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Da Qualesammarco, n. 2 del 1989
Di una tavola rotonda di un paese senza nocchiero e d'altro
Alcune postille, con finale proposta di una “Conferenza generale sullo sviluppo di S. Marco”
“S. Marco, paese in coma”, è stato detto nella tavola rotonda dell'ultimo 28 aprile, organizzata per discutere l'intervento di Tommaso Nardella apparso sul numero scorso del giornale. Non ce la sentiamo francamente di avallare una diagnosi così funesta, né di tirare conclusioni fidando nel pronto soccorso di Sorella Speranza.
Come cittadini non possiamo rimanere inerti di fronte alle richieste di ossigeno. E allora?
Allora, se si vuole mantenere la convinzione che anche S. Marco, fatta salva una sua drammatica “questione meridionale”, ha accettato modelli urbani di vita e quindi la sfida della modernizzazione e della trasformazione nello sviluppo, occorre tentare un"analisi punto per punto (occupazione, servizi, formazione, socialità, informazione).
1. Occupazione - S. Marco è un paese di forte disoccupazione. Accanto a questa, esiste una larga fascia di occupazione assistita e parassitaria, nonché di sottoccupazione. Di qui la formazione di nuovi ceti piccolo-borghesi e proletari accomunati da un generalizzato miglioramento economico e sociale, a cui corrisponde una “disgregazione delle condizioni umane” (A. M. Di Nola). Le banche e la posta continuano ad accumulare denaro di risparmiatori economicamente “impazziti” e socialmente sempre più “atomizzati”, rinchiusi nella propria cellula di sopravvivenza. Il lavoro non libera, l’occupazione è occupazione di un posto, il reddito serve per comprare ora (al dettaglio di mercati moltiplicati ad ogni angolo di strada e al mercato settimanale) o in futuro (casa-doppia casa, macchina-doppia macchina, stereo, vestiti firmati, pellicce, gioielli, viaggi). Intanto avanzano gli emarginati, i balordi, i devianti e la comunità si divarica e accende conflitti.
2. Servizi - Mentre banche e commercio vigoreggiano, i servizi pubblici (sanità, scuola, uffici, ecc.) camminano con una sola gamba. Non si fa ancora strada la consapevolezza di servizi di tipo nuovo che cercano di fronteggiare le nuove emergenze (donne, bambini, anziani, drogati, malati di mente,handicappati): Consultorio Familiare, CIM, GOT, Cooperativa “Nuovi Servizi”, Centro di Riabilitazione Motoria.
A. Formazione - La scuola, nel suo doppio aspetto di servizio culturale-educativo e di formazione professionale, è uno dei sistemi più contraddittori dell’organizzazione sociale di S. Marco. In realtà essa funge da riproduttore di una società autogratificata dalla presenza del tecnico, del geometra, dell’insegnante, del medico, dell'avvocato o dell’ingegnere di ritorno dalla scuola o dall'università con scarsa volontà di prestare un servizio e più, invece, col desiderio di un reddito soddisfacente e con la presunzione di una promozione sociale che in effetti è una “separazione” dalla società, dalla comunità di base. Alla formazione, concorrono oggi in maniera massiccia i mass-media: uniformarsi ai modelli prestigiosi di realtà lontane diventa un imperativo imprescindibile e un moltiplicatore di “separazione”.
Dal ciclo formativo spunta fuori anche l’amministratore locale. Di quale professionalità è portatore, di quali competenze? Come si misura la sua appartenenza alla classe dirigente? Gran parte degli amministratori di S. Marco viene “prestata” dalla scuola agli scranni dell'aula consiliare. La mentalità “umanistica” di molti di essi non sembra adatta a responsabilità amministrative, a meno di non avere una seria esperienza nelle sezioni di partito o nell 'ambito sindacale. Ma se anche l’amministratore locale è alla fin fine riproduttore di “separazione”, come concilierà la sua mentalità, la sua formazione, con l'esigenza di una strategia di solidarietà e di programmazione?
4. Socialità - A S. Marco ci sono associazioni e circoli in quantità.
Chi socializza e che cosa si socializza in questi raggruppamenti?
C’è scambio tra queste realtà? Ad una prima analisi sembra di assistere al proliferare di neo-corporazioni di ceti e classi, che si rinchiudono in un recinto protettivo e autoidentificativo. La terziarizzazione in atto favorisce ulteriormente i sostenitori del già dato o dell’appena conquistato, favorisce la resa all’individualismo conservatore, piuttosto che l'avvio di un intelligente progetto di consorziamento di associazioni con finalità almeno vicine, per confrontarsi e coordinare risorse umane e materiali diverse e antagonistiche.
La socializzazione dei più giovani avviene per via “fisiologica” sui viali e nelle piazze del paese: non è questo il problema più grave, grave è invece la separazione di generazioni che non riescono a dialogare tra loro.
5. Informazione - È quasi inesistente, malgrado i tentativi di qualche improvvisata glasnost amministrativa e di questo foglio (ultimo di una serie di conati giornalistici) che ha tutti i suoi limiti di mezzi, di metodi e di organizzazione. Lo sviluppo dell'informazione all'interno di una comunità di piccole proporzioni come quella di S. Marco. può essere una scelta strategica per innescare un processo di confronto e di controllo reciproco nel quadro di rapporti civili e politici di stampo democratico.
Per sviluppare l'occupazione, la formazione, la socialità vi sono alcune risorse fondamentali locali, e alcuni strumenti importanti non locali. Le risorse fondamentali locali sono l'ambiente (tutela, sistemazione e conservazione di esso; promozione turistica), e i beni culturali (cultura popolare; beni archeologici, artistici e architettonici; beni archivistici e bibliografici).
Alcuni strumenti importanti non locali sono: a) la promozione di seminari sull’educazione e la gestione ambientale, sulla promozione turistica, sull’organizzazione manageriale, sull'illustrazione delle leggi e degli altri dispositivi giuridici che favoriscono lo sviluppo delle aree interne del Mezzogiorno; b) la promozione di corsi di aggiornamento sulle scienze sociali.
Abbiamo parlato di trasformazione. Ebbene, la sfida di cui si parlava all'inizio passa attraverso un grande sforzo unitario di impiego delle risorse e delle competenze, attraverso un grande consorzio di esperienze. Forse è matura anche per questo paese l'ora di progettare una prima Conferenza generale sullo sviluppo di S. Marco in Lamis, una prima messa a punto qualificata e decisiva per la programmazione del suo futuro.
Sergio D'Amaro