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Tussilago farfara L. Tossilaggine comune, Farfugio, Paparacchio, Fàrfara o Fàrfaro. Classe: Dicotyledonae, Famiglia: Compositae
Tussilago: dal latino 'tussis' = tosse e 'ago' = cacciare perché la pianta è utilizzata contro la tosse; farfara: dal latino 'farfarum', di origine preindoeuropea = Fàrfara.
In suoli compattati e umidi. Gli esemplari fotografati fuoriescono dall'asfalto o sono presenti tra questo e la ghiaia pressata, su versanti però esposti a Nord. Vegeta dal mare sino all'alta montagna.
Pianta comune diffusa in tutto il territorio nazionale. Le foto sono state scattate nella Difesa S. Matteo lungo la strada vicinale S. Marco - Cagnano (700 m) e lungo la strada panoramica di S. Marco in Lamis (600 m).
Pianta erbacea perenne che sverna sotto forma di rizoma che si sviluppa orizzontalmente anche per alcuni metri. Dai rizomi, sul finire dell'inverno-inizi primavera, spuntano gli scapi fiorali, alti 10-30 cm e ricoperti da un tomento biancastro.
Sono emesse dal rizoma successivamente ai fiori. Cuoriformi, con margine dentato e colore verde nella pagina superiore; la pagina inferiore è ricoperta da un tomento biancastro che, con il passare del tempo, cade mostrando un colore verde. Picciuolo molto lungo (1-2 volte il lembo) e ricoperto di tomento. Dimensioni: 5 x 6 cm. Le foglie, in estate, si accrescono anche sino ad oltre il doppio delle dimensioni citate. Lo scapo fiorale presenta delle foglioline rossastre o verdi lunghe un paio di cm.
Lo scapo fiorale è sempre con un unico capolino. Questo presenta fiori ligulati femminili in periferia e fiori tubulosi e maschili al centro. Tutto il capolino è di colore giallo ed è inclinato o pendente. Il ricettacolo è leggermente convesso, quasi piatto.
Il genere Fàrfara ha una sola specie che, pertanto, risulta inconfondibile.
Pianta medicinale
Gli effetti sono dati dalle foglie (da raccogliere agli inizi dell'estate ed escludendo il picciuolo) e dai capolini da raccogliere poco prima o subito dopo essere sbocciati. I principi attivi sono costituiti soprattutto da mucillagini e polifenoli i quali hanno effetti espettoranti, tossifughi, rinfrescanti e lenitivi. La fàrfara è molto utilizzata per la cura della tosse (bronchiti, tracheiti, influenza, raffreddore ed asma) e della pelle, ma anche delle mucose interne (parti intime) sotto forma di infuso (3 gr. in 100 ml di acqua per uso interno - 3/4 tazzine al giorno - e 6 per uso esterno). Non è iscritta nella Farmacopea Ufficiale.
Foglie da fumare
Il fumo (del tabacco) tutti sanno che fa male e, per ricordarcelo, ce lo scrivono su tutti i pacchetti di sigarette. Ci sono altre sostanze che però possono essere fumate a scopo terapeutico: tra queste appunto le foglie secche della Fàrfara che sono fumate per lenire gli attacchi di asma.