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Newsletter n. 39 da www.garganoverde.it

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22 giugno 2025 

Come promesso, ho reso pubblico il "file" che avevo preannunziato e lo ho chiamato "1912 - Leone XIII" e che ha questo link: https://www.garganoverde.it/contenuti/storia/1912-leone-xiii.html 

Lo sapevate che San Pio (comunemente chiamato P. Pio) è stato a San Marco in Lamis?

 

03 luglio 2025 

Sono arrivato ad un buon punto della lettura-messa delle note della 3. parte del (bel) libro di Enrico Falqui La Terza pagina. Nel frattempo sono capitato sul critico Luigi Russo (1892-1961), che scrive e si fa capire molto bene. Sono capitato sul suo (bel) libro I Narratori del 1951; finalmente un buon libro sulla letteratura italiana! A un altro critico, Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952) ho dedicato una sezione del mio sito; questi viene trattato da L. Russo con i "guanti gialli"n in tale libro. Di L. Russo renderò pubblico un bel pezzo dei Narratori, che andrò a "spolparmi", l'Introduzione storica (senza commenti!). Ho deciso anche di dedicare una sezione del mio sito a Francesco Jovine (1902-1950), lo scrittore molisano. Nel frattempo, leggetevi questo pezzo ... (D'Annunzio non lo posso soffrire ..., ad eccezione della sua (buona) poesia I PASTORI ... settembre, andiamo. E' tempo di migrare ... ). 

Inizio testo

Corriere della sera 05.11.2018

D’Annunzio in guerra: Enfatico e dannoso

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

quando parla della Prima guerra mondiale, citando D’Annunzio, lei lo considera poco meno di un pazzo fanatico guerrafondaio. Mi pare abbia una considerazione veramente scarsa per un personaggio che ritengo abbia avuto una notevole importanza durante la Grande Guerra che abbiamo anche vinto con lui che ha partecipato attivamente a molte azioni rischiando anche la vita. Le chiedo dunque una spiegazione di questa chiara ostilità verso il Poeta soldato. Sarà mica frutto di una sua educazione scolastica di stampo ideologico? Andrea Casoni Caro Andrea, Lei deve avere un sesto senso. Ci ha preso. Ho avuto un’educazione scolastica decisamente di stampo ideologico. L’insegnante che ha influito di più sulla mia formazione, Anna Maria Alessandria, docente di italiano e latino e poi preside del liceo Govone di Alba, era una fervente monarchica. Il giorno in cui morì Umberto II (noi sapevamo a malapena chi fosse), entrò in classe piangendo: «Un mese di regno e trentasette anni di esilio!». Ci dava del lei anche se avevamo quindici anni. E ci fece ovviamente leggere D’Annunzio. Di sicuro sapeva scrivere, anche se a noi cresciuti nel mito di Beppe Fenoglio, che aveva studiato nella nostra stessa scuola, il suo stile appariva decisamente enfatico. Ma D’Annunzio non fu solo un poeta. Fu una figura centrale nella storia italiana della prima metà del Novecento. Ed ebbe un’influenza nefasta. Non solo contribuì a trascinare l’Italia in una guerra da 650 mila morti. Volle anche combatterla, alla sua maniera: enfatica, autopromozionale, spesso dannosa. Un giorno si fece dare un comando di uomini per prendere il castello di Duino: siccome non si riusciva ad arrivare a Trieste, l’idea era mostrare ai triestini il tricolore. Però da Duino a Trieste ci sono 17 chilometri: se anche l’impresa fosse riuscita, i triestini non se ne sarebbero accorti. Ma l’impresa non poteva riuscire. I fanti italiani caddero sotto il fuoco delle mitragliatrici. Quando il Vate, al sicuro sulla nostra parte del fronte, vede che i pochi superstiti si arrendevano, ordinò agli artiglieri di aprire il fuoco sui «vili»: gli artiglieri lo mandarono a quel paese, e il giorno dopo centinaia di soldati si arresero agli austriaci, nel vedere che le loro vite venivano gettate via in quel modo. Lasciamo stare il pasticcio di Fiume. Va detta una cosa in difesa di D’Annunzio: rimase antitedesco, e finché poté tentò, d’intesa con Margherita Sarfatti, di separare Mussolini da Hitler.

 

07 luglio 2025
Ho ricevuto, per il tramite di Facebolk questo messaggio, a cui ho fatto seguire una risposta all'autrice del messaggio.
Ciao, contattami in questo modo, vedrai il tuo profilo e il mio suono sarà tuo amico. Insomma, sono di origine italiana e vivo in Francia. Soffro di una grave malattia che mi condanna a morte certa, si tratta di un cancro alla gola, e dispongo di una somma di 995.000 euro che vorrei donare a una persona affidabile e onesta che possa farne buon uso. Se sei il proprietario di un olio rosso importato in Francia e mio marito ha 6 anni, il costo è molto facile e alla fine dei conti non è sicuro, non è possibile mangiarlo. Dovresti fare una donazione di questo, che è il primo dei miei decessi nel modo in cui mio figlio è stato contattato dalla mancanza di questa malattia per la quale non ho avuto cura, ma un sedativo in Francia. Puoi anche beneficiare di questa donazione.

