garganovede, il web dal Gargano, powered in S. Marco in Lamis

Da Qualesammarco, n. 3 del 1993
Ospedale
E' tempo di chiarimenti e di rispetto della legalità
di Giampiamo Leonardo e Pastucci Michele
Nel pubblicare la lettera (che non ha bisogno di commenti e che conferma la gravità della situazione ed i cui autori ringraziamo per questa civile testimonianza) pervenutaci a proposito di disservizi del locale ospedale, non possiamo non registrare altre prese di posizione su tale delicata struttura sanitaria.
Infatti, i cittadini hanno appreso da giornali e manifesti murali dell'esistenza di lettere, piuttosto allarmanti, di sanitari responsabili di divisioni; Abbiamo usato il termine “allarmanti” non certo per sposare le tesi di chi quelle lettere ha compilato e spedito, ma per ripropone l'urgenza, l’inderogabilità di un intervento da parte di autorità ad ogni livello (dal Sindaco al Ministero, alla Magistratura se ricorrono gli estremi) per accertare la rispondenza al vero di quanto denunciato o per invitare, anche in questo caso con determinazione, chi genera allarmismo ingiustificato ad attenersi alla deontologia professionale.
Esimio Direttore di QualeSammarco - Giuseppe Soccio
Ho appena finito di leggere l'articolo scritto sul suo giornale riguardante “L' Ospedale Umberto I” dal titolo: (Qualcuno deve intervenire) e (Situazione insostenibile) - una lettera del Dr. Antonio Bramante.
Ebbene, se qualcuno deve intervenire, quanto prima, anzi non appena rientro a Milano, interverrò, io personalmente, inviando al Ministero della Sanità, e al Presidente della Regione Puglia, fotocopia di questi articoli pubblicati sul suo giornale, e inoltre invierò fotocopia di questo articolo se me lo pubblicherà.
E’ dal 12 luglio che mi trovo a Sammarco, per trascorrere, tre settimane di ferie insieme a mia moglie - ospite a casa di mia suocera; la quale, aspetta con ansia la nostra venuta, non solo per riabbracciarci, ma anche perché, mio suocero accusa un forte dolore alla parte dell'inguine destro. Io e mia moglie, senza perdere tempo, lo portiamo dal suo medico di famiglia Dottoressa Cursio, la quale prescrive urgentemente, una visita chirurgica, per sospetta ernia inguinale.
Dunque, proprio per guadagnare tempo, il giorno dopo, e, precisamente il 13 luglio, quantunque in mattinata piovesse a cielo aperto, senza trovare un taxi, oppure una circolare (chissà quanto tempo ancora dovrà passare prima che Sammarco abbia dei conforti di questo genere); presi sottobraccio mio suocero, e, insieme a mia moglie e mia suocera, facendo a piedi circa 700 metri dall'abitazione di mio suocero fino al1'Ospedale, lo portammo al pronto soccorso per visita chirurgica.
In verità rimasi stupefatto dalla gentilezza e dall'accoglienza che avemmo nel reparto di Chirurgia. Infatti, immediatamente, un chirurgo (non conosco il suo cognome) lo visitò e gli riscontrò: "Ernia inguinale sia a destra che a sinistra (da questo lato c'è il riscontro di una ricrescenza in quanto era stato già operato a Milano), e ci consigliò l'intervento.
Ritornammo a casa, preparammo la biancheria intima da portarsi in Ospedale, e la mattina di mercoledì 14 luglio, lo ricoverammo. I chirurghi mi dissero che l’intervento l'avrebbero fatto per il l9 luglio. Ma, il giorno 19, saltò non solo l'intervento di mio suocero, ma di tutti coloro che erano in programma per essere operati. L’anestesista per mio suocero non ritenne opportuno operarlo, riscontrando in lui una pressione non sufficiente: 140/80.
Non ho studiato medicina, ma non credo che per un uomo di 82 anni la pressione sopracitata non sia sufficiente, per subire un intervento di ernia inguinale. A questo punto non sono ancora a conoscenza della situazione paradossale e grave che regna fra il Servizio di Anestesia e la Divisione di Chirurgia. Così, in buona fede, aspettammo il prossimo inserimeno di intervento. (Intanto la pressione di mio suocero veniva curata con una semplice pastiglietta) - Da notare che tutti i giorni la pressione di mio suocero oscillava tra 140/80 e minima 70.
E l'intervento poteva benissimo essere fatto; e questo mi veniva confermato anche dal Dottor Bramante (primario della Divisione di Chirurgia), e anche dal Dottor De Mattia, dopo che ebbi con loro un'accanita discussione.
Mi dissero che non dipendeva da loro perché loro erano disposti ad operare in qualsiasi momento, ma dipendeva dall'anestesista.
