Il Diavoletto, Anno III, n. 154, 4 luglio 1860
Cose di Sicilia e di Napoli.
Leggiamo nel Corriere Mercantile: Le ultime notizie di Palermo sono in data del 25 corrente, e recate il 29 p. p. dall'Italia la quale trasportò pure a Genova diversi feriti del corpo di Garibaldi, e Nicotera co' suoi compagni di prigionia sofferta nell'ergastolo di Favignana.
I Siciliani cominciano ad accorrere numerosi ad arruolarsi per difendere la loro indipendenza; alle ultime date se n'erano già presentati più di 6.000 facendosi inscrivere per una ferma di 4 anni.
Sono partite da Palermo due colonne mobili, una delle quali comandata da Bixio.
Il 24 fu pubblicata la legge elettorale del suffragio universale pei comizi popolari.
Leggesi nell'Opinione: Sappiamo che il Governo napoletano ha dato ordine di restituire i due bastimenti catturati, cioè l'Utile ed il clipper americano, e di mettere in libertà l'equipaggio ed i passeggieri.
Leggesi nello stesso foglio: Le notizie telegrafiche, arrivate ieri da Napoli, fanno prevedere come prossimi gravi torbidi.
Sembra che la polizia, informata, prima che si parlasse di riforme e di costituzione, che si voleva preparare una dimostrazione liberale, si fosse intesa coi capi dei lazzaroni per contrariarla e dar addosso ai liberali.
Il signor Elliot, ministro d'Inghilterra, avutone sentore, si sarebbe adoperato per impedire tal fatto.
Pubblicato il proclama del 26, i lazzaroni si sarebbero creduti gabbati dal Governo, ed irritati si disponevano a venire alle mani col resto della popolazione.
Gl'insulti al ministro di Francia, signor Brenier, sarebbero stati fatti dai lazzaroni.
Il Governo, scorgendo un conflitto imminente ed irrompente l'anarchia, penserebbe ad inaugurare il nuovo regime mettendo Napoli in istato d'assedio.
Il ministero è formato come fu annunziato.
La situazione è tanto precaria, e gli eventi incalzano con tanta rapidità, che è impossibile il presagire ciò che sarà per succedere.
Corre voce che la Corte di Roma, sgomentata de' fatti di Napoli, si affretti a dar fuori riforme.
Si attende la pubblicazione del libro del Padre Passaglia, che si considera come il programma del Governo, a cui succederebbero tosto le riforme in esso adottate.
Leggiamo nella Perseveranza: Il ministro napoletano in Torino ha annunziato avere ricevuto ordine dal suo governo di dare i passaporti a tutti gli esuli napoletani.
Il Diritto vuol sapere che Garibaldi è in perfetto accordo coi capi del movimento nazionale a Napoli. Nondimeno non bisogna dissimularsi, dice quel foglio, che un'insurrezione a Napoli e nelle provincie è difficile per più ragioni; e che solo potrebbe renderla inevitabile, immediata, uno sbarco di volontari italiani.
Il Corr. Mercantile ha da Napoli 26 giugno: Il movimento delle truppe continua.
Il 1. e 3. reggimento di linea da Gaeta è partito per Messina, e la brigata Barbalonga continua a stare in Pozzuoli e dintorni.
Leggiamo nell'Opinione: I torbidi che si temevano a Napoli sono scoppiati più gravi che mai il giorno 28. Gli uffici di polizia furono devastati ed arsi, e parecchi agenti assassinati. Autori di questo tafferuglio non possono essere che coloro i quali avevano interesse a fare scomparire le traccie delle loro delazioni. Contenevansi colà documenti assai compromettenti e si comprende come dovesse essere precipua cura di distruggerli.
Ma quando comincia un moto, non è facile il regolarne il corso; gli autori ne furono soverchiati, ed i disordini furono tali che si credeva inevitabile nella giornata una terribile rivoluzione.
Lo stato d'assedio è stato immediatamente proclamato e posto ad esecuzione, per preparare i napoletani a benefici della libertà.
Un dispaccio del 29 a sera reca che i disordini erano cessati, ma che gli assembramenti, i timori e le apprensioni continuavano, e che i cittadini pensavano più alla propria sicurezza che al proclama di Portici ed alla costituzione.