 

Gent.ma Signora, non Le ho potuto rispondere, perché per due giorni (sabato e domenica) sono stato a Roseto degli Abruzzi. Però della Sua missiva non ho capito un fico secco.Con il cellulare non sono molto pratico, anche se il via libera alla sua richiesta di amicizia lo ho dato con lo “smartphone”. Tutti hanno un’accoglienza da “amici”, a meno che … Mi sembra di conoscerla …Scrive da “cani”, anche se è una oriunda … Ho deciso di non rendere di pubblico dominio questa mia, per cui può stare tranquilla. I 995.000 euro che Lei è disposta a donarmi, li dia a qualcun altro … Penso di fare un ottimo affare … Ho 73 anni, ho lavorato molti anni in Germania (svolgevo un lavoro molto importante … e i tedesco-americani mi pagavano molto bene) e sono pensionato. Non le do alcun recapito mio (non ho WhatsApp o come diavolo si chiama … ), anche perché penso che se li possa procurare facilmente. Le faccio i migliori Auguri per il suo cancro alla gola, anche se penso che Lei non abbia niente.

 

13 luglio 2025 Finalmente ho terminato il controllo della 3. parte del libro di Enrico Falqui La nostra terza pagina, dato alle stampe nel 1980;, darò pubblico avviso quando lo avrò “caricato” sul web.Ho impiegato tanto tempo nella lettura della terza parte del libro, perché, scaricando libri dal web (ne avrò centinaia di migliaia, non tutti letti …), ho approfondito certi temi …; notevole è stata la conoscenza, per il tramite di questo libro, di tantissimi autori, per di più sconosciuti (a me, ovviamente … ). Ho conosciuto, tra i tantissimi altri, il grandissimo filologo Giorgio Pasquali … Il prossimo obiettivo è quello di creare per il web (e per me … ) una pagina web su Francesco Jovine, così caro a Luigi Russo …

 

14 luglio 2025Mentre stavo scrivendo l’ultimo “post” sono capitato (naturalmente PER CASO) su un libro del 1796 [sono affetto da Multi Tasking]. Incuriosito ho iniziato a leggerlo ... Fantastico! Il libro parla dello scrivere e della storia dello scrivere. Ho iniziato a correggerlo (stranamente, la S, tipico deL Settecento, è rappresentata dalla F nel file .doc - un lavoraccio.) e lo renderò pubblico …Link: https://www.garganoverde.it/download-libri-2/1980-e-falqui-nostra-terza-pagina-parte-iii.htmlLink: https://www.garganoverde.it/contenuti/letteratura-download-2/costume/1796-storia-della-scrittura.html

 

19 luglio 2025

Randagiando sul web e sul mio Pc (ho avuto problemi con gli HD esterni) ho trovato questo file che vi propongo:

