Da https://www.statoquotidiano.it/19/09/2014/lunita-ditalia-vecchi-termini-questione-meridionale-ii/248437/
L’opposizione del Sud alla conquista sabauda espressa dal brigantaggio è un fenomeno solo reazionario, nato esclusivamente per difendere gli interessi borbonici od è anche espressione di un movimento sociale spontaneo diffusosi nel mondo contadino e negli strati più deboli della popolazione per affermare principi di uguaglianza e giustizia sociale (il diritto della terra a chi la lavora) e rompere sia vincoli feudali sia rapporti sociali ed economici di dominio del nascente capitalismo del Nord? [...]
Occupazioni dei briganti
San Marco in Lamis (2-4 giugno 1861), Vieste, Vico del Gargano, Carlantino, Volturino (12 luglio - ), Ripacandida (8 aprile1861), Venosa (10 aprile), Lavello (14 aprile), Melfi (15-17 aprile), Monteverde, Carbonara, Calitri, Sant’Andrea, Ruvo del Monte (10 agosto 1861) ...
Alessandro Bianco di Saint-Jorioz, Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 al 1863, Milano 1864 (Lo ho quasi finito di leggere una prima volta. Interessantissimo).
Citazioni dal libro:
Sarebbe cosa da recar sorpresa se il capo della banda e i suoi satelliti non fossero i primi ladri che io abbia mai conosciuto.
Don José Borjès. Giornale, 9 novembre - Basilicata
La notte è stata orribile: non ho mai sofferto tanto fisicamente e moralmente. Fisicamente, per la fatica e per le piaghe de' piedi: moralmente, per le disgrazie che ci colpiscono tutti. Ieri fummo senza pane, e quindi dovemmo fare strada digiuni. Comincio a disperare di giungere a Roma: le nostre forze diminuiscono e il mio malessere aumenta. Poco nutrimento e quasi sempre mal sano, acqua sola per bere e molte fatiche distruggono i più robusti. Pure io marcierò fino a che potrò: ma se Dio vuole che io succomba ...
Don José Borjès, Giornale, 15 ottobre. - Calabria.
Andavo a dire al re Francesco II che non vi hanno che miserabili e scellerati per difenderlo, che Crocco è un Sacripante e Langlois un Bruto.
Don José Borjès. Giornale, 8 dicembre 1861. - Tagliacozzo.
Théophile Gautier
L'uomo più bruto sente che l'ornamento traccia una linea indelebile di demarcazione tra lui e l'animale, e, quando non può ricamare i propri abiti, si ricama la pelle.
Fine
13 Aprile 2024
Finalmente!
Sono riuscito a leggere una seconda volta ed a pubblicare la tesi in Download 2>>Risorgimento “Reazione e Brigantaggio in Capitanata (1860-1864). Pratiche e linguaggi del ribellismo antiunitario” (Leggi!).
Tale tesi l’avevo salvata nel 2018 nella cartella del mio archivio informatico Storia>>Gargano>Pasquale Soccio e gli ho fatto caso controllando (brr … !) il mio archivio.
Citazione (dalla tesi di A. Capone):
… Il grande brigantaggio postunitario nel promontorio del Gargano mosse i primi passi da San Marco in Lamis, nel segno del tradizionale abigeato. …
San Marco in Lamis è nominata, nella tesi, oltre un centinaio di volte ...
Uno dei 2 correlatori è l’ “asso” (per me, non vi preoccupate, scrittore in "Meridiana" …) prof. Alberto Mario Banti (Leggi).
Il “laureando” Alessandro Capone non è male, anzi è decisamente “buono”.
Nella nostra storia scolastica il Brigantaggio (1860-64-65) è stato trattato in modo alquanto “singolare” (voglio usare un eufemismo …).