Finalmente dopo aver parlato con alcuni dottori amici miei, che hanno esercitato la loro professione in Ospedale, e anche con altri che lavorano tutt'ora in altri reparti, e con personale ausiliario e infermieri, venni a conoscenza dei giochi di potere e delle beghe che regnano in ospedale.
Visto ancora una volta che l’intervento programmato per il giorno 26 luglio era saltato, sempre per lo stesso motivo (pressione non sufficiente) non sopportai più di essere preso per i fondelli.
Mia moglie, lo stesso giorno si reca al 4 piano e non si muove da lì finché non ha un colloquio con l’anestesista, Dott. Totaro, il quale si presenta sul posto di lavoro alle ore 9,30. Mia moglie e l’anestesista ebbero un’accanita discussione di più di mezz'ora, ma riesce a spuntarla, perché l'anestesista decide di inserirlo ed operarlo solo come intervento urgente, però adesso bisognava nuovamente parlare col Dottor Bramante, se fosse d’accordo.
Parlo col Dott. Bramante, il quale giustamente, mi dice ch'era impossibile reggere a questa ennesima ritorsione, ne andava di mezzo la sua dignità personale e professionale, quindi si rifiutò di fare l'intervento d'urgenza. A questo punto, non vedendo una via di risoluzione, insieme a mia moglie e mia suocera decidemmo di far mettere la firma a mio suocero, e di portarcelo via, nel pomeriggio dello stesso giorno.
Scendendo dall'Ospedale, e trovandomi nei pressi del Municipio, come un lume, caduto dal cielo, mi venne in mente l’idea di andare a parlare con il Sindaco, on. le Michele Galante. Lo trovai in Palazzo, dopo un pò di attesa, mi ricevette, esposi il mio caso, e, subito, telefonò al1’amministratore dell'Ospedale, e, nello stesso pomeriggio avemmo la notizia che l'indomani mio suocero poteva venire operato.
Anche un altro paziente, e, precisamente il sig. Pastucci Pasquale, è stato vittima di questa situazione insostenibile, infatti attraverso la figlia venni a conoscenza di come si svolsero i fatti per suo padre.
Il Pastucci venne ricoverato in Ospedale il 14 luglio per un intervento al colon (quindi un intervento più complicato di mio suocero). Era anche lui in lista per l'intervento il giorno 19. Ma come ho detto prima l’intervento saltò, e per il Pastucci l'anestesista si inventò la scusa che doveva fare degli Aerosol, e quindi viene messo in lista per il 23 luglio. (Da notare, a Sammarco, tranne l’urgenze, si opera solo il lunedì e venerdì - è la prima volta che sento una cosa del genere). Chiedo al Dott. Bramante, come mai? Mi risponde che gli è stato così imposto, e che lui sarebbe dispostissimo ad operare tutti i giorni e incominciare anche dalle ore 8,00 e non aspettare i comodi dell'anestesista che si presenta quasi tutti i giorni non prima delle ore 9,30.
Ma tiriamo avanti con il Pastucci. L'anestesista spaventa il paziente, dicendo che sarebbe stato difficile addormentarlo, e vuole parlare prima coi figli.
Durante il colloquio, che ha con i figli, l’anestesista anche se non gliel’ha detto apertamente, però gliel'ha fatto capire: che se avessero portato via il padre dall'Ospedale Umberto I, in un altro Ospedale, sarebbe stato meglio. I figli del Pastucci non sopportano questo colloquio, e l'indomani, la figlia del Pastucci, il figlio e il genero si recano in direzione sanitaria, chiedendo un confronto con l’anestesista.
Si ebbe un'accanita discussione e, ancora una volta l’anestesista, offende i Pastucci e il genero, facendo capire loro che di medicina erano completamente ignoranti (E pensare che la figlia del Pastucci, come il figlio e il genero, è da 25 anni che sono infermieri diplomati e lavorano in altri Ospedali).
Quest'ultima offesa non fu sopportata dal genero del Pastucci, e, per poco non venne alle mani con l’anestesista dott. Totaro, il quale vedendosi un po' in brutte acque si decideva di fare l'intervento.
C’è da far notare anche che nonostante la gravità dell'intervento, l'anestesista non si è fatto più vedere a visitare il Pastucci.
Quindi morale della favola caro amico Peppino, bisognava proprio arrivare a questo per poter far sì che sia mio suocero Tardio Angelo, come il Sig. Pastucci Pasquale venissero operati?
Tutto questo come giustamente scrive il Dott. Bramante, nel suo articolo, mi sembra un gioco assurdo e suona come un campanello d'allarme per il futuro di questa struttura Sanitaria, perché un'ulteriore degenerazione della situazione potrebbe anche ripercuotersi con la chiusura dell'Ospedale.
Giampriamo Leonardo (genero di Tardio Angelo)
Pastucci Michele (figlio di Pastucci Pasquale)

Hai mai visto gli ex voto di san Matteo? Conosci Giovanni Gelsomino?