Monitore Napolitano, n. 1, 1 marzo 1806
[…]
Un fenomeno tutto nuovo nella storia delle malattie è stato con istupore osservato in S. Marco in Lamis. La singolarità della cosa ha posto alla tortura i medici di colà, e merita l'attento esame dei nostri valenti Professori. E' morto in quella città un vecchio di 96 anni, 4 mesi, e 18 giorni, per nome Agostino Nardelli [Nardella?, NdR].
Costui sempre florido e sano, ed immune da ogni infezione ha avuto successivamente due mogli, ed ha passato sì lunga vita nell’applicazione ad un picciolo commercio, onde ritraeva la sua sussistenza.
Nella sua decrepita età cadde di cavallo, e ne riportò la rottura dell’osso femorale. Ne guarì
tuttavia, ma gli sopravvenne un acutissimo morbo, che l'inchiodò sul letto. (1). Per quanta diligenza si fosse usata, e per quanti mezzi avesse potuto l'arte medica suggerire, non fu possibile né d'impedirne, né di diminuirne la propagazione. Si avvide però il Professore, che questi insetti si faceano strada da sotto l'unghie delle mani, e de’ piedi, e cagionavano all'infermo un molesto pizzicore. Dopo morte, stando il cadavere esposto nella Chiesa, ne fu veduto tutto il corpo ricoperto. La generazione di questi insetti, la loro grossezza, la strada che si aprono, sono fenomeni, che meritano l'attenzione de’ Naturalisti. [...]
Fine
21 luglio 2025
Per caso ho aperto il mio sito www.garganoverde.it ed ho scaricato da Downl. 1 il il contenuto di Max Salvadori https://www.garganoverde.it/storia/l-astrolabio/stati-uniti/massimo-salvadori-paleotti.html?view=simplefilemanager&id=239  : L’America vera. Incuriosito sono andato a ri-leggerlo.Io, prendendo spunto dalle mattane di Trump, ultimo Presidente degli Usa (2025) ho voluto vedere il punto di vista di Max Salvadori al riguardo. Dal mio punto di vista è preciso ed ancora attuale.Il ‘file’ lo ho completato e ricaricato. - Quanto più sa, tanto più c’è da esplorare, e trovi sempre dell’altro. (Francis Scott Fitzgerald). n. 1 del 1963: L’America veraCercando notizie su William Faulkner sono capitato sul sito www.lacapannadelsilenzio.it. Incuriosito sono andato a controllare l'autore (l'autrice) che scrive. E' una donna, insegnante. Il portale (Wordpress) è fatto discretamente, ma soprattutto mi ha colpito il contenuto, una parte del quale riporto ...Inizio Questo blog è un omaggio al silenzio, un luogo virtuale che invita a riscoprire uno spazio prezioso e necessario, dove il caos del mondo moderno può finalmente tacere. In un tempo in cui le nostre vite sono costantemente travolte da rumori invadenti e oceani di parole vuote, ci ritroviamo spesso a smarrire il senso profondo di ciò che siamo e di ciò che viviamo. Quel frastuono che ci circonda non solo inaridisce i rapporti umani, ma ci allontana dalla possibilità di sentirci davvero in armonia con il mondo, con gli altri e con noi stessi. Il silenzio spaventa molti. In un’epoca che ci chiede di essere sempre connessi, attivi, rumorosi, preferiamo stordirci per evitare di pensare, di guardare in profondità dentro di noi, di scoprire la nostra vera essenza. La solitudine e il silenzio sono visti come nemici, quando in realtà possono diventare i nostri più grandi alleati: momenti di pausa che ci restituiscono a noi stessi, che ci insegnano a rallentare e ad ascoltare ciò che conta davvero. Siamo in un’epoca tecnologicamente avanzata, ma dal punto di vista umano sembra che qualcosa si sia perso. Abbiamo guadagnato velocità, efficienza, comodità, ma a quale prezzo? Ci siamo allontanati dal nostro pianeta, dalle sue meraviglie e dal nostro stesso ritmo naturale, perdendo quella connessione autentica con la natura, con gli altri e con la nostra interiorità. Questo blog nasce proprio per sfidare questa tendenza, per invitare a fare un passo indietro e ritrovare quella lentezza che ci consente di guardare il mondo con occhi nuovi. Anche solo poche ore al giorno dedicate al silenzio possono fare la differenza: immergersi nello spettacolo della natura, perdersi tra le pagine di un libro indimenticabile, riflettere su un film che ci ha emozionato, o semplicemente ascoltare il suono del vento e il battito della vita intorno a noi. Lo scopo è quello di rivalutare il silenzio e la solitudine non come assenze, ma come presenze potenti che ci permettono di fermarci, di respirare, di riflettere. È un invito a riscoprire il legame profondo con la natura, a osservare con meraviglia il mondo degli animali, a riappropriarci di un consumo più consapevole e sostenibile. È anche uno spazio per ricordare figure straordinarie che hanno segnato la storia e che possono ancora ispirarci, e per condividere insieme libri, film e riflessioni che ci aiutino a dare un senso alla nostra breve esistenza su questa terra. Abbiamo bisogno di fermarci. Abbiamo bisogno di rallentare. Di porci domande autentiche e di ritrovare il coraggio di ascoltarci davvero. Questo blog vuole essere un piccolo rifugio, un’oasi di pensiero e bellezza in un mondo frenetico e rumoroso. Insieme, possiamo riscoprire chi siamo e cosa desideriamo veramente, costruendo una relazione più armoniosa con noi stessi e con il mondo che ci circonda.

Chi sono
Semplicemente un’insegnante appassionata di cinema, letteratura, fotografia, natura, arte, animali e viaggi.

L’idea di aprire un sito web è sorta dopo aver creato una pagina facebook dedicata ad una ragazza che ha lasciato questo mondo troppo presto.
Con il passare del tempo ho cominciato ad appassionarmi agli accostamenti di immagini e pensieri di autori celebri che toccano varie tematiche dell’esistenza umana.
L’esperienza sulla pagina mi ha spinto a creare un sito che
funga da contenitore di riflessioni che userò per parlare delle mie passioni.
L’idea di aprirlo è dunque nata per tener viva la memoria di quella splendida ragazza, che, come me, amava molto leggere e scrivere.
Secondo il mio e il suo punto di vista, la società odierna, con i suoi ritmi frenetici, offre poco spazio alla riflessione e sorge prepotentemente in molti di noi l’esigenza di andare contro questo sistema disumano che ci spinge continuamente a correre e ad inseguire il tempo.
Uno spazio di ribellione se proprio vogliamo trovare una definizione.

