Da Qualesammarco n. 1 del 1992
I fumi (un pò velenosi) di Palazzo di Città
Chi ha seguito, anche distrattamente, le vicende amministrative di questi ultimi anni, non può non essere rimasto sconcertato dalla disinvoltura, oltre che dalla forte dose di cinismo, che ha visto personaggi, fino a ieri contrapposti in modo e in forme a dir poco scorrette, con lancio di strali velenosissimi e indicibili, collaborare ora in una amministrazione senza alcuna base programmatica, fondata sull'attivismo (fumoso) personale, su finalità recondite (che, comunque, prima o poi emergono ), sull'ingenuità (ma sarà così?) di un partito (il PLI), che, in nome dell'aria nuova, solo proclamata e non sostanziata da scelte programmatiche veramente “nuove”, ha finito con l 'avallare la politica, più vecchia, trovandosi incastrato nel classico dilemma (che non è tale) del tipo: "mi trovo in una situazione che non mi piace, mi fa schifo, ecc.”.
Ma dietro l'angolo che c'è? E per la paura ( finta o reale, non sappiamo) di svoltare l'angolo avallano scelte e comportamenti, che oggettivamente sono anche i loro, che sono mille miglia lontani dalle conclamate e roboanti asserzioni fatte su palchi e scranni comunali. Ma tant'è. È di moda (schizofrenicamente) governare e dire che non si fa parte del governo, sostenere una maggioranza e non vedere quanto grave essa faccia o non faccia. E il non voler vedere, perché dopo sarà più facile dire: "ma non era il mio assessorato, non ricopro posti diretti di responsabilità., non sapevo e, quindi, non ho colpe".
Eppure se si vuole si vede tutto. E allora, come non accorgersi che il territorio è sempre più compromesso? che il demanio pubblico è sempre più usurpato con la complice indifferenza dell’amministrazione comunale? che non si fa niente per il Piano Regolatore Generale? che manca una seria programmazione per le opere pubbliche e per i servizi? che una frazione (Borgo Celano) è lasciata a se stessa?
E infine, i veleni che si levano nel campo dell'urbanistica.
È in questo settore che, attualmente, si legge la pagina più brutta, soprattutto per il non volere avviare quell'opera di riordino e di trasparenza indicata dal consiglio comunale, quando nominò una commissione consiliare per la redazione del PRG e per l'esame di tutta la materia urbanistica nell’'ultimo quindicennio.
Stranamente non si procede in questo senso. Si tollerano situazioni di fatto che portano, in alcune zone. ad interventi da zona di tipo B, mentre altra è la normativa. E se qualcuno fa notare che bisognerebbe operare con gli strumenti dati dalla normativa e dal Consiglio Comunale, si risponde che è meglio che stia zitto (quel qualcuno o quel gruppo politico) perché altrimenti ...).
Altrimenti cosa? S. Marco, lo speriamo ancora, non vuol dire mafia. E, quindi, non c'è bisogno di avvertimenti mafiosi, ma di una forte azione di pulizia, che sappia guardare al passato per correggere gli errori ma che sappia anche indicare un futuro più sereno dando certezze ai cittadini. E soprattutto la certezza del diritto.
Ma questa è fantapolitica.E’ meglio non vedere e fare "battarie“, luminarie, fuochi e tenersi aggrappati ai braccioli delle poltrone, fino a quando non si alzerà qualcuno degli amici e dire: "Fermata. Si scende". Ci auguriamo che, allora, non sia troppo tardi per avviare quell'opera di risanamento che i cittadini chiedono.
Raffaele Fino
1992-1 - Raffaele Fino - Fumi alquanto velenosi
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