Testi di Alessandro Augello.
Sistematica
Le quattro specie del genere Sus sono le seguenti: a) Sus scrofa o cinghiale eurasiatico. b) Sus barbatus, il maiale barbuto della penisola malese e delle isole della Sonda. c) Sus verrucosus, il maiale dalle verruche, delle Molucche, delle Filippine e delle isole della Sonda. d) Sus (Porcula) salvianus, il maiale selvatico nano del Nepal che costituisce un genere a parte rispetto al Sus, cioè il genere Porcula. Queste quattro specie sono interfeconde tra loro.
Origine del nome
Dal latino maiale (m). Sacro alla dea Maia?
Origine delle razze domestiche
L'origine dei maiali domestici è da ricercare nell'opera di selezione, effettuata a più riprese dall'uomo, nell'ambito di tre sottospecie del cinghiale:
a) Sus scrofa scrofa o cinghiale eurasiatico;
b) Sus scrofa meridionalis, il cinghiale della Sardegna;
c) Sus scrofa vittatus, il maiale fasciato dell'Asia sud-orientale.
Nell'ambito della specie Sus domesticus ci sono diverse razze. Mancano sul Gargano razze locali di maiali.
Caratteristiche somatiche
I tempi in cui i maiali apparivano corti e tozzi a rendere visiva l'espressione 'palla di grasso' sono terminati da un pezzo. Attualmente si richiedono maiali che come prestazioni diano soprattutto carne e non grasso. La conformazione più tipica di questi maiali è quella allungata, i cosiddetti siluri. Si fa molta attenzione anche ai quarti anteriori.
Caratteristiche funzionali dei maiali
Si accennerà alle caratteristiche funzionali del suino allevato a livello industriale soltanto per mettere in risalto le differenze che esistono con i prodotti dell'allevamento famigliare tradizionale.
La produzione industriale del maiale
Produzione della carne
Produzione del prosciutto
Gli animali devono raggiungere un peso tra i 130 e 150 kg. Il prosciutto migliore deve avere una conformazione dei quarti posteriori adeguati, ma anche dei pesi adeguati. Questo tipo di animali è ottimo anche per la produzione di capocollo, pancetta, salame.
Produzione del lardo
I lardo è dato da strati di grasso sottocutaneo. Il lardo tende ad essere considerato dal mercato sempre più un sottoprodotto. Questo al contrario di altri tempi quando la parte di pregio di un maiale non era la carne, ma proprio il lardo.
Produzione della sugna
La sugna o strutto è un grasso di pregio che viene impiegato per la preparazione di dolci. Si ricava da particolari pannelli della cavità addominale a ridosso dei reni.
Sottoprodotti industriali
Setole, Budella, Sangue, Scarti di macellazione (soprattutto ossa). Il sangue e gli scarti di macellazione sino a poco tempo fa venivano usati per la produzione di farina di sangue, di farina di carne e di farina di ossa, ora vietate dalla legge. Questi scarti attualmente sono distrutti o utilizzati per la produzione di concimi.
La produzione tradizionale del maiale
Sistema artigianale mediante utilizzo di un recinto
Si tratta del maiale o dei maiali, comperati da piccoli presso un allevamento industriale oppure prodotti in azienda, ai quali si danno gli scarti di produzione (per esempio siero di latte, frutta piccola e malformata e via dicendo) o gli avanzi, integrati da crusca, mais, grano, fave, ecc. Sono animali che danno buona materia prima e, per lo più, servono per l'auto-approvvigionamento della famiglia del contadino.
Sistema semibrado
Si tratta di piccoli allevamenti messi su da contadini e allevatori che hanno a disposizione degli spazi: per esempio un pascolo, un bosco, un'aia, ecc. L'animale è libero di andare dove vuole e ritorna all'azienda per l'acqua e la integrazione alimentare, di solito con concentrati (cruscami, cereali, leguminose da granella). I ritmi di accrescimento sono quelli naturali e non ci sono forzature. La materia prima che si ottiene è ottima.
Sistema brado
I prodotti tradizionali garganici del maiale
Sul Gargano si producono: animali da carne anche incrociati con il Cinghiale, sopressata, prosciutto, capocollo, salsiccia, pancetta, lardo, sugna (o strutto), cotica. Non si producono salami, ventricina, ecc. Se qualcuno produce salami, lo fa come produzione artigianale o industriale proveniente da altre parti, ma non dalla tradizione locale.
Diffusione
Sul Gargano non ci sono allevamenti industriali. Sino a qualche tempo fa ce n'era uno nel comune di S. Marco in Lamis, ma era un allevamento particolare in quanto aveva appena un paio di migliaia di capi e prevedeva il pascolo delle scrofe nel bosco annesso all'azienda. E' stato dismesso con la morte del titolare anche se, per qualche tempo, è stato portato avanti dai figli. Ci sono invece piccoli allevamenti nelle numerose aziende agricolo-zootecniche ad integrazione di una pluralità di altre produzioni sia vegetali che animali.
Confusione e riconoscimento
E' difficile confondere un maiale con altre specie. Ci sono tuttavia frequenti incroci con il Cinghiale. I meticci che ne derivano, nella prima generazione, sono una via di mezzo tra quest'ultima specie e il maiale. Più complicato invece è il riconoscimento delle razze pure. Di solito gli animali in commercio per la produzione di carne sono ibridi, ossia incroci con minimo due razze. La produzione di ibridi, per i maiali, al pari di altre specie, è un segreto industriale.