Una ribellione pacata che racchiude il desiderio di fare un passo indietro e porre più attenzione al meraviglioso mondo che ci circonda non per distaccarci dai problemi che stanno investendo il nostro pianeta, ma per condividere quelle passioni che necessitano di silenzio e introspezione.
Rileggere brani di autori famosi del presente e del passato, commentare film che mi hanno particolarmente colpito, selezionare fotografie dal web per estraniarmi per un po’ dai rumori e da certe bassezze della vita quotidiana.
Romano Battaglia ha scritto che “
Ognuno ha una capanna nel cuore dove si rifugia ogni qual volta la pioggia della vita cade troppo forte.”
Io ho creato una capanna del silenzio dove rifugiarmi per sfuggire ad un sistema che mira ad indurirci e a disumanizzarci. Un luogo in cui fissare le mie esperienze e conoscenze ed evitare così di smarrirne il ricordo.
Perché aprire un sito web?
In aiuto mi giunge il pensiero dello scrittore
Ryszard Kapuściński che riesce egregiamente ad esprimere quella sensazione di fugacità della vita provata da molti di noi, soprattutto quando si raggiunge il cosiddetto periodo della maturità:
«
L’uomo infatti sa, e invecchiando lo sente con maggiore evidenza, che la memoria è fragile e fuggevole e che, se non fissa le proprie esperienze e conoscenze in modo più stabile, rischia di perderle.
Scrivere è l’ambizione umana di tramandare agli altri il più possibile di quanto si è appreso e vissuto»
Da Fb (del sito) del 22.7.2025
Nell’indifferenza generale, si sta consumando il massacro silenzioso di un intero popolo. Ogni giorno, mediamente cento vite spezzate sotto i bombardamenti, mentre si attendono a vuoto promesse di aiuti umanitari affidati - ironia amara - alle stesse nazioni che di fatto ne dettano le condizioni e colpiscono anche bambini in coda per un tozzo di pane. Interi accampamenti di civili sfollati, donne, vecchi e bambini, ridotti a vivere dentro tende di fortuna, vengono colpiti senza pietà: non è una guerra, una guerra si combatte con gli eserciti, ma certi pennivendoli preferiscono chiamarla così per inviare messaggi fuorvianti a chi non ha idea di cosa stia realmente accadendo in quei luoghi. No, non è una guerra; è un vero assedio alla dignità umana.E noi, spettatori impotenti, restiamo a guardare. Siamo “cittadini normali”, dicono, ma non abbiamo voce in capitolo, non possiamo intervenire. Le strade si riempiono di manifestanti, si levano grida di protesta, ma sui banchi del potere - chi seduto nei palazzi della maggioranza, chi nelle file dell’opposizione - nessuno sembra davvero disposto a sollevare un dito. Facile parlare con stipendi che sono semplicemente un'offesa a chi fatica ad arrivare a fine mese. Perché non donano parte dei loro stipendi alle famiglie di Gaza? Non è poi così difficile avere contatti con loro; hanno ancora i cellulari e riescono a connettersi con il mondo. Evidentemente è il mondo che non vuole connettersi con loro. Le opposizioni urlano indignazione per fini elettorali ( evidentemente ci ritengono degli idioti con poca memoria ), le destre rinsaldano legami internazionali, ma il popolo di Gaza continua a cadere sotto le esplosioni.C'è unvoluto un attacco ad una chiesa per sentire un bisbiglio di cordoglio da chi dovrebbe rappresentarci, dopo due anni di silenzio tombale, senza alcuna conseguente presa di posizione incisiva (proposta di sanzioni, interruzione dei rapporti commerciali con una nazione che da quasi ottant'anni martirizza un popolo. Non sia mai! Se ne guardano bene!). Ma che mondo è questo, in cui il diritto internazionale viene calpestato giorno dopo giorno e noi ci limitiamo ad assistere? È questo l’eredità che vogliamo consegnare ai nostri figli e nipoti? Un mondo in cui la vita di un innocente vale meno di una convenienza politica? È tempo di chiederci fino a che punto siamo disposti a tollerare l’ingiustizia, e se non è arrivato il momento di rialzare la voce, prima che sia troppo tardi.
24 luglio 2025
Ho trovato questo contenuto sul mio server di posta elettronica. Qualcheduno (senz’altro il sottoscritto … ) ce lo avrà messo.
Victor Hugo scriveva: "John Brown è più grande di Washington e Pisacane più grande di Garibaldi".
Link: https://www.garganoverde.it/.../nello-rosselli.html... Il Risorgimento italiano non è stato un movimento pacifico, ma è stato lacrime, sudore, sangue e mer... Ho letto una prima volta e studiato il libro di Nello Rosselli (1900-1937), Pisacane nel Risorgimento italiano, 1932 E' un libro scritto bene, pieno di Note (sono 374!) ; al testo ve ne ho aggiunto molte altre (ca. 120), in genere prese dal web. Il libro è poco conosciuto; Un libro, secondo me, attualissimo. Alcune note su Nello Rosselli (Una sua biografia l'ho messa nel libro, nella Prefazione) Dalla Treccani. [...] Nel maggio 1937 ottenne [Nello Rosselli, NdR], su intercessione di Gioacchino Volpe (probabilmente in buona fede) il passaporto, con una sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui Piero Calamandrei, parve sospetta e motivata dal fine di arrivare attraverso Nello al rifugio di Carlo, insieme al quale, il 9 giugno 1937, venne assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da una squadra di cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano. [...]Su www.girodivite.it ho trovato questo pezzo (riportato integralmente su Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano ...): "Avevamo passato in rassegna i nomi dei periodici italiani e stranieri che conoscevamo, risalendo fino a quelli del Risorgimento. Nessuno ci sembrava adatto per la testata del giornaletto che volevamo fare. In mancanza di meglio ci eravamo fermati sul nome "Il Crepuscolo". Ma non eravamo soddisfatti. Poteva dar luogo ad equivoci [...] dal sostantivo si sarebbe potuto trarne l'aggettivo "crepuscolari", con il quale non ci sarebbe certo piaciuto di essere qualificati ... Fu Nello Rosselli finalmente a suggerire: Chiamiamolo "Non Mollare". E tutti fummo subito d'accordo". (G. Salvemini, Il "Non Mollare", introduzione alla riproduzione fotografica dei numeri usciti). Alcuni brani su e di Carlo Pisacane: [...] Orbene, s'andasse dinanzi a questa gente ad agitare il vessillo della emancipazione del proletariato, della rivoluzione sociale. Si provasse a dir loro che i benefici della grande operazione andrebbero divisi con i nullatenenti; che nel nuovo regime il troppo si falcidierebbe per sovvenire al poco; che alla divisione degli utili futuri delle aziende parteciperebbero anche gli operai; che le imposte sarebbero progressive sul reddito e magari una porzione cospicua dell'asse ereditario verrebbe confiscata a beneficio della collettività; si provasse a suscitare agitazioni nei nascenti centri operai o a metter su i contadini (figuriamoci poi a far propaganda seria di comunismo). [...] [...] Io lo vedo in certo modo come uno specchio d'Italia nel suo tempo. In lui, per quanto non uomo di primissima linea nel Risorgimento, anzi proprio perché non lo fu né mai pretese d'esserlo, si riflettono infatti le varie esigenze, aspirazioni, impostazioni ideali del popolo italiano a mezzo il secolo XIX. La sua vita inquieta le comprende e le esprime un po' tutte; egli ha l'istinto immediato e sicuro della necessità di volta in volta prevalente, sa la falla che preme di chiudere, il silenzio che preme di rompere, il gesto che preme di fare. Il lettore troverà in questo libro la chiave di molte sue contraddizioni apparenti, e soprattutto la giustificazione di quel gesto disperato e paradossale che fu, da parte sua, la spedizione di Sapri. Guerriero e cospiratore, Pisacane ci ammonisce che il riscatto di un popolo dalla tirannia, dalla servitù, dalla cronica fiacchezza politica, è anzitutto problema morale. Cospirazioni, sètte, rivolte, guerra, sta bene; ma hanno ad essere l'ultimo atto. Primo elemento della soluzione: indagare e chiarire perché mai questo popolo si lasciò rapire o rinnegò indipendenza e libertà. Secondo: crearsi e diffondere la coscienza della possibilità, e quindi della doverosità della risurrezione. Terzo: crearsi e diffondere una visione chiara degli ostacoli da superare, delle resistenze da vincere, degli errori da evitare, dei mezzi piú atti a sollecitare la risurrezione, e poi del senso da darle, e del come fondarla graniticamente. [...] [...] Povero dottrinario! Andava interrogando la storia d'Italia per rendersi conto se sarebbe