Da Qualesammarco, n. 1 del 1991
Chi si ricorda più della ricerca sulla cultura popolare di S. Marco in Lamis?
Nel 1989 ho avuto la fortuna di seguire, come coordinatore, il lavoro di ricerca di 20 giovani che, grazie all'art. 23 della Finanziaria '88, furono impegnati nella Rilevazione, catalogazione e conservazione della Cultura Popolare di S. Marco in Lamis. Per legge il progetto fu presentato formalmente dal Comune e fu attuato dalla Cooperativa Nuovi Servizi.
È stata un’esperienza per molti aspetti esaltante, seguita con cura dall'amico Michele d’Arienzo di Monte S. Angelo e dall’antropologa dell’Università di Bari, Annamaria Rivera, che ha fornito specifici e preziosi suggerimenti su metodi e contenuti della ricerca.
Oggi sento l’obbligo morale di far sapere alla cittadinanza che con tale ricerca si è raccolto un primo interessantissimo nucleo di oggetti, di documenti, di fotografie, di registrazioni su cassetta, di parole dialettali schedate, che aspettano solo di essere pubblicizzate in una mostra e fissate in una pubblicazione. Sono oggetti, documenti, fotografie, registrazioni, parole che riguardano il passato, la storia, la vita di S. Marco in Lamis (e scusate se ve lo dice uno che non è neanche di S. Marco!). E la prima volta che, su una scala abbastanza vasta, si sono raccolte le testimonianze vive (cioè dirette, orali) di tanti anziani tra i 70 e i 90 anni, che formano insieme quasi la trama di una autobiografia collettiva del paese. Sono i vecchi che finalmente riacquistano il diritto alla parola e ci dicono quanta distanza s’è fatta tra passato e presente, quanti e quali equilibri si sono spezzati nella nostra coscienza, in quali brecce si è incuneata la nevrosi, che è vuoto, disadattamento, perdita delle radici, oblio dell'antico villaggio.
L’universo del lavoro, degli affetti, dei miti, dei valori, delle tradizioni che questa ricerca ci consegna anche se parzialmente, invita tutti, specie i giovani e coloro che non vogliono dimenticare, ad un atto di riflessione e di consapevolezza critica del valore della memoria, che è intelligenza storica del presente, vera origine del cambiamento. È un'eredità che occorre, dunque, rifondare convinti dei rischi che comporta la perdita della memoria e del senso del passato: ed è un compito appena cominciato, a partire appunto dalla comunità-microcosmo dei paesi del Mezzogiorno, dove è possibile verificare il rapporto ancora attivo, anche se schiacciato da una precipitosa modernizzazione, tra storia, coscienza e dialetto (tra storia, psicologia e linguistica).
E’ un discorso che ricade, per altri versi, sul ruolo delle periferie nei processi di socializzazione continua che impone la società di massa, sulla ristrutturazione della personalità di cui parla N. Elias. Quello del recupero della identità è un processo culturale che si impone come problema anche schiettamente politico e che quindi attiene ai progetti che una comunità si può e si vuole dare nella consapevolezza della sua integrazione a livello ormai planetario.
Allora? Allora rimane la realtà di questa ricerca su S. Marco, rimane la realtà del testo già pronto per la stampa con decine di fotografie, rimane una realtà che aspetta solo di venire valorizzata e divulgata prima che vada incontro alla polvere e alla ruggine!
Sergio D’Amaro