il tour e (a soddisfazione generale del viaggiatore.
(I grafici del questionario sono stati omessi)
Conclusioni
Il tema dei beni culturali di interesse religioso rappresenta uno dei punti più interessanti di intersezione tra la modalità tradizionale di peregrinare e le nuove forme di turismo religioso.
L'ascesa del turismo religioso ha messo in evidenza, peraltro, la necessità di un intervento attivo anche da parte della Chiesa, chiamandola ad elaborare un sempre più ampio programma pastorale basato sulla valorizzazione del suo patrimonio culturale e artistico in funzione turistica.
Non si tratta evidentemente di semplice tutela e conservazione, ma di iniziative pastorali pensate e costruite a partire dalle opere d'arte: una cosa infatti e l'intelligente custodia dei beni culturali ecclesiastici, altra cosa è il loro positivo utilizzo religioso ed ecclesiale nelle dinamiche del flusso turistico.
Il passaggio dal pellegrinaggio al cosiddetto turismo religioso ha determinato l'ingresso nel settore del tour operating del segmento del 'viaggio sacro'. Questo tipo particolare di 'turismo' arricchisce di nuove modalità lo scenario della mobilità, in quanto si tratta di un fenomeno che integra elementi appartenenti ad ambiti lontani.
Il turismo religioso è, dal punto di vista dell'offerta un prodotto composito. Esso è il risultato di un concorso di diverse componenti molto diverse (religione, arte, cultura, storia, folklore, ambiente), che si intersecano sinergicamente e che trovano una loro coerenza interna solo al termine del percorso.
Ciò spiega perché il turismo religioso non sia immediatamente riferibile a modelli usuali di viaggi se non per via analogica, come ad esempio il pellegrinaggio, il viaggio culturale, il turismo sociale.
Questi 'turismi', però, corrispondono ad una domanda e a richieste precise, mentre il turismo religioso presenta profili meno definibili, che riguardano la riflessività, l'affettività e la spiritualità.
In terzo luogo il turismo religioso è, dal lato della fruizione, multiforme. Esso associa spesso la pratica devozionale, la visita culturale, i momenti di socializzazione e gli aspetti folkloristici.
La multiformità del turismo religioso non va considerata negativamente in quanto esprime una capacità adattiva rilevante, in grado di modellarsi sulla soggettività degli utenti. In questo senso il turismo religioso è ambivalente.
Anche se oggi esso costituisce una figura autonoma di turismo, nasce comunque da due 'anime', quella antica del pellegrinaggio e quella moderna del turismo. Questa ambiguità è l'origine della sua capacità di offrire, al termine del viaggio, un vissuto esperienziale che si modella sulle attese e sui bisogni del viaggiatore.
Le diverse componenti motivazionali che determinano la domanda di turismo religioso possono essere individuate facendo riferimento alle intenzioni profonde delle persone.
a) Istanze e dimensioni di ordine psicologico. Nell'attuale passaggio storico, segnato da profondi cambiamenti, l’"animo" umano è soggetto a tensioni ed è alla ricerca di rassicurazioni che storicamente possono essere trovate nella fede.
Nel tentativo di 'ritrovare se stesso', sottoposto com'è allo spaesamento attuale, l'uomo costruisce risposte in riferimento alla 'crisi' delle grandi ideologie, al cambiamento socio-industriale, alla velocizzazione della percezione del tempo, all'atomizzazione dell'organizzazione del lavoro, all'impoverimento del riferimento culturale, alla disponibilità del tempo libero;
b) Istanze e dimensioni di ordine antropologico. La lettura antropologica del turismo religioso mette in evidenza come l'uomo, nella sua vita, intrecci il sacro e il profano, il tempo del lavoro e il tempo dell'ozio. Gli studi antropologici hanno messo in rilievo come tutte le religioni abbiano il concetto di luogo sacro: un luogo sacro è un punto di contatto tra la terra e il cielo, permette di trovare il centro della religione e quindi aiuta a raggiungere il centro della propria vita.
e) istanze e dimensioni di ordine storico-religioso. Una lunga e gloriosa storia sta alle spalle del turismo religioso. Esso affonda le sue radici nella rivelazione biblica dell'Antico e del Nuovo Testamento e prosegue in tutta la vicenda del cristianesimo fino ai nostri giorni. Il turismo religioso prosegue la storia del pellegrinaggio come esperienza religiosa-rituale-culturale.
