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Da Qualesammarco, Nr. 1 di Febbraio 1994
Misteri a Palazzo Badiale
di Giuseppe Soccio
Documenti richiamati in atti di magistrati risultano inesistenti.
Qualcuno avrà il coraggio di interessare il Pubblico Ministero per quanto sta avvenendo a danno del demanio, cioè del territorio di cui sono beneficiari tutti i cittadini? Per il momento si è pronunciato il Consiglio Comunale.
Tra le tante cose “strane” del nostro Municipio, segnaliamo questo “piccolo” mistero, che è alla base dell’appropriazione di circa duemila metri quadrati di demanio di uso civico (appartenente alla collettività dei sammarchesi) e che ha generato l’affaire delle cooperative S. Rita.
Nel provvedimento del Commissario Regionale per la Liquidazione degli Usi Civici di Bari del 27.7.89, che modifica un precedente stato degli arbitrari occupatori di demanio di uso civico (di coloro cioè che potrebbero anche aspirare alla legittimazione dei terreni che almeno da dieci anni detengono e su cui hanno apportato migliorie agricole), si cita un esposto del Comune di S. Marco in L. di opposizione alla domanda, inoltrata dal sig. Domenico Ciavarella, di legittimazione della “dilatazione dei possessi (che bell’eufemismo!) ai danni della particella 130 del demanio di uso civico”.
Tale esposto “rende regolare” la procedura che il Commissario deve seguire in caso di contenzioso: ascoltare le parti in contraddittorio.
Il problema è che il Capo Ripartizione ing. Pasquale Pitullo, in risposta ad una richiesta a norma dello Statuto Comunale del sottoscritto, “non è a conoscenza se il Comune ha effettivamente presentato l’esposto in parola; dello stesso “non c’è riscontro presso gli uffici di Segreteria” del Comune; al Commissariato non si riesce ad averne copia; ergo l’esposto o non esiste o viene tenuto nascosto.
E che interesse c’è a tener nascosto tale documento o che interesse c’era a dichiarare un falso in atto pubblico?
E’ chiaro come il sole che si vuol far dire al Comune quello che si vuole (visto che il Comune non ha detto niente, ma che risulta aver detto qualcosa) per impedire che salti fuori la verità, e cioè che quella dilatazione dei possessi c’è stata a seguito di una recinzione abusiva regolarmente contestata dal Comune e che, pertanto, il Ciavarella non possiede i requisiti per rientrare tra coloro che potrebbero aver diritto alla legittimazione.
Per i documenti di cui stiamo parlando il Ciavarella è riuscito a far annullare un intero piano di zona 167, con tutte le conseguenze che ne deriveranno, nonostante la sottovalutazione degli amministratori; grazie a questa inclusione tra gli arbitrari occupatori, egli è riuscito a far sborsare al Comune 15 milioni per ricostruire un muretto di recinzione su un terreno che, fino a quando non ci sarà il decreto di sdemanializzazione da parte del Capo dello Stato, è appannaggio della universitas dei cittadini di S. Marco, così come è riuscito a far pagare, finora, circa 8 milioni ad una cooperativa, fatti salvi altri procedimenti e tutte le spese legali (il l7 gennaio u. s. ha fatto notificare al Comune un “atto di significazione” con il quale chiede la demolizione di tutti i fabbricati delle cooperative in esecuzione di sentenze nelle quali è risultato “vitto1ioso”); per tali documenti, il prof. Raffaele Fino ha dovuto affrontare processi, che lo hanno visto sempre assolto, fino alla Cassazione.
A fronte di tutto questo (che è stato denunciato anche in una proposta di deliberazione sottoscritta da oltre duecento cittadini), con una freddezza, un distacco ed una sottovalutazione che hanno dell’incredibile, l’amministrazione comunale, in alcune sue espressioni, si è mossa con lentezza e contraddizione, quasi con un senso di fastidio.
Tutto cio è mortificante, ma la pusillanimità non deve impedire alla legalità di affermarsi, diversamente dovremo rivedere il senso da dare alle fiaccolate, ai discorsi del sindaco e del vescovo contro l’omertà e l’indifferenza di fronte ai soprusi e alle prevaricazioni.
Comunque, la mobilitazione popolare un effetto lo ha sortito: nella seduta del 19 gennaio ’94, il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno che finalmente chiede agli organi competenti (in questo caso sono tre magistrati con diversa giurisdizione commissario degli usi civici, giudice amministrativo e pubblico ministero per l’azione penale) di riesaminare tutta la questione.
Venga tardi e venga bene, ma soprattutto venga per far convincere i titubanti sulla necessità di prendere in seria considerazione tutta la questione demaniale, che per tanti altri casi è ancora avvolta nel mistero e nell’intrigo.

Hai mai visto gli ex voto di san Matteo? Conosci Giovanni Gelsomino?