mai stato possibile richiedere agli italiani sollevati di far la loro guerra, la guerra di popolo, allo straniero e al dispotismo, e bastarono Plombières e una brillante, corta campagna di eserciti stanziali, calcolata per dilatare il Piemonte nella valle del Po e la influenza francese nella Penisola, a determinare la formazione fulminea d'un regno unito dell'Italia centrale e settentrionale. Andava farneticando della imprescindibile necessità preventiva di guadagnare alla causa del rinnovamento italiano il consenso attivo delle maggioranze, e il Mezzogiorno cadde di botto in mano di Garibaldi, tra la suprema indifferenza di novanta su cento dei siciliani, dei calabresi, dei napoletani! D'accordo: ma quante volte e da quanti, dal '60 in poi, non s'è avuto ragione di deplorare che la gran massa degli italiani, anziché contribuire a formarla, l'abbian soltanto lasciata fare! [...] [...] E Pisacane che era morto nel '57, scannato da quelli stessi che ora innalzavano a gara archi di trionfo a Garibaldi! [...] [...] Tanta tempesta non impediva affatto che gli emigrati di Genova, simili in questo ai loro colleghi d'ogni tempo e paese, si dividessero in gruppi e gruppetti antagonistici, un po' per varietà di programmi politici, un po' anche per piú meschine ragioni: qualche volta pareva che stessero là non tanto perché impegnati a condurre la lotta contro i governi che li avevano espulsi, sibbene contro i loro propri compagni di causa! Il guaio era che avevano tutti molto tempo da perdere e poco o niente da fare. [...] [...] Altro che segreto! I preparativi della spedizione venivano seguiti, passo per passo, dalle polizie di tutta Italia; e se il progetto poté, dopo tutto, eseguirsi, ciò si dovette proprio al fatto che, a forza di gridare per mesi e mesi al lupo, i rapporti di polizia finirono per lasciare increduli i rispettivi governi. Non quello di Torino, è vero; ma su i molti e coscienti peccati di debolezza da esso commessi verso i rivoluzionari napoletani (i quali, va detto, non ne ebbero, per parte loro, che un assai vago sospetto), sembra superfluo anzi che no l'insistere; poco se ne sa, piú s'intuisce; la verità vera, forse, non la sapremo mai. [...] - Jessie White Mario, In Memoria di Nicotera ...: [...] "L'esercito sarà con noi, la plebe con chi vince" [...] Ai fratelli d'Italia [...] "Noi partiamo. Partiamo, non allettati da ... speranze di guadagno e di gloria, ... non costretti da invasione straniera o da crudele tirannide domestica ... Cittadini di uno Stato comparativamente sicuro in Italia ... tuttavia non ci sentivamo liberi e felici. Dal Nord e dal Sud ci giungeva il pianto e il fremito di genti schiave e martirizzate! ... La coscienza ci dice: fino a tanto che 20 milioni d'italiani sono schiavi, non abbiamo diritto di essere liberi se non a patto di consacrare la vita all'emancipazione di tutti. La piccola patria di Genova e di Piemonte non ci basta più ... E perciò partiamo ... Siamo ben pochi a tentare la prova, perché chi governa non ama l'Italia, e avversa chi s'adopra a liberarla ... Noi, da un governo egoista e codardo siamo costretti a involarci fra le tenebre a guisa di contrabbandieri ... La prova è difficile; il nemico che intendiamo assalire è forte ...: la provincia, in cui speriamo piantare la bandiera Italiana, è abitata da gente buona ma ignorante, a cui forse si farà credere essere noi masnadieri o pirati scesi al saccheggio. Forse ci toccherà d'essere accolti, come il drappello dei Bandiera, quali nemici dei nostri fratelli. E sia pure! Poveri popolani, non abbiamo se non la vita da dare all'Italia, e di gran cuore l'offriamo ... Se l'impresa riesce, secondateci, fratelli di Genova ... Trasformate lo Stato Sardo in provincia italiana ... Se cadiamo, non ci piangete ... Se non ci è dato più vedere le nostre Riviere bagnate dal mare, date una carezza d'affetto agli orfani bambini che lasciamo tra voi: educateli nella religione della Patria: raccogliete la bandiera che, nel morire, ci sarà sfuggita di mano; e se - libera l'Italia dalle Alpi al mare - vi sovverrà dei morti fratelli, ergete allora - non prima - a coloro che per la Patria hanno incontrato la morte, una tomba. Una tomba, in terra libera e per mani libere, consolerà le anime nostre. Viva l'Italia!" [...] [...] Oh, quelle parole accese ch'egli stesso, forse, dodici mesi prima, aveva scritto per la Libera Parola: "se nel paese classico di Fra Diavolo, di Rinaldini, del Passatore e dei Lazzarini ... non sorge nell'anima di alcuni strenui giovani il generoso pensiero di farsi i Fra Diavoli e i Lazzarini della libertà, di tentare e soffrire per l'indipendenza d'Italia quanto Gasparone, De Cesaris e migliaia dei loro simili hanno tentato e tentano tutt'oggi per un pugno d'oro ... oh allora, ogni parola è inutile... " Atroce presentimento: ora gli toccava in sorte anche la fine ignominiosa del brigante. [...] [...] "dopo aver sofferto, durante la rivoluzione, molte amare delusioni, e dopo dieci anni di esilio, egli professa i medesimi principii che allora professava, pregio grandissimo fra il continuo altalenare delle opinioni, oggi divenuto costume" [...] [...] Lo colpiron di fucile, al fianco sinistro; Pisacane piegò a terra. " ... Siete assassini, si dice che mormorasse, mi derubate, ed ora mi uccidete: conducetemi alla giustizia" [...] [...] Gli eran quasi sul capo, ormai, roncole, falci, spiedi, pronti ad abbatterlo come belva famelica, calata dai monti a devastare gli ovili: impugnò fermo la sua pistola, e con un colpo si sottrasse allo scempio. Falcone, il piú giovane, che gli era accanto e che a malincuore aveva obbedito al suo ordine di non resistenza, vistolo cadere, si uccise a sua volta; Foschini, sembra, si cacciò nel cuore il pugnale. [...] [...] "I popoli affidati alle cure dell'adorato Ferdinando II, non vogliono che lui assoluto al governo del Regno, perché da lui ottengono il bene con la salvezza dell'onore e della proprietà". (È vero che tre anni dopo accoglievano con immenso entusiasmo il "liberatore" dell'efferrata tirannia, Garibaldi ...) [...] [...] (Il giusto destino castigò tre anni dopo quel Napoleone (Nota 353: "Nel 1860, a Napoli, Bertani fece arrestare il Ghio, che figurava comandante la piazza; ma il governo dittatoriale lo rilasciò, troncando il processo che contro di lui era stato iniziato (Faldella, op. cit., 255)" il quale, promosso generale, doveva arrendersi, in Calabria, alle bande garibaldine, con diecimila uomini, senza neanche combattere!) [...] [...] [Dopo la morte di Pisacane, Enrichetta era, NdR] "anzi poco curata, e generalmente disprezzata pe' suoi antecedenti poco morali sebbene l'amica da lunghi anni di colui che viene portato alle stelle dai Mazziniani". [...] [...] [Scriveva Enrichetta]: "è molto crudele che la sua morte non ha giovato menomamente al nostro paese" [...] [...] Indignato invece Settembrini: "Sono addoloratissimo - cosí alla moglie - e maledico quegli scellerati che sotto specie di libertà, standosi da lontano, mandano giovani generosi a morire, anzi ad esser macellati ... Povero paese, lacerato in mille guise dagli sciocchi e dai tristi ... Quanto sangue, quanti mali, quante lagrime per queste imprese sconsigliate"; e dopo qualche giorno: "Ho un peso sull'anima, che m'opprime: e l'ergastolo mi sembra piú tormentoso, e chiuso, e stretto, e pesante". [...] Carlo Pisacane, Testamento 1857 [...] Essa [l'impresa alla quale si accinge, NdR] per altro loro rassomiglia in una parte: perché sarà l'oggetto dell'universale disapprovazione se fallisco, e dell'ammirazione di tutti se riesco. [...] Combatteranno con me tutti i dolori e tutte le miserie d'Italia. Io più non aggiungo che una parola: se non riesco disprezzo profondamente l'uomo ignobile e volgare che mi condannerà: se riesco apprezzerò assai poco i suoi applausi. Ogni mia ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi cari e generosi amici, che mi hanno recato il loro concorso ed hanno diviso i battiti del mio cuore e le mie speranze: che se il nostro sacrifizio non apporta alcun bene all'Italia, sarà almeno una gloria per essa l'aver prodotto dei figli che vollero immolarsi al suo avvenire.Carlo Pisacane, Saggio sulla rivoluzione, Bologna 1894[...] "per me dominio di casa Savoia e dominio di casa d'Austria è precisamente lo stesso! Sono convinto che l'Italia sarà libera e grande oppure schiava". [...]Fine
Fine
 
