L'Astrolabio n. 9-1978
Uno studio del Formez
Il Sud fra errori effettivi e recuperi difficili
di Giorgio Ricordy
Gli anni successivi, quelli del centro-sinistra e della Programmazione Economica, furono dedicati al tentativo di realizzare questo obiettivo con ingenti mobilitazioni di capitali, massicci interventi dell'industria di stato e varando la politica degli incentivi necessaria a indurre grandi imprese del nord a costruire impianti nel Mezzogiorno nonostante le difficoltà che le nuove localizzazioni avrebbero presentato.
Oggi, a ventanni di distanza, il Mezzogiorno è cambiato radicalmente, senza alcun dubbio, ma nessuno si nasconde che l'atteso sviluppo non c'è stato, settori come il chimico e il siderurgico, che dovevano funzionare da assi portanti del processo di industrializzazione, sono entrati essi stessi in crisi gravissima; i giganteschi insediamenti industriali attorno ai quali doveva crescere tutto il nuovo tessuto produttivo locale fatto di piccole e medie imprese indotte, sono stati battezzati “cattedrali nel deserto” perché intorno ad essi, nella maggior parte dei casi, non è cresciuto assolutamente niente.
“Il quadro che emerge conferma la realtà di un Mezzogiorno che nel suo complesso perde significativamente terreno rispetto al resto del Paese presentando una crescita dell'occupazione ad un tasso inferiore alla stessa media nazionale” e ancora: “lo stato di degradazione economica e sociale del Mezzogiorno sembra riferirsi al particolare processo di espansione della base produttiva, che non solo non si è rivelato capace di superare le disuguaglianze tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, ma ha prodotto al suo interno forti differenziazioni anche in quelle aree ove in misura maggiore è stato indirizzato il flusso degli invescìmenti”.
Due tesi contrapposte
D'altra parte, se tutti concordano nella constatazione dei dati di fatto, non tutti seguono gli stessi orientamenti nell'individuarne le cause o gli aspetti di maggior rilievo. Augusto Graziani - economista e meridionalista tra i più agguerriti nel criticare la recente ritorma della legge per il Mezzogiorno - ha coordinato il seminario e, concludendo, ha individuato due tendenze nettamente distinte: una, che lui ha definito “sviluppista” secondo cui non la logica degli interventi per il Sud sarebbe da mettere in stato di accusa, ma la carenza di risorse che si sono sapute mobilitare. Mancanza di imprenditorialità locale, ad esempio, ma anche mancanza di strutture finanziarie, di infrastrutture e, soprattutto, inadeguatezza dell'apparato pubblico nel massimizzare gli effetti positivi del grande insediamento utilizzandoli a beneficio della collettività. La seconda tendenza che Graziani indica, definendola “funzionalista”, attribuisce invece al mancato sviluppo del Mezzogiorno una sua ragion d'essere nel processo di sviluppo capitalistico: l'imprenditoria locale esiste, ma si orienta verso iniziative speculative (edilizia, particolari attività commerciali); la struttura finanziaria c'è, ma sostiene la speculazione e non le iniziative produttive; la pubblica amministrazione, infine, è inefficiente perché si vuole che lo sia, perché risponde a logiche clientelari non diverse da quelle invalse in tutto il Paese e sostenute da una classe politica che su tale clientelismo e su tale inefficienza ha fondato il suo sistema di potere.
Senza entrare nel merito della distinzione tra “sviluppisti” e “funzionalisti”, si può comunque trarre utile insegnamento dall'esame dei fatti che dalla ricerca Formez emergono e che gli altri studi confermano ampiamente.
Prima di tutto la genesi di questi grandi insediamenti: “in ogni occasione - è scritto nella relazione del Formez - sono stati presentati dalle forze politiche nazionali e dai gruppi economici e finanziari interessati, come fatto risolutore del problema occupativo e dello sviluppo socio-economico locale”. Non concepiti all'interno di un ampio programma di interventi integrati sul territorio, dunque, ma come misure-tampone, slegate e occasionali.
Impreparazione delle classi dominanti
Torna alla mente l'immagine formulata da Guido Carli in cui l'impresa industriale rimane soffocata dai “lacci e lacciuoli” della politica e delle clientele, e il presidente del Formez Sergio Zoppi sottolinea:
“Nessuna democrazia industriale può vivere senza un apparato pubblico, centrale e periferico, efficiente!”.
Un generale ritorno all'agricoltura?
Anche la ricerca del Formez, pur raccomandando di non subordinare lo sviluppo dell'agricoltura alle esigenze dell'industrializzazione, mette in guardia dal rischio che,
“partendo dal rigetto del modello di industrializzazione, si enfatizzi la strategigità del settore agricolo e si giunga a teorizzare il generale ritorno all'agricoltura come risolutore dei problemi economici e sociali dell'area, senza definire verso quale tipo di agricoltura, di quali dimensioni, con che ordinamento cui mirare, e con quali modelli organizzativi e gestionali ci si debba indirizzare”.
Spazzare il terreno dagli antichi equivoci
Lo studio del Formez, che pure non sembra trarre dalla massa di osservazioni raccolte, analisi di carattere politico, senza dubbio ha il merito di spazzare il terreno da una gran massa di equivoci antichi: i programmatori degli anni '60, infatti, avevano elaborato teorie che facevano riferimento ad una situazione sociale e politica profondamente diversa da quella reale; oggi, sui connotati di quella realtà non è più lecito nutrire dubbi o costruirsi alibi.
Pur non avendo creato l'atteso sviluppo, l'arrivo della grande industria nelle regioni del Sud ha certamente determinato la nascita e lo sviluppo di grossi nuclei di classe operaia; questi nuclei, negli anni trascorsi e oggi, confrontandosi con la crisi di tutto il Paese, hanno acquisito livelli di responsabilizzazione e di consapevolezza da cui sarà possibile attendersi il contributo nuovo e determinante per quella trasformazione del Mezzogiorno che non dovrà misurarsi in termini di reddito e di produttività soltanto, ma anche sul metro della pianificazione organica del territorio, della partecipazione alle scelte, della qualità della vita.