Il turismo religioso si presenta, quindi, come un fenomeno in continua evoluzione, complesso e frammentario nelle dinamiche attuative, dominato da tendenze che esprimono bisogni di spiritualità, di consolazione, di cultura delle radici e di socializzazione.
In concreto esso è generato dalla concorrenza dì diversi fattori ed è caratterizzato da motivazioni nelle quali prevale un'esigenza esistenziale a sfondo rigorosamente religioso.
Si può dire, pertanto, che il turismo religioso utilizza lo 'schema-modello base' del turismo, ma lo reinventa creativamente con l'innesto dell'esperienza religiosa, trasformandone la qualità, la finalità, i ritmi e lo stile di attuazione.
La stessa fisionomia del turismo religioso si sviluppa su due fronti: da una parte si muove secondo le logiche tipiche del turismo e dall'altra presenta una stretta connessione rispetto al sentire religioso. Di fatto, nell'attuale congiuntura culturale e religiosa, costituita da spinte soggettivistiche e da un'inadeguatezza ad elaborare una cultura forte e compatta, il turismo religioso esprime un esperimento di religiosità personale e autoreferenziale.
L'incontro con il sacro è vissuto e gestito a partire da motivazioni personali, tendenti a lasciare in secondo piano le mediazioni tradizionali offerte dalle strutture ecclesiastiche, anche se queste rimangono ineludibili scenari di fondo.
L’analisi organizzativa di sistema del turismo religioso condotta nel corso della ricerca, ha messo in evidenza un insieme differenziato di soggetti (persone fisiche o persone giuridiche, istituzionali o privati) che interagiscono in modo reticolare.
Accanto alla componente informale e non profit dell'offerta (costituita dalla gerarchia ecclesiastica e dalla rete di parrocchie e associazioni religiose), tradizionalmente impegnata nell'organizzazione di pellegrinaggi, si è andata ampliando l'area laica profit, attiva anch'essa nel settore dei pellegrinaggi, orientata soprattutto ad offrire pacchetti di viaggio che si propongono di declinare in modo articolato l'elemento religioso, quello culturale e quello turistico in senso lato. Quindi il 'viaggiatore per fede' si trova a poter decidere tra un ventaglio articolato di prodotti 'a orientamento religioso' che spaziano dal pellegrinaggio tradizionale al viaggio di fede in città d'arte, al semplice tour in città a vocazione religiosa.
L’attuale articolazione dell'offerta consente, in altri termini, di scegliere non solo la destinazione in funzione dei propri interessi spirituali o culturali (il pellegrinaggio a Lourdes o la visita religioso-culturale nel Sinai), ma di individuare, in funzione della tipologia dell'operatore, anche la 'graduazione' di coinvolgimento religioso desiderata.
La componente laica del tour operating religioso si è sviluppata, infatti, in funzione di una domanda che, pur desiderando visitare luoghi di culto ed aree a vocazione religiosa, richiede un prodotto che integri con equilibrio dimensione devozionale e culturale, aspetti di culto e momenti di visita turistica tout court.
Gli esiti di questa evoluzione del viaggio di fede si collocano a diversi livelli. In primo luogo, come si è già detto, l'attuale panorama organizzativo vede operare attori religiosi impegnati nell'organizzazione di pellegrinaggi, attori laico/religiosi con cataloghi ad orientamento culturale/religioso, attori laici con cataloghi ad orientamento misto/religioso ed attori laici con cataloghi ad orientamento culturale, ma declinabili anche in chiave religiosa, (tour operator tradizionali).
Detta collaborazione ha agito in passato, e agisce tuttora sulle strategie di offerta dei tour operator; basti pensare alla profonda influenza del calendario dei grandi eventi ecclesiastici sulla programmazione degli operatori turistici; essa ha avuto un ruolo rilevante anche sull'apertura del mondo religioso verso i nuovi stimoli e le nuove suggestioni che possono venire da un turismo religioso inteso in senso più ampio.
