Da Qualesammarco, n. 2 del 1988
Sulle tracce di Manicone
Seconda puntata con Manicone, che ci apre questa volta alle meraviglie delle valli incastonate nel Gargano.
Stupore tra gli stupori: l’Eco polisillabo del Convento di S. Matteo.
Molte Valli vi hanno nel Gargano.
Evvi la profonda Valle di Carbonara al Nord di Montesantangelo: la stretta, cupa e tortuosa Valle di Stignano, che comincia da S. Marco in Lamis, e termina nell'Apulia all'Ovest di detta Terra: la sassosa e lunga Valle di Cagnano, e mille altre valli, vallette, e valloni. Tali Valli sono contenute da estese ed erte montagne, nelle quali veggonsi orribilissimi dirupi, precipitose balze, e smisuratissimi massi, che danno manifesti indizj di futuro diroccamento, o sfacelo.
Le Valli garganiche presentano in generale un melanconico aspetto: ma vi hanno delle Valli, che rallegrano l'occhio colla prospettiva di una lieta e felice vegetazione. Le Valli di Vico sono pressoché tutte coperte di castagni, noci, ulivi, e di giardini di agrumi così vaghi e belli, che ogni passeggiere grida stupito … qual Nume impara

A questo loco? Forse
è Citera?

Ridenti pur sono le Valli di Rodi, e d'Ischitella pei giardini di agrumi, ed altri frutteti. Finalmente la Valle di Stignano offre in mezzo all'asprezza de' monti un vero spettacolo di ricca vegetazione. Vi si veggon vigneti, castagneti, frutteti. L'industria umana può dunque tanto!
Molti Echi hannovi nel Gargano: ma il più bello è quello del Convento di S. Matteo in S. Marco in Lamis al Sud-Est del medesimo Convento. Alta voce, massime nelle chete giornate, ben distinta torna, e ripete distintamente ben sette sillabe. La plebe in udir questo Eco polisillabo, leva le maraviglie: ma la maraviglia è figlia dell'ignoranza. Io spiegherei qua questo piacevole fenomeno: nol fo, perché il Leggitore può leggerne la spiegazione nella Fisica del Signor Poli; opera che trovasi nelle mani di tutt'i giovani fisici, e che non dovrebb'essere dimenticata dai provetti.
Finalmente viaggiandosi a cavallo pel Gargano, in più parti sentesi sotto de' piedi il rimbombo. Crede la plebe, che sotto tali luoghi esistano vasti e nascosti voti, e che questi formino la divisata apparenza. La plebe s’inganna; giacché dal confuso romore del calpestio de’ cavalli non può dedursi, che il Gargano sia in più luoghi voto.
Il rimbombìo si origina dai varj rimbalzi, che soffre l’aria mossa dalle vicine curve de' monti. La strettezza di essi monti ribatte negli accennati luoghi le dondolazioni aeree, e così producesi il risuono del calpestio.
(M. Manicone, La fisica appula, Napoli, 1806, Vol. I, pp. 101-102)