Ho ricevuto oggi la Newsletter di Francesco Cundari, collaboratore de L'inchiesta.
Ve la propongo, dopo aver letto solo l'incipit..
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Giustizia

Non riuscendo a decidermi, ho pensato che il referendum sulla riforma della giustizia lo farò io, qui. In linea di principio, infatti, sarei favorevole alla separazione delle carriere tra pm e giudici, e più in generale a qualunque riforma che ridimensionasse il ruolo strabordante acquisito dai pubblici ministeri negli ultimi trent'anni; d'altra parte, anche senza entrare nel merito delle contestazioni che si potrebbero fare alla riforma (su cui rimando all'articolo di Cataldo Intrieri pubblicato oggi su Linkiesta), sono piuttosto convinto del fatto che l'attuale governo abbia tutte le intenzioni di sottomettere la magistratura al potere politico, come ha già dimostrato di voler fare con gli inaccettabili tentativi di intimidazione contro tutti i giudici responsabili di sentenze, ricorsi, provvedimenti sgraditi. Il misto di giustizialismo per i nemici (modello Bibbiano), impunità per gli amici (modello Santanchè) e stato di polizia per i migranti (modello Salvini) rappresenta la via italiana alla democrazia illiberale (modello Orbán) ed è una minaccia concretissima, già davanti ai nostri occhi, che si estende molto al di là della giustizia, vedi ad esempio il modo in cui il governo si sta muovendo sulle banche, per non parlare della Rai. Dunque, non riuscendo a decidermi, ho pensato di indire una consultazione tra i lettori. Inviate il vostro voto, sentendovi liberi di argomentarlo come preferite, a . Sapendo fin d'ora che l'esito non avrà alcun effetto, i voti non saranno contati da nessuno, i vostri messaggi potrebbero non essere neppure letti e alla fine comunque farò come mi pare. Così vi ci abituate.