Da https://www.statoquotidiano.it/19/09/2014/lunita-ditalia-vecchi-termini-questione-meridionale-ii/248437/
L’opposizione del Sud alla conquista sabauda espressa dal brigantaggio è un fenomeno solo reazionario, nato esclusivamente per difendere gli interessi borbonici od è anche espressione di un movimento sociale spontaneo diffusosi nel mondo contadino e negli strati più deboli della popolazione per affermare principi di uguaglianza e giustizia sociale (il diritto della terra a chi la lavora) e rompere sia vincoli feudali sia rapporti sociali ed economici di dominio del nascente capitalismo del Nord? […]
20 aprile 2024
“ … Tutto in questo paese favorisce il brigantaggio: la povertà dei coloni agricoli; la rapacità e la protervia dei nobili e dei signori; l'ignoranza turpe in cui è giaciuta questa popolazione: l'influenza deleteria del prete; la superstizione, il fanatismo, l'idolatria, fatte religione e santificate; la mancanza di senso morale pressoché totale; la nessuna elementare conoscenza dei dettami d'onore, di probità, di pudore, la sregolatezza nei costumi; l'immoralità in tutto ed in tutti; lo spettacolo schifoso della corruttela negli impiegati, nella magistratura, nei pubblici funzionarj; la rapina, il malversare, lo sciopero e la malafede fatti articoli di legge; tutto insomma ciò che vi è di laido e di riprovevole nella umana Società si trova in gran copia diffuso e penetrato in queste misere popolazioni; tutti i vizj come tutte le miserie, le violenze e le malvagità si sono scagliate sopra questo popolo infelice, attalché, per servirmi di un vieto e rancido paragone mitologico, si può dire che la famosa scatola di Pandora sembra aversi tutta riversata su questa altrettanto infelice e misera quanto bella ed amena terra, ed avervi sparsa in copia le brutte cose che conteneva” ...
... Tutti i tribunali d'Europa insieme riuniti non basterebbero a giudicare tutti i delitti ignorati, le angherie, le vessazioni, le prepotenze e le nere ingiustizie commesse su quelle alture dai nobili, dai ricchi, dagli uomini preposti agli impieghi, dalle locali amministrazioni, da tutti insomma, cominciando dal popolame, che rubava ed uccideva per fame e per vendetta, al ricco, al nobile, al funzionario, che per cupidigia di potere e d'oro manometteva la cosa pubblica e vuotava le casse e angariava e tiranneggiava così crudelmente la plebe, che questa disperata ed affamata si dava alla montagna e briganteggiava.
Il governo borbonico per sistema non solo lasciava impunite simili infamie e non puniva gl'infedeli e disonesti suoi impiegati, ma li lodava e li promoveva per soprassello e quasi per insulto alla morale pubblica; innalzando così il vizio e la malafede, l'improbità ed il tradimento a dogma di governo, e facendo puntello del suo trono della malvagità e corruttela della burocrazia governativa, e del pervertimento e scompiglio dell'amministrazione e della giustizia. ...
… L'origine soprattutto sta nelle inimicizie feroci, che in ogni paese dividono i pochi signorotti fra loro …
… Ad Uri venne dal general Govone un contadino, per nome Schiappa, a denunziare il De Fabritiis, uno dei più ricchi possidenti del paese, dicendo che avea mandato dei viveri ai briganti, ed aver egli stesso visto i viveri, il mulo che li portava, il conducente, ed aver mangiato egli stesso di codesti viveri coi briganti, ecc., ecc. Messo a confronto coll'accusato, confessò aver fatta una falsa denunzia, spintovi da un Uffiziale della Guardia Nazionale d'Itri! ...
(Link a www.garganoverde.it, solo il “Proemio” del volume di Saint Jorioz (Leggi)
Questo ed altro scriveva nel 1864 Alessandro Bianco di Saint Jorioz nel suo Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 al 1863, stampato a Milano.
Leggi anche, di Roberto Balzani, Pagine di un diario nella terra della Repubblica, del 1993. (leggi)
L’autore è stato “boicottato” dai suoi stessi compagni, ma, leggendolo, ho conosciuto Primo Uccellini (1804-1882) …
Mi diceva un mio grandissimo e validissimo amico, agronomo, emigrato a Bologna con tutta la sua famiglia: “ … non basta essere di quell’area; devi assolutamente far parte di quella “cordata”, se vuoi lavorare .... "