Domenica, 03 Ottobre 2021 - 213.02 Kb - pdf - 32e5c10285bad01be6c4c796714c6585 - Federico Artusio, L'Astrolabio, n. 36, pagg. 4-9, 11 Settembre 1966Alto AdigeLe tre maggioranzeMoro a Roma, Klaus a Vienna, Magnago a Bolzano: tre situazioni politico-parlamentari diverse, accomunate dalla difficoltà, per i rispettivi leaders governativi di assicurarsi la maggioranza necessaria per lo scongelamento della crisi altoatesina.Alla fine della settimana più laboriosa che il problema dell'Alto Adige abbia attraversato in questi sette anni di controversia, possiamo dire che sia stato fatto un passo decisivo verso la soluzione? Malgrado le reticenze, le obbiezioni e le richieste di nuovi chiarimenti da parte della Volkspartei, crediamo che l'ultima parola di Magnago alla conferenza stampa di Bolzano (2 settembre) sia esatta: moderato ottimismo. La prospettiva di chiusura della controversia è infatti passata certamente dal piano delle generiche attese a quello di una realistica probabilità. Nello stesso tempo persistono alcune difficoltà chiaramente definibili, e altre ancora meno ponderabili ma forse più pesanti, che sarà necessario scongiurare con ostinazione, e con atti visibili di risolutezza politica. Quando si pensa come siano state risolte pendenze “nazionali” di dimensioni incomparabilmente più drammatiche in questo dopoguerra, grazie al volontarismo e alla chiarezza mentale di classi dirigenti (per esempio, Mendés-France a Ginevra, 1954, per l'Indocina: accordi di Evian per l'Algeria), c'è da domandarsi con stupore come sia ancora possibile che perduri la discussione su pochi articoli che dovrebbero garantire l'autonomia di un ristretto gruppo allogeno di frontiera, in un paese, come l'Italia, ammaestrato dall'esperienza fascista agli obblighi di una democrazia politica e amministrativa che muova, appunto, dal rispetto, moralmente privilegiato, delle minoranze.Ma intanto, per considerare in primo luogo la questione dal punto di vista di Roma, il primo problema che s'incontra non è tanto quello di allargare ancora, più o meno, l'elenco delle “competenze” provinciali da accordare (d'intesa con l'Austria) alla provincia di Bolzano - dove certo è ancora possibile avanzare di qualche poco oltre il “pacchetto” delle proposte discusse per quattro giorni a Bolzano dalla Volkspartei. La difficoltà pregiudiziale è quella politica: vuole il governo Moro prendere su di sé la responsabilità di suscitare e unificare la necessaria maggioranza intorno alla revisione costituzionale necessaria per varare il nuovo statuto? o preferirà attendere una sorta di “motu proprio” del Parlamento, una votazione a due terzi non preparata da una chiara trama politica, e suscettibile forse di deprimenti sorprese nella stessa Democrazia cristiana? [...]