Nemesi democratica
Tutti adesso dicono che il tentativo di trascinare Barack Obama in tribunale, con l'assurda accusa di avere chiesto ai servizi segreti di falsificare prove contro Donald Trump nel cosiddetto Russiagate, è solo l'ultimo disperato tentativo di distrarre l'attenzione dal caso Epstein. Una vicenda certo assai imbarazzante per la Casa Bianca, quella del finanziere pedofilo Jeffrey Epstein, organizzatore di un giro di prostituzione minorile per miliardari e uomini di potere, morto suicida in carcere nel 2019, su cui proprio Trump aveva condotto una violentissima campagna, denunciando un complotto dei democratici per insabbiare la verità. Salvo passare molto bruscamente dalla richiesta di pubblicare tutto alla tesi secondo cui non ci sarebbe stato nulla da pubblicare, arrivando perfino a deridere i propri sostenitori che avevano creduto a chissà quali macchinazioni. L'ultima novità arriva ora dal Wall Street Journal, secondo cui a maggio la segretaria alla Giustizia Pam Bondi avrebbe avvertito il presidente che il suo nome era contenuto nei famigerati Epstein files (proprio come aveva detto Elon Musk all'inizio della loro lite, ricordate?). Di sicuro non si tratta di un problema da poco, nemmeno per un presidente apparentemente impermeabile a ogni genere di accusa (se solo volessi tentare un sommario elenco di tutti gli scandali che lo hanno coinvolto e da cui è uscito incolume, o addirittura rafforzato, questo articolo raggiungerebbe dimensioni enciclopediche). Lo dimostra la causa per dieci miliardi di dollari intentata proprio al Wall Street Journal per la pubblicazione di un primo articolo sull'argomento. Ma evidentemente Rupert Murdoch, editore del quotidiano, oltre che della televisione ultra-trumpiana Fox News, non si è fatto intimidire.