Se fino agli anni '70 del secolo scorso, la Chiesa, le sue diramazioni parrocchiali e le sue organizzazioni di tour operating avevano circoscritto la propria attività all'effettuazione di pellegrinaggi di breve durata verso le tradizionali destinazioni di culto, negli ultimi decenni anche il mondo ecclesiastico, secondo un orientamento di apertura verso la cultura del viaggio dettata già da Paolo Vl ha ampliato la propria visione del pellegrinaggio, accostando ai valori millenari del viaggio di fede, nuovi stimoli culturali legati soprattutto alla fruizione dello spiritus loci e alla conoscenza dei suoi beni culturali ecclesiastici.
Il moderno pellegrino, infatti, dispone di un bagaglio culturale più ampio ed articolato dell'antico credente in visita al luogo devozionale. Egli, mettendosi in viaggio, si propone naturalmente di visitare il santuario o l'area religiosa che costituisce, ancora oggi, la meta ed il fine del viaggio di fede.
Nello stesso tempo, però, la spinta spirituale si intreccia con l'interesse culturale per la città che ospita il luogo devozionale e per le testimonianze storiche di tale devozione, conservate nei musei.
Si è così determinata una dilatazione del senso storico del pellegrinaggio verso ambiti che spesso rientrano a pieno titolo nell'universo religioso, ma che possono comunque riguardare anche la sfera culturale e gli ambiti di arricchimento interiore del viaggiatore.
Ciò spiega perché, secondo le ricerche più recenti condotte in questo ambito, l'offerta del turismo religioso si avvalga oggi di mete e percorsi in parte consuetudinari e in parte inediti, secondo un criterio tematico e formativo di carattere religioso.
Prevale invece la novità e la fantasia se i destinatari si collocano in ruoli sociali culturalizzati e giovanili (che possono essere inscritti entro i cosiddetti 'turisti riflessivi o intellettuali') e se manifestano attese differenziate.
L’offerta del turismo religioso presenta una sequenza di elementi classico-tradizionali; comodità dei mezzi di trasporto, alto grado di confort negli alloggiamenti e nei transfert, alimentazione di qualità, centralità del vissuto religioso e della meta santuariale, giovialità nello stile di socializzazione, misurata animazione delle "giornate", con servizio di assistenza continuativo e rassicurante.
L'offerta del turismo religioso riserva grande cura per i dettagli, le annotazioni di carattere storico-paesaggistico, l'informazione rispetto all'attualità del luogo visitato, commenti essenziali e precisi riguardo alle tradizioni, ai costumi, alle forme di religioni diverse. In tal modo l'offerta presenta una 'varietà' piacevole e rassicurante.
Come si è ricordato nel corso della ricerca la tradizione dei pellegrinaggi ha costituito il retroterra culturale da cui sono sorti numerosi soggetti promotori-organizzatori anche del turismo religioso.
La transizione dall'uno all'altro comparto ha richiesto diversi processi di conoscenza, di competenza, di innovazione e di professionalità. Questi appaiono essere soggetti e istituzioni di diverso profilo giuridico e di diversa finalità pratica.
Se a livello nazionale la funzione guida e il ruolo orientativo spetta alla CEI con il competente Ufficio Nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e pellegrinaggi, a livello di enti operano numerose associazioni nazionali e territoriali di turismo religioso, le cooperative locali, le agenzie di viaggi e pellegrinaggi, le cooperative turistiche, le case per alberghi, locali di ristoro di proprietà Ecclesiastica.
Questi differenti soggetti costituiscono un notevole patrimonio di istituzioni, di persone e di organismi organizzativi che non sempre sono apparsi collegati e coordinati. Negli ultimi anni, peraltro, una diffusa tendenza verso il networking ha favorito una nuova mentalità di creazione di reti per massimizzare programmi e interessi comuni di diversa natura religioso, culturale, civile), generando profitti economici e intenzionalità occupazionali.
