[...] Fra questi interessi quello che forse oggi ha la maggiore efficienza reazionaria, è l'interesse delle maestranze occupate nelle industrie che non riescono più a fare i bilanci in pareggio. La condizione di chi viene licenziato è ancora così tragica, in Italia, che non si può ragionevolmente rimproverare ai lavoratori di trarre profitto dalla forza acquistata con l'organizzazione sindacale e col diritto di voto per mantenere in piedi le aziende in cui sono occupati, indipendentemente da qualsiasi considerazione di ricavi e di costi. Ognuno di loro pensa, prima di tutto, a difendere la possibilità di guadagnarsi il pane per mantenere la famiglia. [...] D'altra parte il suffragio universale si trasforma in un'arma micidiale per la stessa democrazia nei paesi in cui la miseria impedisce a gran parte della popolazione di acquistare coscienza dei propri doveri verso la collettività, e la rende facile preda dei demagoghi che reclamano la immediata ridistribuzione egualitaria delle ricchezze. Quando scoppiano crisi politiche, in cui l'ordine pubblico resta affidato al senso di responsabilità dei cittadini, le orde dei miserabili, che niente hanno da perdere nei più catastrofici rivolgimenti, escono dalle loro tane, dai postriboli, dalle carceri, e si gettano al saccheggio, alla distruzione, alla strage. Sono le loro grandi giornate. E sono anche le grandi giornate degli avventurieri, disposti a servirsi della “teppa” come massa d'urto per conquistare il potere. [...]