Martedì, 02 Febbraio 2021 - 166.49 Kb - pdf - 9d006ca02a1bf0756e556d4a125b85f5 - I. F. Stone, L'Astrolabio, n. 24, pagg. 22-25, 21 Giugno 1966La pace avvolge la Cambogia come una benedizione. Passare da Saigon a Pnom Penh è come passare dall'Inferno al Paradiso dell'Asia di sud-est. Nonostante la guerra, la rottura delle relazioni diplomatiche ed i continui incidenti dì frontiera, la Air Vietnam e la Royal Air Cambodge continuano ad effettuare voli tra le due capitali, a giorni alterni. In nessuna altra parte del mondo è possibile che una ora di volo separi due luoghi tanto contrastanti. Atterrare nella capitale della Cambogia dopo otto giorni passati nello squallore e nella tensione di Saigon, significa comprendere appieno quanto sia benefica una politica neutralista nell'Asia di sud-est. Da una parte un aeroporto scuro, sporco ed affollato dove i viaggiatori debbono aspettare per delle ore, mentre stanchi ed immusoniti Gi sfilano sotto i loro occhi; dall'altra un aeroporto bianco, pulito e tranquillo dove è difficile che si veda un'uniforme, ad eccezione dell'ufficiale di polizia addetto al controllo.Dirigendomi in macchina verso Pnom Penh, sono rimasto colpito dall'assoluta mancanza di posti di blocco e barricate, dalla pulizia dei larghi viali che portano alla capitale del Principe Sihanouk, dalle moderne case ad appartamenti che circondano la città, dai prati ben tenuti. Questa città rallegra l'occhio con i suoi giardini e le ampie strade, dopo il fastidioso disordine di Saigon. All'Hotel Royal coperto di buganvillea, circondato di palme e dotato di una piscina, vasti atri ad aria condizionata, sono riuscito ad ottenere una magnifica camera al modico prezzo di 8 dollari per notte; nella tariffa è compreso, lusso grandioso, anche il bagno caldo. [...]