Padre Doroteo Forte.
Padre Doroteo Forte.
Una ricerca su Google usando il termine 'padre Doroteo Forte' dà scarsissimi risultati. Il frate, che pure scrisse tanto (e bene) è sconosciuto al grande pubblico ed i titoli delle sue numerose opere sono presenti solo su www.internetculturale.it. Ho deciso di offrivi amplissimi estratti della sua opera 'Testimonianze francescane nella Puglia Dauna', arricchita da molte foto, dalle note originali e da alcune (poche) mie considerazioni. Ho utilizzato la tecnica dell'ipertesto multimediale.
Ho deciso di non pubblicare il testo riguardante p. Diomede Scaramuzzi da S. Giovanni Rotondo, una delle figure più prestigiose dell'Ordine francescano.
Antica foto del Refettorio dello studentato di S. Matteo.
Antica foto del Refettorio dello studentato di S. Matteo.
Il grassetto è dello scrivente.
Sono stato mosso a questa pubblicazione da alcune considerazioni, che qui esporrò brevemente.

1 - I Frati hanno plasmato, oltre che il paesaggio dell'intero Gargano, anche il nostro modo di pensare e di essere. Addirittura la nostra stessa esistenza, se pensiamo che S. Giovanni Rotondo e S. Marco in Lamis sono 'nate' dalla Badia ex benedettina di S. Giovanni in Lamis, attuale convento francescano di S. Matteo. Questi concetti sono espressi egregiamente nel calendario 2014 preparato dalla Biblioteca di S. Matteo, alla cui redazione ho avuto il piacere di partecipare.
2 - L'Ordine dei Francescani ha grossi problemi. I recenti avvenimenti, iniziati 'ufficialmente' alla fine del 2014 con la drammatica lettera del nuovo Ministro Generale fr. Michael A. Perry che scriveva sostanzialmente: 'Siamo stati dei polli. Ci hanno fregato molti soldi, con l'aiuto di nostri frati che hanno agito a nostra insaputa'. A questo proposito riporto il passaggio di una intervista rilasciata a www.panoramical.eu il 20 dicembre 2015 da fr. Mauro Jöhri, Ministro Generale OFMCap e Presidente dell'Unione Superiori Generali:

In questi ultimi anni l’immagine della vita consacrata, perlomeno in Europa (in primis in Italia) si è assai deteriorata nell’opinione pubblica (cattolici compresi) per l’emergere, purtroppo ricorrente, di scandali di vario genere, anche finanziari…
E’ evidente che gli scandali non giovano mai all’immagine. Per esempio, nel caso dei Frati minori, si è suicidato il faccendiere cui alcuni economi avevano affidato più o meno 50 milioni di euro da far fruttare. La gente si chiede non come mai i frati siano stati derubati, ma come mai avessero così tanti soldi. Tuttavia, guardando agli oneri di un Ordine come quello dei Frati minori che ha 14.000 membri, impegni vari, strutture, università, uno può dire: beh, di soldi ne dovevano per forza avere tanti per gestire bene il tutto.

3 - Parla ancora Fr. Mauro Jöhri, Ministro Generale OFMCap, nella relazione introduttiva del 1. giorno del Capitolo Generale dei Francescani OFM (11.05.2015):

Tempo fa rivolsi a Mons. Galantino, segretario della CEI, la domanda di ciò che si aspettava da noi frati e la sua risposta fu chiara e inequivocabile:
'Dipendesse da me, direi: meno parrocchie e fate i frati!'.

P. Michelangelo Manicone e P. Antonio Fania spesero la loro esistenza per fare dei frati del loro ordine delle persone più colte e più preparate culturalmente al fine di svolgere meglio il loro apostolato. Anche tanti altri frati si impegnarono per riordinare gli studi nei conventi francescani. Penso a p. Diomede Scaramuzzi, p. Vincenzo Gallo, p. Filippo Petracca, p. Doroteo Forte, p. Lorenzo De Martinis, p. Mario Villani e tantissimi altri. Nel passato l'Ordine Minore ha avuto figure quali S. Bonaventura, S. Antonio da Padova, S. Bernardino da Siena, p. Duns Scoto, oltre a S. Francesco.
Scrive p. Doroteo Forte a p. 47 dell'opera della quale vi offro molte pagine:

L'attività apostolica dei francescani richiedeva la scienza e ne stabiliva la norma. Per S. Francesco e i suoi seguaci la scienza intanto ha valore, in quanto direttamente o indirettamente è necessaria o utile all'apostolato. Una scienza fine a sé stessa non vi fu mai nell'Ordine francescano.

Convento di San Matteo a S. Marco in Lamis, con, sullo sfondo, la mole del Monte Celano.
Convento di San Matteo a S. Marco in Lamis, con, sullo sfondo, la mole del Monte Celano.
4 - Ho sempre pensato che il convento francescano di S. Matteo a S. Marco in Lamis fosse una delle 'chiavi di volta' per sviluppare l'intero Gargano. L'ex abbazia benedettina dispone di grandi raccolte di arte: la archeologica (molte migliaia di pezzi); il 'lapidarium' medievale; i paramenti sacri (un migliaio di pezzi), le tavolette votive dipinte (502 pezzi molto belli, le uniche inventariate e delle quali esiste una banca dati per la fruizione online), numerosissime statue e dipinti, un archivio fornitissimo, una nutrita sezione digitale che potrebbe essere messa in rete. Per non parlare della sua enorme Biblioteca, la più grande del Gargano, con libri rarissimi che potrebbero essere ulteriormente messi a disposizione del 'grande pubblico' della Rete e tantissimo materiale sconosciuto alla 'massa'. Il tutto è posto in un grande edificio dichiarato 'Monumento nazionale'. Sfogliando l'elenco dei Ministri Provinciali della Provincia monastica di S. Angelo degli ultimi 15 anni (lista alquanto smilza!) mi ricordo del sostanziale disinteresse delle alte gerarchie (provinciali e romane) per questi tesori, accumulati anche grazie al decennale e paziente lavoro di p. Mario Villani.
La 'cacciata' a maggio del 2016 (di questo si tratta!) del vecchio Ministro Provinciale e del suo Definitorio fa rinascere la speranza di una inversione, anche se non è dato sapere cosa hanno intenzione di fare il nuovo Provinciale con il suo definitorio ed il nuovo Guardiano di S. Matteo. Speriamo che lo Spirito Santo, almeno questa volta, sia stato ascoltato. E capito. Intanto il web tace o è avaro e coloro che sanno tacciono oppure sono evasivi. A proposito: la comunicazione dei numerosissimi conventi della Provincia monastica è in genere disastrosa, anche se da molti anni le gerarchie ecclesiastiche parlano di comunicare=comunione (vedi, tra gli altri, Paolo VI). La sede operativa della Provincia di S. Angelo è stata posta a Molfetta.
P. Donato Sardella, allora Ministro Provinciale, ricordava il 7.12.2000 il paragrafo n. 162 delle Costituzioni Generali dell'Ordine dei Frati Minori:

Tutti i frati, ciascuno secondo la propria candizione, si dedichino intensamente agli studi e imparino ad apprezzare con mente aperta il progresso delle scienze e delle arti. Così saranno convenientemente preparati ad annunziare il Vangelo e a corrispondere alle esigenze culturali del nostro tempo'

P. Doroteo Forte, nella sua opera Il Santuario di San Matteo in Capitanata del 1978 cita P. Antonio Fania da Rignano Garganico:

Senza santità siamo perniciosi al Cristianesimo, senza scienza siamo inutili al mondo