Curiosità
Castrazione dei maiali
I maschi non destinati alla riproduzione sono castrati altrimenti conferiscono alla carne un sapore poco gradito. Ci sono allevatori che non lo fanno e per questo, i cosiddetti esperti di prodotti genuini, quando girano per le campagne alla ricerca di un maiale, chiedono per primo sempre una femmina.
Ruolo del maiale nella cultura contadina sino alla Seconda Guerra Mondiale
Il grasso destinato alla alimentazione delle classi meno abbienti era quasi esclusivamente quello suino, almeno sul Gargano. L'olio di oliva, che pure sul Promontorio non manca, se lo potevano permettere solo poche persone; alla massa andavano a finire, per motivi economici, piccole quantità. Il maiale, oltre che in campagna, era allevato anche in paese, di solito in casa, assieme alle galline. Illuminante, a quest'ultimo proposito, è il libro 'La Montagna del sole', scritto da Sabino Acquaviva.
Grassi animali, dieta mediterranea e colesterolo
I grassi animali fanno aumentare il colesterolo, il principale imputato nelle malattie vascolari che sono al primo posto come causa di morte nelle popolazioni occidentali, prima ancora del cancro. Sacrosanta verità con qualche però. Intanto dei grassi animali ciò che è pericoloso sono gli acidi grassi saturi e non quelli insaturi e la genetica moderna ha selezionato maiali con una percentuale di acidi grassi insaturi sempre maggiore. In secondo luogo entrano in gioco le quantità consumate. Poche quantità di grassi animali (burro, lardo e carni ricche di grassi quali pancetta, salumi, ecc.) non hanno mai ammazzato nessuno, anzi sono necessarie perchè forniscono energia concentrata: ciò che è pericoloso è l'eccesso e non l'energia. In terzo luogo dipende dall'attività che svolgiamo. Se ce stiamo seduti dietro una scrivania, dobbiamo stare ben attenti; se facciamo il taglialegna, abbiamo bisogno di mangiarne delle buone quantità. La cosiddetta dieta mediterranea deriva dalle osservazioni di un medico americano al seguito dell'esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare nello sbarco di Salerno. Questo notò che nella popolazione del Cilento, località attualmente Parco Nazionale, le malattie cardio-vascolari erano praticamente assenti. Attribuì il fatto alla dieta lì in uso, basata su cereali (pasta, pane), verdure di ogni genere, legumi e frutta. Poca carne, pochi salumi, ma di qualità ottima. Chi non ha mai mangiato le sopressate e le pancette del Cilento ed è un estimatore dei salumi, ha perso sicuramente qualcosa del lato piacevole della vita.
Va immediatamente però specificato che, tasca a parte, gli animali da utilizzare per i salumi dovrebbero essere quelli prodotti con metodi artigianali e soprattutto i salumi dovrebbero essere prodotti con le tecniche tradizionali che prevedono lunghi periodi di stagionatura durante i quali si ha una parziale trasformazione degli acidi grassi da saturi in insaturi. Dunque poco, ma buono.
Il maiale nella mitologia greca
Dopo essere stato ospite di Eolo, dio dei venti, Ulisse ebbe in dono da questo un otre dove erano rinchiusi tutti i venti per favorire il suo ritorno in patria. I compagni, però, curiosi di vedere cosa c'era nell'otre, lo aprirono e liberarono tutti i venti provocando una grande tempesta che li portò sui lidi d'Italia, al monte Cercello dove viveva la maga Circe. Sotto la guida di Euriloco, i compagni di Ulisse andarono a vedere dove erano capitati: erano finiti nella terre della maga Circe che li trasformò tutti in maiali. Saputo il fatto, Ulisse si fece dare da Mercurio un'erba che lo salvasse dagli incantesimi e costrinse con la spada la maga a trasformare i compagni di nuovo in uomini. Però non riuscì a convincerli a partire perchè la maga li trattenne offrendo loro ogni sorta di piacere. La permanenza durò un anno finché l'eroe si vergognò dei piaceri smodati e senza controllo che rendono l'uomo molle e abietto e, come amiamo dire, simile ai porci quando la ragione non è più la sua guida.
Attribuire ai maiali l'abitudine di dedicarsi ai piaceri più sfrenati è però sbagliato: è la maga Circe, cioè il frutto del pensiero dell'uomo, il responsabile di simili comportamenti. Dovremmo cercare allora di liberare i maiali da questa nomea, se fossimo corretti; ma chi ce lo fa fare?
Il maiale tra i musulmani
Il maiale animale sporco: fama non meritata
Il termine maiale è associato alla sporcizia in modo sicuramente immeritato. Se, dove c'è una pozzanghera il nostro amico va a subito a sguazzarci dentro, lo fa non perchè è sporco ma per due ragioni. La prima è che l'animale ha un corpo avvolto dal grasso e una rinfrescata è sempre gradita; la seconda è legata al fatto che in questo modo può liberarsi da fastidiosi parassiti della pelle. Del resto, chi ha un minimo di pratica con questi animali sa che, se sono confinati in un recinto dove c'è una grata per il deflusso delle urine e delle feci, i maiali lì vanno a fare i loro bisogni, riservando per il riposo e il movimento tutto il resto dello spazio; e ciò al contrario di altre specie che rilasciano i loro escrementi in qualsiasi posto. Sono allora gli altri animali gli sporchi? Non è così: l'uomo tende ad applicare la sua concezione di pulizia al resto degli esseri viventi che invece hanno altre regole. Per esempio, il fatto di orinare dappertutto da parte dei cani e di altre specie serve a delimitare il territorio e non certo a far sfoggio di maleducazione intesa in senso umano.