Con tutto il rispetto per il caso Epstein, voler sbattere in cella un ex presidente con accuse farlocche mi pare abbastanza grave.

Di qui analisi e controanalisi sull'effetto che la vicenda potrebbe avere sulla base del movimento trumpiano. A mio personale parere, tuttavia, è anche piuttosto indicativo dell'epoca in cui viviamo che il tentativo di sbattere in carcere con accuse palesemente fasulle il proprio predecessore, da parte dell'attuale presidente degli Stati Uniti, possa apparire come un semplice diversivo da cui non dovremmo farci distrarre. Sarò ingenuo o antiquato, ma a me continua a sembrare questa la notizia principale, peraltro degnamente illustrata dal video prodotto con l'intelligenza artificiale che Trump ha postato ieri sul suo personale social network, in cui si vede Obama arrestato proprio sotto i suoi occhi e sbattuto in una prigione modello Guantanamo. È poi tipico dei suoi metodi, e in linea con un'antica tradizione, che accusi falsamente altri di fare proprio quello che in realtà sta facendo lui, in quello stesso momento, e cioè utilizzare gli organi dello stato per colpire un avversario politico. O meglio ancora, come ha sostenuto Tulsi Gabbard, la picchiatella putiniana nominata da Trump direttrice dell'intelligence, l'organizzazione di «un colpo di stato durato anni e una cospirazione sovversiva». Tutto questo è però anche una sorta di nemesi per Obama, per Joe Biden e per i democratici, che si sono mostrati troppo a lungo convinti di poter fronteggiare l'assalto populista (e putiniano) alla democrazia con le buone maniere, il dialogo e l'apertura. Così ora siamo al paradosso che è Trump a tentare di fare ai democratici quello che avrebbero dovuto fare loro con lui, all'indomani dell'assalto del 6 gennaio 2021 al congresso degli Stati Uniti.

Gaza: Obiettivi irraggiungibili
A proposito dell'orrore senza fine cui continuiamo ad assistere a Gaza mi pare che nel suo articolo di oggi Carlo Panella ricordi un paio di punti essenziali.
Il primo: “Nell'autunno del 2024 i due generali che dirigevano le forze armate di Israele, Gallant e Halevi, hanno detto a gran voce che la guerra doveva terminare perché gli obiettivi raggiungibili erano stati raggiunti, perché l'obiettivo posto da Netanyahu di "eliminare Hamas da Gaza era irraggiungibile". Il secondo: «La tracotanza comunicativa del governo israeliano, che supera i confini del tollerabile e non risponde al punto centrale: dopo ben seicentocinquantasette giorni di guerra non ha ancora saputo, e voluto, organizzare un sistema di diffusione degli aiuti in grado di evitare l'uccisione dei civili. Al contrario, invece di predisporre una grande pluralità di punti di distribuzione, ne permette una quantità minima, così che si creano resse e inevitabili massacri. Non è un caso”.
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