Sono numerose, infatti, le esigenze di produzione 'culturale', di comunicazione-informazione, di concertazione progettuale tra le istituzioni coinvolte e dislocate sul territorio. Lo sviluppo diffuso del turismo religioso ha evidenziato necessità inedite, non ultima l'adozione di strumenti di marketing in un settore tradizionalmente lontano da approcci di carattere aziendalistico.
L'economia generata dal "sistema turismo religioso", peraltro, dato il recente sviluppo del fenomeno, è ancora in una fase di studio approfondito.
Nella sua attuale espansione il turismo religioso ha acquisito una capacità economica diffusa sul territorio, sollecitando capacità imprenditoriali che possono essere promosse solo attraverso una nuova visione "moderna" dell'interazione tra evangelizzazione e marketing.
Se i responsabili degli archivi, delle biblioteche e dei musei devono saper promuovere una cultura di ispirazione cristiana, gli operatori turistici, come osserva la CEI, devono essere in grado di contestualizzare il discorso secondo finalità ecclesiali, affinché la fruizione dei beni culturali e la visita ai luoghi devozionali non si riduca al mero dato estetico, ma diventi strumento di catechesi e di annuncio evangelico, essendo il linguaggio dell'arte universale e intrinsecamente aperto al divino.
In questo scenario è possibile che il turismo religioso si coniughi con la cultura, la cultura con il mercato, il mercato con i bisogni latenti o palesi dell'uomo, creando situazioni inedite: nuove nicchie, nuove attese nella domanda e nell'offerta, nuovi soggetti imprenditoriali, nuovi o rivalutati circuiti turistici, nuove manifestazioni di religiosità.
Si attiva, perciò, una dinamica nella quale il fenomeno del turismo religioso e culturale assume gradualmente le funzioni di un magnete e di un volano di ordine commerciale ed economico, diventando vettore trainante per l'economia di alcune aree e città del Paese.
L'imponente ondata del fenomeno ha colto di sorpresa gli stessi addetti alla gestione del turismo religioso tanto che, a lungo, soprattutto a cavallo tra gli anni '90 e il nuovo millennio, esso ha manifestato una carenza di ideazione progettuale, dimostrandosi limitato nell'investimento promozionale e sottovalutato dai programmatori pubblici e privati.
Anche nell'ambito del turismo religioso, del resto, la parola chiave è 'qualità'.
Proprio l’elemento qualitativo, peraltro, può rappresentare una potente leva concorrenziale per gli operatori di matrice o prossimità religiosa. Se infatti si intende la qualità nell'accezione aziendalistica del termine, è evidente come il confronto competitivo possa risultare complesso e, su alcuni aspetti del servizio, possa volgere a favore delle grandi organizzazioni laiche.
Nel viaggio di fede invece, la qualità assume anche una seconda accezione: essa fa riferimento, cioè, alla risorsa emotivo-spirituale che è legata all'itinerario devozionale.
La qualità del turismo religioso ha bisogno della dimensione etica e della dimensione culturale per raggiungere quella 'qualità totale' che costituisce l'obiettivo dei tour operator religiosi.
La qualità legata alla risorsa emotivo-spirituale è considerata fondamentale, in particolare, nel pellegrinaggio, nell'ospitalità (nei monasteri, nelle case per ferie, nelle foresterie, nelle strutture religiose), nei viaggi missionari e nei viaggi della solidarietà, nella fruizione dei beni culturali ecclesiastici (la rete delle cattedrali e dei musei ecclesiastici), nell'accoglienza degli ospiti (le guide ecclesiali, le iniziative culturali, musicali e ludiche che favoriscono l'accoglienza e l’incontro).
Secondo la visione del vertici ecclesiastici, il turismo religioso può accostarsi all'antico spirito del pellegrinaggio e liberarsi da una caratterizzazione economica troppo marcata (tipica delle offerte provenienti da operatori laici).
Solo in questa prospettiva, infatti, le mete religiose e i beni culturali ecclesiastici diventano non un 'pacchetto' da vendere, ma un sistema che accosta al sacro, promuove il dialogo e la pace e diventa quindi strumento di evangelizzazione.